Doccia fredda per l’APM, azienda perugina per la mobilità. E’ tra le 15 società del trasporto pubblico locale che l’Antitrust ha sanzionato “per intese restrittive della concorrenza” e dovrà pagare una multa vicina al milione di euro.
L’importo complessivo delle multe è pari a circa 10 milioni di euro. La multa più alta è per la società Trambus di Roma, 2,23 milioni di euro. Seguono G.T.T Torino (1,9 milioni), ACTV Venezia (1,55 milioni), APM Perugia (930mila euro), ATC Bologna (572.280 euro), ATC La Spezia (424.830 euro) ATP Genova Tigullio (387.000 euro), ATAF Firenze (363.990 euro), APAM Mantova (328.500 euro) ATCM Modena (275.776 euro), TEMPI Piacenza (274.380 euro), TEP Parma (270.000 euro), SITA (248.800 euro), TRANSDEV (136.000 euro), CO.TR.I. (11.000 euro).
Secondo l’ Antitrust “gli operatori coinvolti nell’istruttoria hanno costituito macro-aggregazioni a valenza nazionale, per partecipare in modo coordinato alle gare che si sarebbero dovute svolgere per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale, con l’esplicita finalità di limitare la concorrenza e proteggere il bacino storico di riferimento dell’operatore dominante già attivo in una certa area territoriale”.
L’obiettivo delle intese “è stato il mantenimento dell’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale in capo al precedente gestore o, in ogni caso, la riduzione del confronto competitivo tra operatori potenzialmente concorrenti, nel caso di partecipazione a gare fuori bacino”.
Per l’Antitrust “le intese sanzionate hanno contribuito ad eludere la piena realizzazione del processo di liberalizzazione del settore, in vista dell’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale tramite gara, che è slittato al prossimo gennaio 2008”.
L’istruttoria era stata avviata a novembre del 2005 e sotto il faro dell’ Antitrust era subito entrata anche “l’intesa fra Sita, Apm e Cotri per una partecipazione concertata alle gare attese il Lazio e Abruzzo”.
Una intesa, spiega ancora l’ Antitrust , che “ha avuto come effetto principale l’aggiudicazione dell’affidamento dei servizi aggiuntivi del Comune di Roma, avvenuta tramite la costituzione di un raggruppamento temporaneo in cui l’inclusione di Sita non era strettamente necessaria rispetto ai requisiti del bando. Tale partecipazione ha rappresentato la concreta manifestazione di un’intesa di più ampia portata finalizzata alla concertazione in ulteriori bacini territoriali, di cui si attendeva genericamente il bando dei relativi affidamenti, in cui Apm e Sita avrebbero potuto anche concorrere autonomamente”.