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31 ottobre 2012
De Vivo (FareAmbiente) attacca l’assessore Baccarelli

Sono mesi che FareAmbiente ha segnalato l’esistenza di una discarica abusiva posta nei pressi della zona di Porchiano, senza avere alcuna risposta a riguardo, da parte dell’amministrazione comunale. Reputo molto grave l’atteggiamento tenuto dall’assessore con delega all’ambiente, Daniela Baccarelli, in quanto non si è degnata non solo di rispondere alla segnalazione fatta e apparsa sulla stampa locale, ma nemmeno si è adoperata per cercare di sanare l’area. E’ per questo motivo che FareAmbiente Provinciale utilizzerà ogni mezzo per denunciare questa inadempienza molto grave, giacché l’area in questione è gravemente compromessa dal punto di vista ambientale, che vede ancora una volta un’amministrazione pubblica disinteressarsi totalmente della salute del proprio territorio e dei cittadini che vi risiedono.
Roberto De Vivo – Coordinatore Provinciale FareAmbiente

29 ottobre 2012
Comune chiuso per… formazione

Nella giornata di oggi ci é stato segnalato da numerosi cittadini un fatto di estrema gravitá che intendiamo denunciare e stigmatizzare con forza. Alle ore 10 l’amministrazione avrebbe convocato un incontro con tutti i dipendenti comunali, di fatto determinando la chiusura di tutti gli uffici pubblici e l’interruzione dei servizi ai cittadini. Questo fatto, oltre a configurarsi come una grave violazione della legge, ha determinato un rilevante danno sul piano economico e dell’immagine del Comune di Todi. Per diverse ore i dipendenti di anagrafe, polizia municipale, tributi, servizi sociali, Servizi tecnici ed urbanistici, sono stati distratti dalle proprie mansioni per partecipare ad una riunione che sembra assumere più i contorni della propaganda politica che quelli collegati alle necessarie esigenze organizzative dell’ente. Il fatto, che un’amministrazione comunale, caso unico nella storia, abbia interrotto i servizi ai cittadini in orario di lavoro, é stato denunciato alle competenti autorità, mentre nei prossimi giorni, anche la Corte dei Conti riceverà adeguata documentazione della vicenda. In un momento così buio della politica italiana che segna una distanza sempre più incolmabile tra istituzioni e cittadini, questo fatto gravissimo manifesta in maniera forte l’inadeguatezza, l’impreparazione e di Rossini e della sua Amministrazione alla guida della città di Todi.
Gruppo Consiliare PDL, Gruppo Consiliare RUGGIANO SINDACO

28 ottobre 2012
I poveri a 150mila euro l’anno

Cadono davvero le braccia a sentire Confindustria – che cerca di accreditarsi come soggetto coerente e modernizzatore del nostro Paese – sostenere che una tassa del 3% sui redditi che superano i 150mila euro l’anno, per garantire una copertura agli esodati, rappresenterebbe un provvedimento iniquo.
Noi pensiamo che la vera iniquità, che va assolutamente sanata, sia quella relativa alla condizione degli esodati, una “iniquità moderna”, creata del Governo Monti, che si aggiunge alle altre storiche iniquità del Paese (carenza di lavoro per i giovani e questioni sociali sempre più gravi che ci fanno sottolineare che la vera emergenza del Pese si chiama Lavoro).
Noi pensiamo che in una fase di crisi come questa chi ha di più debba pagare di più: questa è la vera equità.
Ricordiamo anche alla Confindustria che nel nostro Paese il 45% della ricchezza è concentrato nelle mani del 10% degli italiani. Una nazione equa avrebbe dovuto far pagare a questo 10%, almeno il 45% del peso della manovra.
Così non è, al contrario di quello che avviene in Francia.
Gli stessi dati del Ministero dell’Economia ci dicono che su 412 miliardi di entrate, 193 derivano da imposte sui consumi (che colpiscono di più i ceti più deboli), 127 miliardi da tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni, 78 da tasse sulle imprese e solo 14 dal cosiddetto lavoro indipendente o autonomo.
Il problema degli esodati è fortemente presente anche in Umbria dove sono oltre 6000 i lavoratori che nella nostra regione attendono risposte certe e sarebbe utile che la Confindustria, oltre ad evitare polemiche strumentali e tese a tutelare solo i più abbienti, si concentrasse di più sulle crisi industriali che attraversano la nostra regione.
Dicevano gli antichi latini: “Nomina sunt consequentia rerum”. Quindi, Confindustria dovrebbe evitare di interessarsi e di spingere verso la privatizzazione del sistema sanitario umbro, su cui si sta concentrando abbastanza spesso nell’ultimo periodo, come abbiamo ascoltato anche nella relazione del presidente Cesaretti, all’ultima assemblea provinciale dell’associazione, per concentrarsi di più in quello che dovrebbe essere il suo ruolo: il sostegno alle attività industriali. Impegnandosi, quindi, anche lei a risolvere il problema dei 6000 esodati umbri e a sostenere progetti per la reindustrializzazione delle zone in crisi (vedi accordo di programma per la Merloni).
Recuperando questo ruolo Confindustria dovrebbe poter dare un contributo per far uscire l’Umbria dalla crisi all’insegna dell’equità e dello sviluppo.
Mario Bravi Segretario Generale CGIL Umbria

