L’aumento della tassa sulla caccia è diventato legge con una sorpresa che sarà gradita da una parte dei cacciatori.
Come già riferito nei giorni scorsi, il Consiglio regionale dell’Umbria con 18 voti favorevoli e 8 contrari ha approvato l’aumento della tassa regionale sulle licenze da caccia, portandola ad 84 euro.
Ma prima del voto finale sul provvedimento, l’aula ha votato all’unanimità l’esenzione dall’aumento per i giovani con meno di 20 anni e per gli ultrasettantenni.
Come primo firmatario dell’emendamento favorevole alle nuove e vecchie leve era stato Aldo Tracchegiani, ma poi lo stesso era stato formalmente ritirato perché accettato da tutti e ripresentato dalla stessa Giunta.
La procedura seguita dalla maggioranza per approvare l’aumento a valere sul 2008, tuttavia è stata fortemente contestata dalle opposizioni, perche ritenuto “‘iniquo e arrivato in aula senza la preventiva partecipazione” ed il relatore di minoranza Massimo Mantovani, ha annunciato ricorso, per “una violazione della legge, tale da prefigurare la sua incostituzionalità”.
Questa della mancata partecipazione è ovviamente una problematica di carattere generale e sicuramente se ne sentirà parlare di nuovo.
La ripartizione prevista del 100% delle entrate per la tassa è la seguente.
Il 65% sarà destinato alle Province, che potranno utilizzare soltanto il 50% per l’esercizio delle funzioni amministrative conferite in materia di caccia e di protezione della fauna.
Il restante 15% dovrà essere utilizzato per interventi di gestione faunistico-ambientale degli Atc (Ambiti territoriali di caccia).
Il restante 35% andrà per i Piani di gestione faunistico-ambientale sul territorio ed è così ripartito: 5% per gli interventi diretti della Regione; 7% per le attività dell’Osservatorio degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche; il 23% per la prevenzione e il risarcimento dei danni arrecati alla produzione agricola dalla fauna selvatica ed inselvatichita, oltre che dall’attività venatoria.
Per l’anno 2008 all’Ambito territoriale di caccia che ricade nella Provincia di Terni, sono destinati trasferimenti pari ad almeno il 30% delle risorse per gli interventi di gestione faunistica-ambientale.
La minoranza ha chiesto nel corso della discussione anche “che fine hanno fatto 1.500 capi di cinghiali abbattuti dalla Provincia di Perugia che per una media di per 35 chilogrammi di carni a capo dovrebbe aver prodotto carni commerciabili per 525 mila euro dei quali non conosciamo la destinazione”.
Dall’opposizione è giunta anche una critica specifica alla modalità di applicazione della tassa. “E’ anche ingiusto che l’aumento sia generalizzato sia per il vecchio pensionato che usa il fucile a due colpi che per chi invece ha i più moderni automatici a più colpi”.