Vi sono delle malattie, come il morbo Crohn (patologia autoimmune infiammatoria dell’apparato digerente) che ad un certo punto non sono più trattabili nè chirurgicamente nè farmacologicamente.
Per questi malati dei ricercatori italiani hanno ottenuto primi risultati, molto incoraggianti, dal trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche.
Lo rivela uno studio pubblicato su ‘Gut’, (gruppo ‘The British Medical Journal’), e condotto dal Centro trapianti di midollo della Fondazione Policlinico di Milano, diretto da Giorgio Lambertenghi (Università degli studi di Milano), in collaborazione con Gabriele Bianchi Porro dell’Azienda ospedaliera Sacco.
Nella ricerca sono stati coinvolti quattro pazienti. Sono state prelevate loro le cellule staminali emopoietiche periferiche, poi i malati sono stati successivamente immunosoppressi e, quindi, trapiantati con le loro stesse staminali, nell’intento di ‘resettare’ i linfociti regolatori, cioè quelli che regolano il sistema immunologico.
Due gli obiettivi dei ricercatori: verificare la non tossicità del mix farmacologico utilizzato per l’immunosoppressione, e dimostrare l’efficacia clinica del trapianto.
“Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti con successo – si legge in una nota della Fondazione Policlinico di Milano – c’è stata una remissione endoscopica completa nell’80% dei casi; e a 16 mesi, lo stesso 80% mantiene la remissione clinica ed endoscopica”.
Questi risultati hanno spinto altri ospedali italiani a unirsi alla ricerca: a oggi, conclude la nota, sono già raddoppiati i pazienti trattati, e si è ottenuta una conferma dei risultati raggiunti nei primi 4 casi.
- Redazione
- 12 Ottobre 2007
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