25 ottobre 2012
Umbria Jazz senza contributi statali

E’ incredibile che Umbria Jazz non sia stata ammessa tra le manifestazioni meritevoli del contributo da parte della Commissione consultiva della musica.
La rassegna ha ospitato i più grandi artisti degli ultimi 50 anni, viene svolta in una cornice straordinaria, ha ottenuto consensi di pubblico e critica di tutto il mondo ed è facilmente documentabile, è un fiore all’occhiello della cultura e non solo musicale del nostro Paese. Che una manifestazione con queste caratteristiche non sia stata ammessa al contributo non può che essere avvenuto per qualche cavillo burocratico o per qualche mancanza di approfondimento e verifica della realtà che rappresenta l’evento culturale perugino.
Per questo ho trasmesso al Ministro dei beni e delle attività culturali un’interrogazione perché, nel pieno rispetto delle proprie ed altrui competenze, possa rivedere la graduatoria delle manifestazioni meritevoli di essere ammesse al contributo, così da inserirvi anche  “Umbria jazz” e assicurare all’ evento culturale un contributo congruo  alla sua importanza”.
on. Pietro Laffranco, vicepresidente dei deputati del Pdl

24 ottobre 2012
A Massa c’è il Comitato per il ripristino dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori

Dal 13 ottobre a livello nazionale è partita la raccolta di firme per indire due referendum: uno per abolire la riforma Fornero e ripristinare l’art.18 dello Statuto dei lavoratori e l’altro per abolire l’art.8 della finanziaria 2011, che mette in discussione la contrattazione collettiva a livello nazionale.
Anche Massa Martana ritiene necessario partecipare e portare il proprio contributo per far sì che i due referendum sopraesposti possano andare a buon fine, è per questo motivo che anche nella nostra città nasce il comitato "LOTTOPERILDICIOTTO".
Esponenti di Federazione della Sinistra, di FIOM-CGIL e della società civile massetana si uniscono per rimettere al centro del dibattito politico il lavoro, per ribadire che anche in periodo di crisi mondiale ci sono diritti che non sono negoziabili, e tantomeno abbattibili per decreto.
Vogliamo far sentire la nostra voce per ribadire che non siamo disposti ad accettare un sistema di regole che non garantisca un posto di lavoro a chi ne ha bisogno o che glielo garantisce solo a patto che ceda ai ricatti del mondo imprenditoriale, e non siamo neanche disposti a cedere sui diritti che garantisce un contratto nazionale collettivo rispetto a un contratto aziendale.
Quindi a Massa Martana, la raccolta di firme inizierà domenica 28 ottobre in piazza Matteotti, dopodichè sarà possibile firmare in altre iniziative per le piazze del nostro comune, che di volta in volta publicizzeremo.
Comitato Referendario  LottoperilDiciotto



