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Confortanti i risultati del monitoraggio voluto dalla Regione Umbria e condotto dal Parco Tecnologico Agroalimentare di Pantalla su tabacco, peperone, melone, pomodoro, patata, uva, oliva, vino e olio
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Gli agrofarmaci possono costituire una sorgente di contaminazione diffusa e un potenziale pericolo sia per l’uomo sia per l’ambiente in via diretta e indiretta, attraverso l’aria, l’acqua, gli alimenti.
Nel convegno di stamattina “Controllo dell’impiego di agrofarmaci in agricoltura nella Regione Umbria”, a Pantalla d Todi è stata esaminata la questione del relativo monitoraggio.
I lavori si sono svolti dalle 9 in poi, presso la sede di 3A – Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria con la presentazione dei risultati di un quinquennio di attività di monitoraggio promosse dalla Regione Umbria.

Se l’agricoltura moderna, infatti, ha avuto i suoi maggiori risultati in termini di resa delle produzioni e dei profitti durante la seconda metà del secolo scorso, spesso attraverso l’uso di sostanze chimiche altamente impattanti con l’ecosistema, oggi, anche grazie ad una legislatura di riferimento molto attenta all’ambiente, la problematica relativa ai residui di prodotti fitosanitari nelle derrate alimentari è oggetto di particolare attenzione.
L’attuazione delle attività di controllo volute in sede regionale è stata condotta dalla società 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, in collaborazione con il laboratorio Analysis che si è occupato dei campionamenti e delle analisi previste sui prodotti agricoli monitorati nei periodi fra il 2002/2006 e il 2007/2008. A.R.U.S.I.A (Agenzia Regionale Umbra per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) ne ha invece curato il coordinamento ed il controllo.

Positivi sono stati definiti gli esiti dei controlli che l’ente territoriale ha voluto proseguire nonostante l’interruzione del programma nazionale di controllo realizzato sia attraverso Piani Ufficiali realizzati dal Ministero della Salute, sia iniziative nazionali e regionali, finalizzate all’approfondimento del problema “residui”, fra le più importanti delle quali la “Rete Nazionale di Monitoraggio sui residui di Fitofarmaci nei prodotti agricoli” intrapresa dal MiPAAF negli anni ’90 e protratta fino al 2005 con il coordinamento, a livello nazionale, dell’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma (I.S.Pa.Ve). Lo stesso istituto coordina oggi il progetto nazionale attivato dal Ministero per l’Agricoltura e le Foreste cui aderisce la Regione Umbria.

Tabacco, peperone, melone, pomodoro, patata, uva, oliva, vino e olio, assieme ai relativi terreni, sono state le coltivazioni oggetto del monitoraggio con risultati confortanti: pochi i campioni fuori norma e in diminuzione costante nel corso del tempo, anche se altre considerazioni sulle sostanze utilizzate, messe in relazione con l’insorgenza di potenziali effetti tossici sui consumatori finali, suggerisce di proseguire nel tempo le attività di monitoraggio. Importante, infatti, è controllare gli accumuli di determinate sostanza nell’ambiente e nel sistema suolo-acqua e supportare, allo stesso tempo, la valorizzazione della produzione agricola e l’applicazione delle misure agro-ambientali.

Ideato all’interno del Programma Interregionale Agricoltura e Qualità, il meeting di Pantalla, guidato da Andrea Sisti, Amministratore Unico della 3A – Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, ha visto gli interventi, fra gli altri, del Vice Presidente e Assessore alle Politiche Agricole ed Agroalimentari, Carlo Liviantoni, del Direttore di Arusia, Franco Todini, del Direttore Generale del servizio Agricoltura e foreste Ernesta Maria Ranieri e dei rappresentanti delle Associazioni di categoria. Fra gli obiettivi del convegno anche sensibilizzare le Aziende agrarie e le Organizzazioni Professionali agricole sull’uso razionale degli agrofarmaci. Sono stati oggetto di analisi anche l’attività di gestione della Rete agrometeorologica, per le sue ricadute sull’uso dei fitofarmaci in agricoltura, e il progetto pilota di Monitoraggio del territorio nella zona DOC Montefalco.

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