Il biossido di zolfo “può indurre un’infiammazione generale delle arterie e la produzione di sostanze nocive nei polmoni.
Tale sostanza appare come la più pericolosa tra quelle prodotte dall’inquinamento, secondo i ricercatori dell’ospedale George Pompidou di Parigi che hanno trovato una tecnica per misurare la pericolosità degli inquinanti atmosferici.
Il corpo umano ‘rileva’ lo smog con la stessa precisione di una centralina, anzi meglio non dovendo essere preventivamente “tarato” per riconoscere le sostanze. Lo hanno scoperto i ricercatori francesi che, in uno studio pubblicato dalla rivista americana Hypertension, hanno dimostrato che la capacità dei vasi sanguigni di dilatarsi diminuisce istantaneamente nei giorni di punta di inquinamento urbano.
Fino a questo momento gli studi sugli effetti dello smog sull’organismo si erano limitati a pazienti a rischio cardiovascolare. Per la prima volta i medici francesi hanno invece esaminato soggetti in buona salute, in tutto 40 persone tra i 18 e i 35 anni, a cui è stata misurata la funzione endoteliale, cioé la capacità dei vasi sanguigni di modificare il loro diametro in funzione della richiesta di sangue.
Confrontando i risultati con i dati sulla concentrazione nell’aria della capitale francese di polveri sottili e di gas inquinanti (ossidi di azoto, zolfo e carbonio), i ricercatori hanno osservato che la funzione endoteliale si modifica nei giorni inquinati, e la differenza fra i giorni con più smog e quelli con meno arriva al 50%.
“Gli inquinanti gassosi hanno un impatto maggiore sulle grosse arterie – ha spiegato Pierre Boutouyrie, coordinatore dello studio, al quotidiano francese Le Monde – mentre le polveri sottili agiscono su quelle piccole”.
- Redazione
- 7 Novembre 2007
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