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Le organizzazioni del mondo agricolo intervengono sull'utilizzo di prodotti agricoli utili per l'alimentazione nella produzione di carburanti: l'alternativa è un uso intelligente degli scarti

Dopo l’entusiamo iniziale in materia di biocarburanti, le obiezioni sollevate dal mondo scientifico e le perplessità manifestate dal mondo politico – Gordon Brown in Inghilterra e Prodi in Italia, cui si è aggiunto in questi giorni il governo tedesco – stanno facendo riflettere il mondo agricolo.
Anche l’europarlamento si interroga sul futuro dei biocarburanti. Quella che era considerata sino a poco tempo fa una delle risposte al problema del cambiamento climatico sembra aver perso mano a mano credibilità.
I carburanti biofuel, infatti, se da un lato costituiscono una fonte pulita in alternativa a quelli fossili, possono dall’altro mettere a repentaglio l’ecosistema del pianeta e l’ approvvigionamento alimentare di molte popolazioni.

La ‘mission’ dell’agricoltura è prioritariamente alimentare e quindi l’uso delle materie prime agricole per la produzione di biocarburanti in Italia non va incentivato.
Sembra un appello della FAO giustamente preoccupata dalla scarsità delle risorse per uso alimentare ed invece è un coro unanime delle organizzazioni agricole Coldiretti, Fedagri e Cia al convegno ‘Agroenergie integrate e futuro: challenger e agricoltura, impresa e innovazione tecnologica’ organizzato a Roma dalla fondazione Cloe presieduta da Marco Minniti.
Per Stefano Masini della Coldiretti “tra le colture dedicate ai biocarburanti e la raccolta dei materiali di scarto, noi diciamo no alle prime“. Secondo la Coldiretti l’agricoltura, quindi, deve continuare a produrre pioritariamente alimenti.

Il presidente della Cia Giuseppe Politi è stato ancora più drastico e provocatorio: “No grazie al biodiesel”, ha detto, piuttosto “l’apporto dell’agricoltura all’energia pulita deve provenire dalle biomasse”.
D’accordo anche il presidente di Fedagri Paolo Bruni che ha parlato a nome del coordinamento delle centrali cooperative. “Vent’anni fa – ha spiegato Bruni – eravamo in piena eccedenza di materie agricole e si potevano usare le materie prime per le agroenergie ma oggi la situazione è cambiata, i consumi sono cambiati. Dall’era dell’eccedenza si è passati all’era della carenza. Oggi l’utilizzo del grano e del mais è soprattutto alimentare. Ma “di fondamentale importanza può essere comunque l’utilizzo di sottomateriali come il biogas (da allevamenti zootecnici) e di biomasse”.
Infine, per il presidente di Fedagri, il richiamo ai requisiti necessari nella produzione di biocarburanti quali la filiera corta e la vicinanza dei luoghi di produzione a quelli del consumo.

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