24 ottobre 2012
Il Profumo dei conti e.. viceversa

Gentile Ministro Profumo,  
sono un insegnante di Matematica e Fisica di un Liceo del profondo Sud. Uno dei tanti. Questa mattina mi sono svegliato e, da bravo   matematico, mi è venuta la travolgente voglia di fare due calcoli (la mia, purtroppo, è una mania irrefrenabile). Ho pensato che forse questa mia digressione algebrica avrebbe potuto esserle d’aiuto nel momento in cui dovrà   giustificare, in un giorno spero non troppo lontano, la sua proposta circa l’aumento delle ore di lezione frontale dei docenti, da 18 a 24.
Come tutti ben sanno, i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) sono una categoria super privilegiata: hanno  tantissimi giorni di ferie e, quelle poche volte che lavorano, lo fanno solo per 18 ore settimanali.
A questo punto entra in gioco la mia indole freddamente calcolatrice.
Dunque ho cercato di capire se faccio qualche altra cosa per la mia scuola e per i miei studenti, aldilà  
di queste 18 misere ore. Ecco cosa, con mio grandissimo  stupore, ho scoperto.
Ci sono 40 ore annuali tra scrutini,  consigli di classe, Collegi Docenti, riunioni dipartimentali e colloqui scuola famiglia. Un’ora ogni due   settimane per i colloqui antimeridiani con le famiglie.  
Per preparare lezioni e materiali per il giorno seguente  impiego circa un’ora.  
Le settimane di lezione in un anno  scolastico sono 41, togliendo ogni festività. In ogni  settimana ci sono 5 giorni di lezione. Quindi alle 40 ore  di cui sopra si vanno ad aggiungere 21 ore di colloqui con antimeridiani con le famiglie e 205 ore per preparare  lezioni e materiali. Il totale è presto fatto: 266 ore.
Giusto per essere pignolo ho provato a contare le ore che impiego per correggere i compiti in classe e le prove   oggettive dei miei poveri studenti. La correzione di un compito in classe, di matematica o di fisica, di un singolo  alunno porta via circa 20 minuti. Ogni correzione di prova oggettiva porta via circa 10 minuti. Tenendo conto del   fatto che mi fregio di avere 42 alunni a cui insegno Matematica e 62 a cui insegno Fisica, che in un anno   scolastico svolgo 8 compiti in classe e due prove oggettive, per ogni classe e per ciascuna materia, arrivo   ad un totale di 416. A queste vanno aggiunte circa 40 ore  per la preparazione delle tracce. Siamo arrivati ad un   totale di 722 ore.  
Visto che, oltre ad essere un   matematico, sono un irrimediabile filantropo stakanovista,   ho deciso di non computare in questa mia folle corsa  numerica le ore che passo su skype tutti i pomeriggi prima  dei compiti in classe per aiutare i miei studenti negli   esercizi che svolgono a casa, le ore in cui vado a coprire  le classi gratuitamente, puntualmente dopo che si è   esaurito il Fondo di Istituto e non ci sono soldi per   coprire le supplenze, le giornate e le nottate che passo  durante i Viaggi d’Istruzione per vigilare sui miei   studenti, le ore che servono per organizzare visite   guidate, viaggi d’istruzione e uscite didattiche durante tutto il corso dell’anno, le ore che servono per compilare verbali, pagelle, schede di valutazione intermedia,  programmazioni, programmi finali, registri cartacei ed  elettronici, corsi d’aggiornamento (che pago di tasca mia!!!).  
In tutto quanto questo non ho contato neanche  tutte le ore che impiego per fare mille altre piccole  attività funzionali al mio insegnamento. Ho voluto essere buono e ho fatto quell’atto di generosità che lei mi   chiede.
Però, aldilà di questo mio gesto di generosità, è  doveroso che io faccia un ultimo calcolo.  
Le mie ore di  lezione frontale in un anno scolastico sono circa 756. Se a  queste sommo le 722 ore di cui sopra, ottengo un totale di   1478 ore.  
Lo stipendio di un insegnante di scuola superiore è di 1400 euro netti, che in un anno solare corrispondono a 17700 euro (compresi di tredicesima).  
In  sostanza io gudagno circa 11,9 euro all’ora netti per le  mie 1478 ore di lavoro all’anno.  
Adesso, gentile Ministro,  paragoni il mio stipendio a quello di un qualsiasi collega  europeo. Se le sembra imbarazzante il confronto, ripensi a  quella sua proposta. Penso che la scuola meriti qualcosa di   più.
Amen.
Vito  Fumai 


