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Il Tribunale del riesame ha concesso all'imprenditore di Todi e al dirigente della Provincia gli arresti domiciliari: venerdì i giudici dovranno decidere sulla richiesta di commissariamento di quattro aziende coinvolte; la preoccupazione dei sindacati

L’imprenditore tuderte Dino Bico, ex amministratore della Ediltevere di Pantalla di Todi, e il dirigente della Provincia di Perugia Lucio Gervasi, di Collazzone, entrambi coinvolti nell’inchiesta sugli “appalti truccati”, sono usciti dal carcere: ad entrambi è stato accordato il regime degli arresti domiciliari.
A deciderlo è stato il Tribunale del riesame che è stato chiamato a valutare le posizioni di altre 11 delle 35 persone raggiunte nelle scorse settimane da provvedimento cautelare. Il Tribunale ha ritenuta per entrambi inadeguata per eccesso la reclusione, nel caso di Dino Bico sembra anche in considerazione dell’età (72 anni), permettendo il rientro nell’ambiente familiare.
Il tribunale ha anche respinto, l’istanza dei difensori che ritenevano inutilizzabili le intercettazioni, giudicandole valide ai fini dell’inchiesta.
Venerdì è in programma intanto l’udienza per decidere sull’interdizione o l’eventuale commissariamento di quattro delle aziende coinvolte, fra le quali figura anche la Ediltevere.

A riguardo si registra la posizione di Cgil, Cisl e Uil che paventano le «pesanti e negative ricadute che potrebbero verificarsi non solo sulle attività del comparto delle costruzioni ma anche sull’intera economia regionale» qualora si procedesse al commissariamento o alla interdizione nei confronti dei legali rappresentanti delle quattro più grandi aziende coinvolte nell’inchiesta.
I sindacati ricordano che il settore edilizio «negli ultimi tempi ha indubbiamente svolto un ruolo decisivo per la crescita economica ed occupazionale dell’Umbria», ma ora «attraversa una fase difficile di assestamento produttivo e di rallentamento congiunturale. Ad oggi sono oltre 30 mila i lavoratori e le lavoratrici direttamente alle dipendenze, nella regione, di imprese edili e delle costruzioni. Un patrimonio, quello costituito dalle competenze e professionalità dei lavoratori oltre che dal complesso del tessuto produttivo, che va opportunamente difeso e tutelato. A partire dai lavoratori delle imprese sotto inchiesta giudiziaria che vivono, improvvisamente, una condizione di grande incertezza per il loro futuro e da quelli, che tale condizione potrebbe rapidamente coinvolgere, delle numerose aziende che fanno parte dell’indotto».

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