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Nella nostra regione i cinque anni per conseguire il diploma non vengono ripagati dal punto di vista retributivo: in Trentino chi si è fermato in terza media ha stipendi più alti

Povera scuola umbra o povera economia della regione. Il valore dei titoli di studio rilasciati in Umbria, se misurati con la retribuzione che garantiscono quando dai banchi di scuola si passa nel mondo del lavoro, fanno una figura pessima al confronto nazionale.
Un diploma in Umbria rende meno di una licenza media in Trentino Alto Adige. Se può consolare anche Marche, Lazio e tutto il Mezzogiorno sono nelle medesime condizioni. E’ quanto rilevato un’indagine del Centro Studi di Unioncamere sul rendimento dei titoli di studio.
La ricerca mette in evidenza come man mano che si passa da un titolo di studio di scuola dell’obbligo al diploma o alla laurea ci sono degli “evidenti miglioramenti retributivi”. Ma questi in Umbria sono molto minori che in altre regioni e ciò ripropone il dilemma se è la scuola ad essere insufficiente o l’economia della regione ad essere da “terzo mondo” e quindi incapace di utilizzare la migliore preparazione scolastica.
In Umbria anche la forbice tra la retribuzione di un laureato e quella di una persona con la scuola dell’obbligo è infatti del solo 18,6% in più ed è la più bassa in Italia. Meglio, per i laureati umbri ed in particolare le donne, andare al sud. In Campania e Sicilia la laurea consente addirittura di accedere ad un reddito superiore a quello dei laureati di tutte le altre regioni italiane ad eccezione del Trentino Alto Adige.
Il conseguimento della laurea determina il maggiore effetto sul reddito da lavoro in corrispondenza dei maschi residenti nell’Italia nord orientale, mentre evidenzia l’effetto più contenuto, anche se non trascurabile, per le donne residenti nell’Italia centrale.

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