24 ottobre 2012
Passi carrabili, come arrampicarsi sugli … specchi

Interrogazione al Sindaco di Perugia con risposta orale
Premessa
Come noto, l’articolo 44 del decreto legislativo n. 507/1993 definisce i passi carrabili come “quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra o altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata”.
Anche, la suprema Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il passo a raso, cioè senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere, “non determina un’occupazione visibile del suolo pubblico”.(tra le tante sentenza Cass. n. 16733/2007).
Sul punto il  Regolamento del Comune di Perugia per le occupazioni di spazi ed aree pubbliche all’art. 3 bis, comma 2, lett. e),   prevede che “sono esclusi dalla tassa (…) gli accessi a raso, cioè posti a filo con il manto stradale e privi di un’opera visibile che renda concreta e certa l’occupazione di suolo pubblico o di superficie privata sottratta all’uso pubblico, intendendosi per “opera visibile” una costruzione atta a facilitare l’ingresso o l’uscita dalla proprietà privata e che renda palese tale destinazione.
Con numerose istanze, i contribuenti hanno segnalato alla Concessionaria del servizio di accertamento e riscossione Tosap del Comune di Perugia A.T.I. Dogre srl che i passi carrabili censiti sono  della tipologia non soggetta a tassazione in quanto trattasi di passi “a raso”senza esposizione del cartello del divieto di sosta..
Tuttavia la Concessionaria Ati Dogre con provvedimento ha comunicato agli istanti la tassabilità del passo carrabile in quanto risulterebbe una modifica del piano stradale pubblico a mezzo di “smusso”.
Gli istanti conseguentemente hanno presentato all’ATI Dogre istanza di riesame del provvedimento  eccependo che il passo carrabile in oggetto è a raso e non è stato praticato nessuno smusso, né è stata modificata la strada.
A seguito di ciò, ATI Dogre srl  provvedeva ad accogliere le istanze di riesame in quanto, dopo un’ulteriore verifica in loco,  risultava evidente che l’occupazione era da considerarsi a raso e pertanto non tassabile.
Gli istanti quindi, viste le loro ragioni, hanno chiesto il rimborso degli importi versati e non dovuti per il pagamento del passo contestato.
Tuttavia, la Ati Dogre, ha rigettato le istanze di ricorso poiché impossibilitata a valutare retroattivamente la presenza dei presupposti di fatto idonei ad escludere la tassabilità del passo.  Appare evidente  come tale diniego sia illegittimo.  
Tutto ciò premesso si chiede al Sig. Sindaco del Comune di Perugia:
 Di conoscere i motivi per cui la Dogre, concessionaria comunale, pur accogliendo le istanze di riesame dei cittadini ha rigettato le istanze di rimborso, contravvenendo così le più elementari norme che regolano la Pubblica Amministrazione.
I Consiglieri Comunali PdL Massimo Perari, Michelangelo Felicioni, Armando Fronduti

24 ottobre 2012
A Fratta Todina non rinunciano all’IMU-Bis

L’Amministrazione Comunale di Fratta Todina ha respinto la mozione, da me presentata lo scorso 14 settembre, volta ad esprimere contrarietà all’istituzione della tassa di scopo e ad evitarne l’applicazione per gli esercizi finanziari 2012,2013 e 2014. Questo provvedimento, risalente al 2007 ma riproposto con alcune modifiche sostanziali all’interno del decreto fiscale varato dal governo Monti, prevede la possibilità per le Amministrazioni comunali di ricorrere all’introduzione della tassa di scopo, con durata massima di dieci anni, per finanziare al 100 % le nuove opere pubbliche comunali. Tale decisione potrebbe essere presa dal Sindaco semplicemente individuando l’opera da realizzare, definendo l’aliquota, i tempi di applicazione e redigendo il nuovo regolamento, con l’impegno a restituire ai contribuenti quanto versato nel caso di mancato avvio dell’opera, entro due anni dall’istituzione del tributo. Questa imposta (nota anche come Imu-bis) si configura come un ulteriore balzello sulla casa poiché ha lo stesso funzionamento dell’Imu, visto che ha la stessa base imponibile sulla rendita catastale già innalzata del 60%, l’aliquota massima del 5 per mille e l’applicazione prevista per tutte le tipologie di immobili, compresa la prima casa. Respingendo la mozione proposta, l’Amministrazione Comunale di fatto non ha escluso la possibilità di ricorrere a tale mezzo nel caso di penuria di risorse finanziarie, utilizzandolo come leva per far quadrare i bilanci. Da Amministratori coscienti della situazione economica generale che vede una pressione fiscale alle stelle, consumi e crescita indeboliti,ci si sarebbe aspettato un rifiuto netto dell’applicazione di questa nuova tassa con la ferma rinuncia a compiere una nuova stretta fiscale a carico di famiglie e imprese. Inevitabilmente nasce il sospetto che, poiché il nostro Comune non può più ricorrere all’indebitamento per l’anno in corso e con tutta probabilità dal prossimo anno non sarà nella condizione di poter rispettare i parametri imposti dal patto di stabilità, possa essere meno remota del previsto la possibilità di ricorrere all’imposta di scopo per provvedere all’esecuzione di tutte quelle opere di cui se ne ravvisasse la necessità. Con buona pace, ancora una volta, dei cittadini contribuenti.
Cinzia Moriconi-consigliere comunale Fratta Todina
 

