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I ripetuti danneggiamenti agli arredi nel centro storico cittadino ad opera di quattro vandali da strapazzo siano oggetto di azioni mirate delle forze dell'ordine
animali rotti

Era già successo dieci giorni fa e ieri è accaduto di nuovo. I soliti imbecilli hanno nuovamente danneggiato alcune degli animali in legno con i quali associazioni, commercianti e singoli cittadini hanno arredato vetrine, scalinate, vicoli e molti angoli del centro storico di Todi. Dopo aver divelto e rotto le sagome presso la scalinata della chiesa di San Fortunato, il giorno della vigilia di Natale si sono concentrati sembra nella zona del Mercato Vecchio.
L’iniziativa, promossa l’anno scorso da Todinmente, ha trovato un’adesione ancora più ampia per il Natale 2013, riuscendo a conferire, pur nella sua semplicità, un’immagine coerente ed unitaria degli abbellimenti natalizi con i quali la città si presenta ai visitatori.

Purtroppo, come recita un detto, “la mamma dei cretini è sempre incinta” e Todi non fa eccezione. Anzi, sempre essere la patria eletta di piccoli manipoli il cui unico motivo di divertimento, e probabilmente di esistenza, è quello di danneggiare le cose pubbliche e quindi la città e quindi loro stessi, ma questo loro non sono in grado di capirlo, appunto perchè sono semplicemente degli imbecilli, magari ragazzini viziati o vitelloni senza arte né parte.

Non meriterebbero tanta attenzione (anche perchè decerebrati come sono sarabbero anche capaci di sentirsi gratificati) se non fosse che non si tratta di episodi isolati. Todi ha già dato in tal senso con i ripetuti danneggiamenti al parco della Rocca e con l’accanimento sulla segnaletica stradale. C’è bisogno allora che, pur a fronte di tanta altre più importanti emergenze alle quali il Comune e le autorità di pubblica sicurezza devono purtroppo attendere, anche questo problema venga messo nel mirino ed affrontato con risolutezza, con indagini serie che portino, anche attraverso il ricorso alla videosorveglianza,  all’individuazione di questi quattro vandali da strapazzo e alla loro punizione esemplare, secondo ovviamente quanto previsto dalla legge ma anche con ampia pubblicizzazione del loro nome e cognome.

Se questi comportamenti sono sempre inaccettabili, lo diventano tanto più in momenti economicamente difficili come quelli che stiamo attraversando, nonostante i quali vi sono istituzioni, associazioni e persone che continuano ad impegnarsi per tenere in vita la città, facendo qualcosa invece che bighellonare e provando a costruire invece che lamentarsi e criticare.

Torna in mente un discorso dello scrittore Luciano De Crescenzo, il quale ricordava come nella Napoli della sua infanzia la più grossa infamia fosse quello di essere additato dagli amici in un certo modo, che equivaleva alla morte civile.
Bene, De Crescenzo invitava a far sì che certi comportamenti siano bollati con la stessa cattiveria e crudeltà, in modo che certe persone invece che vantarsi e sentirsi eroi per tali gesti inconsulti nella loro sicuramente ristretta cerchia di amici vengano visti come dei disadattati indegni di essere frequentati o più semplicemente delle “merde”.

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