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L’andamento demografico di città e campagna in mezzo secolo: negli ultimi dieci anni la popolazione del comune è cresciuta molto ed il territorio non è più quello di una volta
marsciano

Non è molto che è stato annunciato che il Comune di Marsciano ha superato i 18.000 abitanti; un dato che riporta la cittadina della Media Valle del Tevere ai livelli quasi degli anni ’50, dopo aver conosciuto quasi quattro decenni di abbandoni, che la avevano portata a contare poco più di 15.300 residenti.
L’Amministrazione comunale attendeva con ansia il raggiungimento di questa cifra cifra, visto anche che, tra le altre cose, al superamento dei 18.000 abitanti è legata la possibilità di poter aprire una ulteriore farmacia.
Tramite i dati dei vari censimenti dell’Istat dal 1951 a quello del 2001, proviamo a ricostruire l’andamento demografico del territorio marscianese e le sue caratteristiche in questo mezzo secolo, integrando gli ultimi dati disponibili da parte dell’Istituto nazionale dei statistica con quelli più recenti diffusi dall’ufficio anagrafe del comune di Marsciano.
I dati dei censimenti e quelli dell’anagrafe non sempre combaciano, ma questo vuole essere una analisi della tendenza demografica senza avere una pretesa di scientificità assoluta; altre difficoltà, nel raffronto dei dati, sono state trovate nel confrontare dati di fonti diverse, visto che il censimento, dal 1981 in poi, considera le “case sparse” unicamente a livello comunale e non più di singole frazioni.

LA POPOLAZIONE IN CITTA’ E CAMPAGNA
Il primo elemento che balza all’occhio riguarda la popolazione residente nel 1951: 18.266 abitanti, un dato che, al momento, non sembra essere raggiunto ancora da Marsciano; all’epoca ben 13.193 abitanti vivevano nelle frazioni, in un’economia dove l’agricoltura era l’attività principale.
I lavoratori nel comune marscianese risultavano essere 9.627 nel 1951 (di cui 7.204 nel settore agrario) e 7.489 nel 1961 (4.370); in quei due censimenti venivano considerati, fra i potenziali lavoratori, tutti i nati dai 10 anni in poi.
Dal censimento del 1971 la metodologia cambia, il lavoro dei bambini nelle campagne non è più la normalità come nell’immediato dopoguerra; questo comporta che i lavoratori totali scendono nel 1971 a 5.494 con 1.818 lavoratori nel comparto agricolo, mantenendo lo stesso comunque ad un livello del 33% della forza lavoro totale, rispetto al 75% del 1951 o al 58% del 1961.
Il dato è poi continuato a calare costantemente, portando nel 1981 l’agricoltura ad impiegare 1.208 lavoratori su 6.257 (19%); nel 1991 erano 936 su 6.286 (14%); nel 2001, ultima data nella quale abbiamo tale tipo di dati, l’agricoltura occupava 663 lavoratori su 6.486, finendo per rappresentare il 10%.

Questo dato è collegato in modo diretto all’abbandono delle frazioni fino al censimento del 1991: infatti dai 13.193 residenti che erano contati nel 1951 fuori da Marsciano, si è passati al minimo storico del 1991 con soli 8.154; da allora si è invertita la rotta e nel 2001 i residenti nelle frazioni erano tornati ad essere 8.585, evitando così il sorpasso che poteva sembrare annunciato fra città e campagna.
Dai dati del Comune emerge che in questi ultimi anni ci si è riattestasi a 9.187, dato riferito al 31 dicembre 2007; chiaramente non si è tornati ad un’economia agricola, ma si tratta di nuovi arrivi, soprattutto nel nord marscianese, terra oramai che sembra destinata ad accogliere tutto lo sviluppo di Perugia verso sud.

LE FRAZIONI: CHI SCENDE E CHI SALE
I numeri dell’ufficio anagrafe riferiti al 2006 ed al 2007 evidenziano come Badiola, San Biagio della Valle, San Valentino e Castiglione della Valle abbiano avuto uno sviluppo notevole in poco tempo.
Castiglione della Valle, secondo i dati dell’anagrafe, con l’arrivo di 143 residenti in 6 anni è cresciuta del 28%, seguita da San Valentino (89 nuovi residenti, +20%) e Migliano (+18 con 38 arrivi).
Morcella è la frazione del sud che si è più sviluppata a livello demografico, registrando un incremento percentuale di 17 punti, con 50 nuovi arrivi.
Chiaramente il dato netto più importante è quello del capoluogo che, a fronte di un incremento percentuale del 12%, ha contato ben 995 nuovi arrivi, rappresentando da solo più della metà dei 1.557 nuovi residenti nel territorio comunale in questi sei anni.