23 ottobre 2012
Sia fatta luce sul "Lapidario" di Todi

I sottoscritti consiglieri comunali , ai sensi dell’art.64,comma 9 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale, presentano la seguente domanda di attualità per conoscere:
        1)      I costi complessivi di investimento sostenuti per il Museo Lapidario
2)      I costi di gestione sostenuti dalla sua apertura al pubblico al 30.9.2012 ( personale e consumi)
3)      I metodi di affidamento della gestione alle società o associazioni ed il compenso corrisposto dall’inizio della gestione al 30 settembre 2012
4)      Le caratteristiche delle società di gestione nonché i nomi dei legali rappresentanti:
5)      Il numero complessivo dei visitatori dall’inizio al 30.settembre 2012, nonché gli incassi complessivi;
6)      Le intenzioni dell’amministrazione comunale in ordine alla gestione futura.
 Qualora non sia possibile fornire risposta entro i termini previsti dal citato comma 9 dell’art.64 del Regolamento, si trasforma la seguente domanda in interrogazione.
 Per il Gruppo consiliare del Partito Democratico Il Capogruppo Andrea Vannini

20 ottobre 2012
No alla "marcia su Roma"

Siamo feriti e costernati che per le strade di Perugia siano stati affissi dei manifesti che ricordano la marcia su Roma.
La marcia su Roma è il simbolo della dittatura, fu la forzatura politica che permise la presa del potere da parte di Mussolini, fu l’inizio del regime fascista, che portò guerre e miserie al Popolo Italiano.
Riproporla pubblicamente in modo enfatico, significa ricordare positivamente uno dei fatti più sciagurati della storia nazionale.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e il Sindacato CGIL invitano tutti i concittadini e le Istituzioni a condannare e isolare ogni manifestazione che la commemori e la esalti, perché la marcia su Roma fu foriera di una catastrofe morale, culturale ed economica dalla quale gli Italiani si rigenerarono solo con la gloriosa Resistenza e la grande Costituzione democratica repubblicana.
ANPI Umbria: Francesco Innamorati; CGIL Umbria: Mario Bravi

15 ottobre 2012
Disturbi dell’apprendimento: non ci credo!

