La recente notizia della scoperta che in passato è stato il riscaldamento del nord del mondo a causare, paradossalmente, una glaciazione trova un riscontro “sotterraneo” impensabile.
Potrebbe essere questa anche la causa del rischio della “caduta” disastrosa in mare dei ghiacciai della Groenlandia.
C’è un’altra possibile causa dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, oltre all’effetto serra. Si tratterebbe di un punto caldo della crosta terrestre, che permette al magma sottostante di riscaldare il ghiaccio nella zona a nord-est dell’isola.
Un punto piccolo, ma caldo abbastanza, da sciogliere il ghiaccio, che si riversa in mare più velocemente.
Lo spessore del ghiaccio, la sua temperatura di base, e la topografia del terreno, hanno contribuito a formare, dicono i ricercatori, una sorta di fiume di ghiaccio che scorre all’interno di uno strato più largo. Negli ultimi anni, questi sono fiumi arrivati più in fretta al mare, facendo diminuire la copertura di ghiaccio dell’isola, e alzando il livello globale dei mari.
A fare questa scoperta sono stati gli scienziati dell’università dell’Ohio, che hanno combinato le misure della gravità dell’area, prese dal laboratorio di ricerca della Marina Navale, con quelle prese in aria.
Sotto la crosta c’è il mantello terrestre, uno strato di roccia parzialmente fusa che circonda il cuore della Terra. Lo spessore della crosta è variabile, ma generalmente è decina di miglia.
Anche così, il mantello è talmente caldo ,che la temperatura a poche miglia di profondità nella crosta raggiunge migliaia di gradi.
- Redazione
- 23 Dicembre 2007
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