Fra le frazioni che invece, almeno in questi sei anni, indietreggiano, troviamo, Montevibiano, che ha registrato un -15% con la partenza di 6 abitanti su 40, seguito da Olmeto (-10% con 27 abitanti in meno) e Sant’Elena (-4%); anche Migliano, Sant’Apollinare e Papiano sono in passivo, ma con percentuali irrisorie.
Sia Sant’Elena che Olmeto sono in passivo cronico dal 1951 (ad eccezione del censimento 2001 per Olmeto) e stanno andando verso la scomparsa, mentre l’abbandono cronico di Pieve Caina ha subìto uno stop negli ultimissimi anni.
Se tentiamo di confrontare i dati più recenti con il censimento del 1951 non troviamo nessuna frazione che abbia mantenuto i livelli demografici dell’epoca, l’unica che si avvicina è Cerqueto che, in 55 anni, ha mantenuto l’80% dei residenti; anche San Valentino non si comporta male, conservando il 78% dei residenti, mentre Montevibiano è passata da 323 abitanti a 34, mantenendo solo il 10%.
Fuori dal coro Schiavo, località praticamente nata con lo sviluppo della zona industriale di Marsciano, neanche censita nel 1951: si è sviluppata di quasi il 1500% in mezzo secolo.

I NUMERI DELLE CASE E DEGLI STRANIERI
E’ interessante analizzare anche il dato relativo alle abitazioni presenti nel marscianese, che sono raddoppiate dal ’51 al 2001. Erano inizialmente 3.203, in un’epoca nella quale l’Istat rilevava, tra famiglie numerose, quelle con più di 9 elementi; dieci anni dopo erano 3.668, 3.777 nel 1971, 4.252 nel 1981, 4.884 nel 1991, fino alle 6.511 abitazioni dell’ultimo censimento, nel quale vengono considerate numerose la famiglie con più di 5 abitanti.
Nel comune dal 1981 le abitazioni disabitate sono fra le 800 e le 1.000, evidenziando che, almeno nel marscianese, l’emergenza abitativa non è al primo posto fra i problemi della gente, anzi, se si fa un giro nei borghi si scopre quanti appartamenti o locali sono in vendita o messi in affitto.

La crescita demografica di Marsciano è legata all’immigrazione, visto che il bilancio demografico degli ultimi anni (nati-morti) è quasi sempre in passivo; oggi gli stranieri rappresentano il 10% dei marscianesi, sono 1.838 e rappresentano l’elemento principale dell’incremento demografico che si è registrato soprattutto in questi ultimi 15 anni.
Secondo l’ufficio anagrafe, nel solo 2007, sono giunti a Marsciano 481 cittadini stranieri, a fronte di 109 che sono partiti; se consideriamo che l’incremento in tutto il comune, nell’anno in oggetto, è stato di 446 unità, si può capire in che misura la crescita demografica sia in pratica quasi tutta straniera.

Dai dati della ricostruzione demografica intercensuaria dell’Istat, emerge che l’inversione di tendenza si è avuta nel 1996,
dopo un sali e scendi durato 15 anni, che faceva rimanere invariata la popolazione.
Il boom è iniziato alla fine degli anni ’90 e sta continuando oggi, anche se i dati Istat definitivi sono fermi al censimento, ma sembra che dal 1996 non si è mai più tornati indietro.
L’Istat, che propone degli aggiornamenti continui sui residenti nei vari Comuni, ancora non ha sancito il superamento dei 18.000 abitanti, ma è fermo a 17.793 di maggio 2007; di sicuro l’ultimo anno è stato il più vivace, dal punto di vista migratorio per il nostro comune; nel passato si faticava in 10 anni a crescere di 100 unità, ora si cresce di 450 persone l’anno; se questa tendenza verrà confermata in pochi anni si arriverà a 20.000 abitanti.

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