Riaperte  le  scuole  è  ricominciata  la campagna mediatica sui  Disturbi  Specifici dell’Apprendimento,  i cosiddetti DSA, mentre nelle scuole sono arrivati i primi progetti  per l’aggiornamento gratuito  agli insegnanti su di essi,  da parte di associazioni che non sono pagate, ma che hanno un forte interesse a diffondere il Verbo dell’ADHD,  della Dislessia,  Disortografia, Disgrafia e Discalculia.
Partecipi a questi corsi o conferenze e sembra tutto bello, ci sono questi specialisti che con voce suadente spiegano  che la Dislessia  è   "la difficoltà nella lettura, ossia una mancanza di correttezza e rapidità nel leggere"; la Disortografia  è " un’incapacità persistente di trasformare il linguaggio verbale in quello scritto usando correttamente la regole grammaticali"; la Disgrafia invece è  la  "difficoltà  di scrivere  in modo comprensibile al lettore non informato";  la  Discalculia :  "la difficoltà  nell’automatismo del calcolo e dell’elaborazione dei numeri".
Vengono fatti esempi divertenti  e soprattutto ti dicono  come riconoscerli  nei tuoi alunni per "aiutarli".
Ti dicono che è meglio fare diagnosi precoci per riconoscere la Dislessia QUANDO  I  BIMBI  VANNO  ALLA SCUOLA MATERNA ,  "per ridurre la difficoltà che  i dislessici  incontrano una volta  arrivati  alle elementari"  (Corriere della Sera  " Fin dall’asilo si capisce chi è a rischio" 24/09/2012).
Sostengono che la Dislessia è un disturbo  biologico di origine genetico,  causato  da un difetto di migrazione cellulare, che a questi ragazzi mancano le cellule che permettono  di leggere correttamente le lettere,  per poi affermare che  uno studente  viene diagnosticato dislessico quando,  misurando la velocità della lettura e la quantità di errori compiuti,  la sua performance  si discosta dalla  media.
Se  la  causa di questi disturbi  è biologica,   perché  per individuarla  non  vengono   utilizzati esami strumentali  ( radiografia, risonanza magnetica  ecc.)  come la natura del disturbo richiederebbe? Perché  viene utilizzato uno  strumento statistico basato sugli  scostamenti dalla media, inadeguato a rilevare la fonte del problema?
La statistica misura l’andamento di un fenomeno,  dice semplicemente che, ad esempio,  in una prova di dettato  fatta  su 100  alunni, 70 fanno 10 errori di ortografia,  5 ne fanno  6  e  25  ne fanno  20 .  Una prova di scrittura  nella quale  l’alunno  ha fatto 18 errori,  indica soltanto  che la sua  prestazione  è inferiore  a quella  della media dei suoi coetanei,  non  evidenzia  CHE E’ AFFETTO DA  UNA  PATOLOGIA  CEREBRALE,  NON  MISURA   L’ASSENZA  DI    "CELLULE  DEPUTATE  ALLA  LETTURA" .
Quanta validità scientifica possono avere diagnosi fatte in questo modo?
Cosa pensereste dello specialista che vi dicesse che vostro figlio di  7 anni (perché è questa l’età a cui gli scolari vengono sottoposti  a test)  è affetto  da   una malattia  biologica alle ossa  di origine genetica,  senza  avergli mai fatto fare una radiografia, solo perché è lento nel correre, ha fatto cadere molti ostacoli nella  corsa  ad ostacoli,  non cammina come la media dei ragazzi della sua età e le sue prestazioni si  discostano  dalle prestazioni   medie  dei suoi coetanei ?
Non solo,  ma vi dicesse anche che, data la natura della patologia,  dovete compensare questo disturbo facendolo camminare con le  stampelle,  non deve più saltare,  fare esercizi,  perché,  oltre a non servire a niente,  lo affatica  e  può causargli  delle frustrazioni ?
Quale destino avrebbe vostro figlio?  Non ve lo ritrovereste  forse dopo qualche anno  depresso  e  complessato  in una  sedia a rotelle?
Pensereste che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato!
Eppure è stata fatta una legge, la legge 170/2010,  con lo scopo dichiarato di aiutare  gli alunni affetti da questi disturbi,  ma che di fatto  ne  ha  ratificato l’esistenza  dandogli valore legale.
Gli effetti di questa legge si stanno già  vedendo!  Infatti in questo nuovo anno scolastico mi sono ritrovata nelle classi prime superiori una media di 4/5 alunni per classe diagnosticati affetti da DSA.
Alunni che, inizialmente, non sapendo che avevano ricevuto una diagnosi di DSA e vedendo che non scrivevano quando dettavo, invitavo loro a scrivere.  Qualcuno mi  guardava  con stupore,  poi capiva che non conoscevo il suo problema e si metteva a scrivere,  ma si perdeva , non seguiva il passo,  si vergognava,  lo vedevi timido e confuso, ti diceva che era rimasto indietro. Guardavo quanto aveva scritto, allora capivo:  scrittura a stampatello, errori di ortografia e di grammatica. Ti sembra  di avere  davanti  un alunno  di  prima o seconda elementare, ed in effetti  penso che la sua istruzione si sia fermata proprio lì, al giorno in cui gli hanno fatto la diagnosi di DSA . Sarà stato dispensato  dalla lettura e dalla scrittura, avrà  utilizzato il sintetizzatore vocale, il computer con il correttore ortografico, ecc .  Tutti i sistemi compensativi e dispensativi che la legge prevede  per questi casi e che noi dobbiamo ancora continuare ad utilizzare per la sua istruzione.
Questo è  l’aiuto così tanto sbandierato  che viene  dato a questi studenti e questi sono i risultati.
Poi pensi alla teoria della "causa  di origine  biologica, genetica"  e capisci  perché ad alcuni non gliene importa niente di scrivere, alla  prima difficoltà si fermano e  si mettono a fare disegnini:  è stato detto loro che non devono sforzarsi, che  non serve a niente esercitarsi, "perché di dislessia non si guarisce".
Questi alunni sono  tagliati fuori dall’istruzione,  li ritrovi in seconda superiore ancora più confusi di prima, alcuni nel frattempo hanno accumulato incomprensioni, frustrazioni, proteste, peggiorando  a tal punto che vengono loro diagnosticati altri disturbi:  ora sono  studenti  BES (bisognosi di un piano educativo speciale),  un modo elegante per  non  dire portatore  di handicap.
Da anni  sono stati  fatti notevoli sforzi per  diminuire la dispersione scolastica; ora qualcuno ha trovato un modo "scientifico" per crearla.
Dopo tre consigli di classe, dove non si è fatto altro che elencare il numero dei dislessici,  il tipo di disturbo dell’apprendimento di questo e quell’alunno, del ritardo mentale di uno e dell’iperattività dell’altro,  sono uscita dalla scuola dove lavoro, disgustata e preoccupata. 
Per la prima volta  ho avuto  la sensazione di vivere in una scuola malata,  dove i malati  però non sono gli alunni.
Per fortuna durante le lezioni in classe, grazie alla voglia di vivere, alla vivacità, all’allegria ed all’esuberanza degli studenti,  queste sensazioni negative ed angoscianti spariscono.
Prof.ssa   Margherita  Pellegrino

