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Il fatturato dal 1999 ad oggi è schizzato dai 25 ai 430 milioni di euro e si prepara nel 2009 a toccare i 900 milioni di euro; poche le iniziative nel territorio di Deruta, Marsciano e Todi

Il dibattito sulla presunta centrale nucleare nel ternano ha riportato l’attenzione anche sull’energia solare vista, in primis dal premio Nobel per la fisica Rubbia che di nucleare se ne intende, come unica prospettiva seria per risolvere la crisi energetica mondiale, anche se lo scienziato, come sempre in Italia (la vicenda di Fermi sembra ripetersi ciclicamente) ha più persone interessate a seguirlo fuori dalla penisola che da noi.
Non a caso è la Spagna, che ci ha superato nel Pil, la nazione che ha costruito le prime centrali solari modello Rubbia, facendo un passo notevole in avanti, sfruttando anche l’eolico, nella riduzione della dipendenza energetica.
Anche in Italia da un paio d’anni è partita la corsa al fotovoltaico, ma ora ci sono preoccupazioni perché le risorse rischiano di essere dirottate per decenni sul “mitico” nucleare e il GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane) ha ritenuto necessario incontrare il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia per renderla edotta delle attività del gruppo di aziende che si radunano intorno all’associazione di categoria, oltre che delle principali tematiche del settore fotovoltaico.

Tra i dati forniti le cifre del fatturato del fotovoltaico italiano, che passano da circa 25 milioni di euro del 1999 agli 85 milioni del 2005, infine, raggiungono con un gran balzo i 430 milioni di euro.
Le ricerche di mercato del GIFI fanno prevedere che entro il 2009 ci potrebbe essere, se il trend non subirà le temute interruzioni, un’ulteriore crescita del numero degli addetti che dovrebbe raggiungere la quota di 2000-2500, del numero delle aziende operanti nel settore che dovrebbe assestarsi intorno alle 150 di cui almeno 12 produttori di moduli. Il fatturato totale potrebbe raddoppiare e superare i 900 milioni di euro.

Attualmente gli oltre 10.700 impianti fotovoltaici incentivati in Italia con il conto energia portano la potenza totale a 113 MW.
Gli ultimi dati forniti dal GSE in merito agli impianti fotovoltaici entrati in esercizio e incentivati con il conto energia fanno rivedere ancora leggermente verso l’alto i risultati relativi all’anno 2007, che diventano 69,9 MW.
A maggio, risultavano in totale 10.705 impianti fotovoltaici in esercizio per una potenza pari a 112,9 MW grazie al meccanismo del conto energia: 74,8 MW (4.446 impianti) per il vecchio conto energia e 38,2 MW (6.259 impianti) per il nuovo conto energia.

Con la rivalutazione dell’installato entrato in esercizio per il 2007, si devono rivedere anche i dati relativi all’andamento 2008. Finora, nell’anno in corso, risultano in esercizio nuovi 3.064 impianti per una potenza di 33,6 MW: per il vecchio conto energia 13,7 MW (242 impianti) e per il nuovo conto energia 19,8 MW (2.822 impianti).
Ciò vuol dire che dall’inizio dell’anno sono stati installati e messi in rete in media ogni settimana 175 impianti e una potenza di circa 1,9 MW (oltre 8 MW al mese). Per raddoppiare l’installato del 2007 queste medie dovranno aumentare sensibilmente; per quanto concerne la potenza installata settimanalmente si dovrà infatti arrivare a circa 2,7 MW, cioè oltre 11,5 MW al mese.
Nel 2007 la potenza fotovoltaica installata e incentivata è stata in media di 120 impianti a settimana per una potenza di 1,3 MW.

Molti sono gli impianti realizzati in attesa di allacciamento alla rete. Resta comunque importante che il mercato in Italia è in grande crescita: nel 2007 si è incrementato di oltre 7,4 volte rispetto al 2006, e nel solo anno 2007 si è installata una potenza fotovoltaica molto maggiore di quanto non fosse il totale cumulativo presente in Italia, quindi quello installato in quasi 30 anni.

La regione capofila per potenza installata è certamente la Lombardia: circa 14 MW (1.817 impianti), cioè il 12,5% del totale nazionale. Molto buoni anche i risultati in Trentino Alto Adige (10,5 MW), Emilia Romagna (10,1 MW), Toscana (7,8 MW), Piemonte (7,5 MW), Veneto (6,6 MW). Ma soprattutto ottimo è il dato per la Puglia con 11,7 MW connessi alla rete.
A fronte di ciò una assoluta mancanze di iniziative in territori come il tuderte che, forse in ragione del loro antico lignaggio, sembrano volgersi a guardare un passato lontano, anche in zone (vedi Pantalla) dove tanti capannoni piatti potrebbero ospitare una bella fonte di guadagno, visto che qui da noi di sole ce ne è più che in Padania e l’intelligenza o il fiuto per gli affari non dovrebbe mancare. Uno dei pochi casi significativi e in controtendenza da segnalare in zona, a parte l’impegno industriale diretto del Gruppo imprenditoriale massetano Anglantoni, quello della marscianese Sidernestor.

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