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I dati dell'ultimo quinquennio confermano che all'avvicinarsi dei periodi di vacanze crescono gli "impazzimenti" e gli episodi delittuosi

L’estate che fa “impazzire” è una leggenda metropolitana nata da pure coincidenze, ma ci sono anche altri periodi dell’anno che non scherzano affatto e per tutti un elemento comune: l’avvicinarsi delle vacanze, estive o invernali che siano.
I dati forniti dal Ministero dell’Interno sono inequivocabili, anche perché si riferiscono ad un periodo abbastanza lungo.
Infatti, nel periodo 2001-2006 sono avvenuti in Italia 288 omicidi nel mese di luglio e 262 ad agosto, un totale nettamente superiore a quello registrato in altri mesi in cui nessun evento crea scompensi, come febbraio (230 omicidi) e aprile (246).
Ma altri picchi si registrano sotto Natale: dicembre (293) e novembre (285).
Il numero di suicidi
– secondo i dati riferiti al 2004, forniti da polizia e carabinieri – subisce un picco notevole nei mesi di giugno (72 totali) e luglio (77), rispetto a una media di 60 delitti in tutti gli altri mesi.

Secondo gli psichiatri, ad incidere sui fenomeni da un lato al cambiamento di stagione, ma dall’altro all’avvicinarsi delle vacanze, entrambi fattori che negli individui con disturbi mentali finiscono con il provocare scompensi, reazioni forti, perdita di controllo.
Forse perchè, dicono gli psichiatri, i soggetti a rischio possono sviluppare o accentuare disturbi depressivi anche gravi, fino a compiere gesti estremi, in quanto non riescono a sostenere il confronto con un modello di famiglia idealizzata e pubblicizzata che queste ricorrenze propongono incessantemente.
Oppure, più semplicemente, ci si rende conto che non si ha la possibilità o la forza di andare in vacanza, mentre gli altri lo fanno.
In Brasile, ad esempio, il periodo con maggior numero di delitti e suicidi, è quello del Carnevale, percepito come il Natale in Europa e negli Usa.
Nei paesi dell’Est e in alcuni del Nord Europa accade invece in prossimità della Pasqua, perchè lì questa è la festa più sentita e partecipata.

Ovviamente ad aumentare sono gli omicidi in famiglia. Secondo l’ultimo Rapporto Eures gli omicidi in famiglia hanno subito un incremento fra il 2005 e il 2006, passando da 174 a 195 (+12,1%), confermando quello domestico quale principale ambito “omicidario” con il 31,7% di delitti (prima ancora della criminalità organizzata che si colloca al secondo posto con il 25,2%).
Allarmante il numero di donne uccise in famiglia (+36,7%, per 134 vittime nel 2006 rispetto alle 98 dell’anno precedente) e quello degli omicidi che avvengono nella coppia, oltre la metà (52,8%, con 103 vittime complessive).
Nel rapporto coniugale la percentuale più elevata (35,9% degli omicidi familiari, 70 vittime).
Il lunedì è il giorno nero degli omicidi
(100 vittime, pari al 16,2% del totale), mentre il sabato e la domenica registrano il 15,6% e il 14,9% degli eventi; il mercoledì invece ha il valore più basso (11,9%).
Quanto alle fasce orarie, è alla sera che il rischio si fa più elevato, con il 34,9% dei delitti fra le 18 e le 24.

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