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Le coltivazioni di orzo per Birra Peroni si estendono su circa 2500 ettari di terreno e rappresentano il 15% del fabbisogno annuale per la produzione della birra più amata dagli italiani.
SEGNICAMPI[1]

Attualmente la terra umbra è tra le più floride per la produzione di birra: la coltivazione dell’orzo, materia prima essenziale per birra , impegna oltre 120 aziende agricole.
In Umbria le coltivazioni di orzo per Birra Peroni si estendono su circa 2500 ettari di terreno e rappresentano il 15% del fabbisogno annuale per la produzione della birra più amata dagli italiani.

Il malto 100% italiano, proveniente da orzo selezionato in varietà specifiche, controllato nel contenuto di proteine ed enzimi e nella capacità germinativa, è da oltre 160 anni il fiore all’occhiello tra le materie prime naturali che contribuiscono a rendere unico il gusto delle birre Peroni.
Birra Peroni, pertanto, investe nella qualità e nell’innovazione della filiera produttiva italiana sponsorizzando e promuovendo, per il secondo anno consecutivo, un corso di formazione specialistica sui temi Gestione dell’Impresa Agricola e Sostenibilità in Agricoltura, cui hanno partecipato 50 agricoltori italiani, tra cui importanti aziende agricole dell’Umbria, appartenenti alla catena di fornitura di orzo per la produzione  di Birra Peroni.

Il corso ‘Birra Peroni per l’Agricoltura’ è realizzato in partnership con ENAPRA, l’Ente Nazionale di Formazione della Confagricoltura (che oltre ad essere partner tecnico dell’iniziativa, ricopre per questa edizione anche l’incarico di ente attuatore del progetto) e tramite un finanziamento di For.Agri, Fondo Paritetico Interprofessionale nazionale per la formazione continua in Agricoltura.

«Abbiamo scelto di investire in Umbria, dove nel 2013 sono state prodotte circa 8000 tonnellate di orzo, perché crediamo fortemente nelle potenzialità e nella forza del settore agricolo – ha detto Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne di Birra Peroni – e nel suo ruolo strategico per rilanciare l’economia italiana; in vista dell’appuntamento di EXPO 2015 potenzieremo la formazione e l’innovazione in tutto il percorso della nostra produzione, dalla Terra alla Tavola. Birra Peroni per l’Agricoltura è uno degli importanti progetti che mettiamo in campo per lo sviluppo e il supporto all’imprenditorialità della nostra filiera», ha continuato Sannella.
«Quest’anno in aula ci sono state anche le giovani generazioni dei nostri coltivatori ‘storici’ sia di orzo che di mais, tra i partecipanti in 39 hanno meno di 45 anni e dieci sono donne: un cambiamento di rotta che restituisce all’agricoltura un ruolo chiave nella filiera economica italiana».

«Confagricoltura crede e punta  alla formazione dei produttori – ha osservato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi -. Il futuro dell’agricoltura è certamente nelle mani  dei giovani e tocca soprattutto a loro  essere educati per riuscire ad applicare in pieno questo concetto di filiera,  che significa  produrre con finalità specifiche in coerenza con i bisogni dell’industria in una logica di moltiplicazione del valore. Gli agricoltori sono ancora la parte debole e scontano insufficienti potere contrattuale e  riconoscibilità.
Iniziative come questa con Birra Peroni sono importanti perché rappresentano il primo fondamentale passo per ‘saldare’ il campo alla tavola. Il futuro va sempre più verso la rete e l’interprofessione per valorizzare una filiera capace di congiungere armonicamente nella catena del valore produzione, trasformazione e vendita».

L’agricoltura di qualità non solo garantisce prodotti sani e gustosi, ma produce ricchezza e alimenta l’imprenditorialità, anche a livello locale: per la produzione della sua birra, Birra Peroni ha bisogno di circa 50.000 tonnellate di orzo all’anno (equivalenti ad una superficie seminata di 16.880 ettari e circa 1.600 agricoltori impiegati) che hanno un valore d’acquisto di oltre 11 milioni di euro.

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