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Una mostra sui manifesti sovietici, allestita al Palazzo del Vignola da giovani tuderti, che potrà essere visitata fino a domenica 31 agosto
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Dall’impegno di B&B Digital Architecture e SodLabStudio –  in particolare Federico Nuti, Vincenzo Germino, Luca Baldocchi, Giampiero Germino e Enrico Salvatelli – è nata la videoinstallazione al Palazzo del Vignola, dal titolo “Gli Animanifesti in URSS”. Qualche giorno fa, questi intraprendenti ragazzi tuderti ci hanno accompagnato alla scoperta della mostra da loro allestita, spiegandoci il contesto e le intenzioni, con cui l’allestimento è nato. I Manifesti sovietici – ci ha detto Vincenzo Germino –  apparsi per la prima volta durante la rivoluzione proletaria in Russia hanno portato gli slogan del Partito Comunista alle masse e chiamato operai e contadini a combattere per la libertà e la giustizia. È proprio dall’idea dei manifesti russi, che hanno rappresentato una delle prime forme di pubblicità globale, che è nato questo progetto sperimentale.”

“Abbiamo voluto creare  – ha aggiunto Luca Baldocchi – una sorta di parallelismo tra le tecniche pubblicitarie attuali e quelle dell’epoca della Rivoluzione Russa, immaginando come sarebbero stati fatti gli stessi manifesti sovietici con le conoscenza di oggi.”
Ognuno degli artisti russi del tempo – da DS Moor, VV Majakovskij, M.M. Cheremnykh a V.N. Deni –  ha utilizzato metodi e tecniche uniche al fine di creare, non solo un prodotto artistico, ma anche potenti messaggi propagandistici. I manifesti sovietici hanno saputo tenere il passo con i tempi e creare   le immagini di modelli di ruolo per generazioni di lavoratori e soldati sovietici, contrapponendosi – tramite il costruttivismo – alle logiche degli altri Paesi del tempo.

“Animanifesti in URSS” è una videoinstallazione, che fa rivivere i manifesti dell’URSS, donandogli movimento, esplorandoli, rievocando i messaggi che hanno trasmesso alle masse e introducendo la terza dimensione, tramite un accurato studio della profondità.  Particolare e di grande effetto è lo schermo con il volto di Stalin in 3D, che segue gli spostamenti dell’osservatore. “Abbiamo pensato – ci hanno detto i ragazzi – di immaginare uno Stalin, sul modello del Big Brother di Orwell, che segue, scruta e giudica l’osservatore da uno schermo.La perfetta fusione tra movimento, spazio e contenuto”.

Da segnalare, inoltre, che i ragazzi si sono occupati di tutta la parte digitale del Todi Festival. La mostra, al Palazzo del Vignola, potrà essere visitata fino a domenica 31 agosto dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.50.

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