Il sistema regionale consente diversità di normative nei vari territori italiani, una cosa che si conosceva da tempo, ma in un tempo in cui alcune Regioni, sicuramente l’Umbria, sono minacciate di soppressione sarebbe utile per chi dalla presenza di una Regione ci guadagna evitare che i cittadini debbano constatare che l’erba del vicino è più verde.
Ma se quanto afferma il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) dovesse essere vero sarà proprio così, perché “ gli umbri diventano cittadini di serie B e, al contrario dei residenti in altre regioni, dovranno pagare il bollo pieno anche sui veicoli di particolare interesse storico”.
“Con il voto di oggi (ieri n.d.r) in Consiglio regionale l’Umbria dà uno schiaffo ai propri cittadini e agli appassionati di auto e moto storiche.
Da oggi non esiste più l’esenzione del bollo per i veicoli di particolare interesse storico che quindi torneranno a pagare il bollo pieno, dal costo più che triplo rispetto all’attuale.
Se prima i cittadini erano in difficoltà per la pesante crisi economica, da oggi grazie all’emendamento proposto dall’assessore Bracco, sono ancora più tartassati dalla fiscalità regionale”.
Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) commenta l’approvazione da parte del Consiglio regionale, con i voti favorevoli di Pd e Psi, dell’emendamento della Giunta che reintroduce il bollo pieno per le auto e le moto di particolare interesse storico, che vanno dai 20 ai 29 anni.
“È bene ricordare – continua Dottorini, che nella nota fa riferimento al
suo ruolo di presidente di ‘Umbria migliore’ – che grazie ad una nostra
modifica l’atto uscito dalla Commissione aveva preservato il bollo ridotto per le auto e le moto di particolare interesse storico che presentano i requisiti previsti dalla legge e che sono certificate dai centri specializzati della Regione.
Ma la Giunta ha voluto dare uno schiaffo ai cittadini umbri e annullare questa possibilità. In questo modo diventerà a breve operativa la scure del governo Renzi che prevede di tagliare tutte le agevolazioni per i veicoli ultraventennali”.
“Questo atto – continua Dottorini –, oltre a generare un danno
economico per migliaia di cittadini che nella nostra regione si troveranno di colpo a dover pagare centinaia di euro a fronte dei 25,82 che pagavano fino ad oggi, di fatto crea una disparità di trattamento tra i cittadini umbri e quelli di altre regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e provincia autonoma di Trento e Bolzano che invece hanno preferito andare incontro ai propri cittadini e mantenere il beneficio del bollo ridotto per le auto e le moto storiche.
Così, mentre in altre regioni si cerca di tutelare un grande patrimonio storico e culturale in Umbria si preferisce infierire e andare a fare cassa proprio nelle tasche di quegli appassionati e collezionisti che possiedono auto e moto e vespe ultra ventennali”.
“Già fu una dura battaglia – conclude Dottorini – quella che portò nel
2007 a introdurre l’autocertificazione per il veicoli storici, ma oggi si
manifesta in pieno la pesantezza di un apparato burocratico regionale che è sempre stato ostile verso questo mondo e che oggi pare prendersi la rivincita su un settore che non merita questo trattamento. Adesso sarà opportuno andare a spiegare ai cittadini come questo è potuto avvenire e chi ha preferito reintrodurre il bollo per le auto storiche, relegando gli umbri acittadini di serie B”.