Alla “pre-apertura della caccia” in Umbria non potevano mancare le polemiche. A dare il là l’assessore alla caccia della Provincia di Perugia Massimo Buconi, che si è detto “critico” sulla pre-apertura, sulla mobilità venatoria e sul tesserino.
A tali esternazioni risponde, con un duro commento, Federcaccia: “L’assessore regionale Bottini ha le sue colpe, ma di certo altrettante ne ha quello provinciale Buconi”.
Secondo Alessandro Barbino, presidente provinciale di Perugia di Federcaccia Umbra, “Bottini ha le sue responsabilità perché non ha recepito e ascoltato le proposte di Federcaccia, che di certo non snaturavano il progetto della Regione ma avrebbero portato a consensi molto più ampi nei confronti dell’innovazione introdotta. Ad esempio, aggiungendo la quaglia nell’elenco delle specie cacciabili sin dalla pre-apertura si sarebbe garantita più diversificazione venatoria, meno pressione su poche specie e meno pericoli dovuti all’alta concentrazione di cacciatori in pochi, specifici siti.
Tuttavia – prosegue Barbino – c’è da dire che anche la Provincia di Perugia sugli accordi interprovinciali non si è mossa, non ha ottenuto nulla nonostante la Regione le avesse messo sul tavolo 200 posti in più con il Lazio”.
Ancora polemica, poi, sulla caccia in deroga: “siamo ancora in alto mare.
La Toscana sarà anche una regione forte, ma allo storno i cacciatori toscani spareranno già dal primo giorno.
Lo stesso accade nelle Marche, dove dal primo settembre e fino al 16 dicembre ogni cacciatore potrà prelevare 15 storni al giorno per un massimo di 100 capi nell’arco dell’intera stagione.
Forse l’Istituto nazionale della fauna selvatica, il cui parere è obbligatorio per consentire i prelievi in deroga, impiega tanto tempo a rispondere soltanto con il nostro assessore provinciale Buconi?”.
Intanto la Provincia di Perugia ha disposto controlli a tappeto sull’attività venatoria, negli otto comprensori del territorio.
Nelle operazioni di controllo – riferisce un comunicato dell’ente – saranno impegnati 60 agenti della polizia provinciale, suddivisi in 28 pattuglie, che in orari diversificati, vigileranno sul rispetto delle norme che regolano l’attività venatoria.
Gli accertamenti riguarderanno il prelievo venatorio, con particolare attenzione alle specie protette, il rispetto delle distanze degli appostamenti, le modalità di trasporto delle armi a bordo degli autoveicoli e l’iscrizione all’anagrafe canina dei cani ausiliari dei cacciatori.
- Redazione
- 2 Settembre 2007
Condividi su facebook
Condividi su twitter