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Una società romana rivendeva i minuti gratis di telefonate concessi in caso di attivazione di sim card che venivano intestate a persone del tutto ignare: coinvolto un rivenditore di Orvieto

Un ingegnoso sistema di far soldi con i documenti, persi o rubati o fotocopiati, di ignari cittadini quello scoperto ad Orvieto dai carabinieri.
Una società romana sfruttava i minuti di conversazione gratuiti che Wind offriva all’epoca con l’attivazione delle sim, per poi rivendere il traffico ad operatori nazionali di telefonia fissa che si rivolgevano a questa società per acquistare ad un costo più basso delle normali interconnessioni.
Risultavano aver attivato le sim ignare persone, originarie delle più disparte località d’Italia. In comune avevano soltanto il fatto di esser stati derubati o aver smarrito un documento di identità, ma è possibile che i truffatori abbiano pure sfruttato le numerosissime copie dei documenti personali che girano il mondo per convalidare la firma delle auto dichiarazioni richieste per l’erogazione di numerosi servizi pubblici e non.
A partire da questi documenti ‘recuperati’, l’organizzazione riusciva a mettere a segno le truffe. In sostanza, una volta in possesso dei dati anagrafici di un bel pacchetto di persone, i rappresentanti della società si presentavano al rivenditore con i contratti compilati e i documenti fotografati e provvedevano, in questo modo, all’attivazione delle card Wind.
Uno dei rivenditori che avrebbe intestato le sim card “fasulle” è della città umbra e da qui sarebbe partita l’indagine.

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