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La Vera di pozzo del primo ospedale perugino è stata recuperata e posizionata all'ingresso del S. Maria della Misericordia
vera del pozzo

I monumenti antichi per le comunità non sono solo opere d’arte da offrire alla vista dei turisti ma spesso richiamano alla mente dei residenti momenti del passato di cui hanno avuto cognizione, magari solo per sentito dire dagli avi.
Con l’intenzione di ripercorrere il filo della memoria, legando passato, presente e futuro, l’Azienda ospedaliera di Perugia ha presentato il progetto di restauro della Vera di pozzo del primo ospedale perugino, recuperata e posizionata all’ingresso del S. Maria della Misericordia.

A togliere il telo bianco che copriva il pozzo, inaugurando così l’opera davanti a pazienti e personale sanitario, sono stati la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, il rettore dell’Università di Perugia Franco Moriconi, l’assessore regionale alla sanità Luca Barberini, il direttore dell’Azienda ospedaliera di Perugia Walter Orlandi e Franco Chianelli del Comitato per la Vita “D.Chianelli”, promotore del progetto di restauro, attivato con il contributo dell’associazione.

La Vera di pozzo, che era allocato in via della Pesceria, ora via Oberdan, prima sede dell’antico ospedale “Domus Misericordiae”, di cui ne reca ancora l’elegante simbolo scolpito sulla lastra anteriore, è stata recuperata dai depositi comunali ed inserita nell’atrio principale dell’ospedale.

L’opera infatti giaceva scomposta, ed in parte dispersa, nei depositi di pietre e laterizi del cantiere del Comune di Perugia
, ma con una caratteristica – ha ricordato Mario Amico, responsabile dell’accoglienza dell’ospedale che ha coordinato i lavori di recupero – che la rendeva unica: uno degli otto specchi di pietra calcarea che la componeva, infatti, recava ben impresso quello che si può chiamare il logo che da secoli caratterizza le proprietà ed i luoghi in cui ha avuto stanza l’antico ospedale.

Amico ha inoltre sottolineato “il compromesso raggiunto con la Soprintendenza per non averlo collocato nel luogo dove è nato ma su una piattaforma all’ingresso del nuovo ospedale, quasi come dono per gli utenti”.
Il recupero di questo manufatto artistico, che richiama quindi la storia di uno degli ospedali più antichi d’Italia, per Orlandi si inserisce “nel complesso processo che ha portato l’ospedale a puntare all’accoglienza con la struttura ospedaliera ripensata come una città nella città”.

Un pozzo “come vita, acqua e speranza” lo ha definito la presidente Marini, che ne ha voluto cogliere “tutti gli aspetti positivi”. “Il restauro – ha aggiunto – è anche operazione culturale con un forte significato simbolico e di appartenenza civica, esprimo pieni complimenti al Comitato Chianelli e a Mario Amico che hanno fortemente voluto firmare questa operazione di recupero di un elemento storico tanto prezioso”.

Per l’occasione è stata realizzata anche una pubblicazione, curata dal prof. Franco Mezzanotte dell’Università di Perugia, con il contributo di Gesenu, per raccontare oltre al pozzo anche la storia del primo ospedale perugino.
Il lancio del progetto editoriale è stato accompagnato anche da un video, con immagini di oggi e dell’epoca, dal titolo “Dal primo ospedale di Perugia ad oggi – Storia di uno stemma”.

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