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Le Sezioni Unite della Suprema Corte dovranno sciogliere i contrasti sulla punibilità o meno della coltivazione, per solo usi personali, di piante i cui semi sono classificati come stupefacenti

Qualcuno potrebbe pensare che l’argomento sia di scarso interesse per la gran parte dell’opinione pubblica, ma i semi delle piante da cui è possibile ricavare stupefacenti si sono così diffusi lungo le sponde del Tevere, che qualcuno potrebbe trovarsele nei vasi di fiori del balcone o nel giardino di casa senza riconoscerle e così passare dei guai.
Oggi, 24 aprile, a seguito di un provvedimento del Primo Presidente della Corte di Cassazione, saranno le Sezioni Riunite a decidere se ci sia la configurabilità o meno del reato di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope nel caso in cui si effettui la coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, adducendo quale giustificazione la destinazione ad uso personale del prodotto ricavabile dalle stesse.

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