13 ottobre 2012

Province, referendum impossibile a Todi

Dopo il dibattito che si è tenuto in consiglio comunale Martedì 9 Ottobre, riteniamo doveroso e necessario, fare alcune precisazioni.
Il Comitato si è costituito questa estate con l’obiettivo di indire un referendum propositivo, così come previsto dallo statuto comunale, per cui “Todi sta con Perugia” doveva essere la proposta che veniva posta all’attenzione della cittadinanza e su cui si sarebbe dovuto esprimere il corpo elettorale.
Avremmo potuto chiedere da subito un pronunciamento del consiglio comunale in merito a tale
proposta, ma profondamente convinti che la partecipazione popolare sia il modo migliore per
orientare le scelte politiche abbiamo da subito intrapreso la strada del referendum.
Infatti i componenti del comitato, pur non avendo ideologie politiche univoche (ammesso che
ancora qualcuno le rappresenti) sono tutti fortemente convinti della necessità di abolire le Province
e di rivedere il ruolo dei livelli amministrativi in funzione delle esigenze degli amministrati
(cittadini) e non degli amministratori (politici e relative poltrone).
Dopo aver scritto ufficialmente al Sindaco ed agli uffici preposti per attivare l’iter regolamentare
siamo venuti a conoscenza che il Comune di Todi, pur prevedendo nello statuto la possibilità di
tenere referendum propositivi, non ha mai predisposto, nelle passate legislature, il regolamento
sulla partecipazione funzionale alla effettiva possibilità dello svolgimento referendario.
Preso atto di tale gravissima mancanza, che limita fortemente la partecipazione popolare tanto
sbandierata anche nella recente campagna elettorale e che speriamo venga sanata al più presto,
abbiamo intrapreso la strada della mediazione, illustrando le nostre volontà alle forze politiche
cittadine ed incontrando i Capi Gruppo Consiliari, concordando con loro un percorso che per
quanto ci riguarda abbiamo rispettato alla lettera.
Da subito come condizione abbiamo richiesto che, i gruppi consiliari si fossero adoperati per
approvare un unico ordine del giorno in grado di interpretare la Storia, la Tradizione, gli Aspetti
Economici del territorio e la Volontà della popolazione tuderte.
Da quel momento la politica ha preso il sopravvento!!! Nel senso che è iniziata una serie di prese di
posizioni, di smarcamenti, di promesse poi disattese, che non fanno parte del nostro modo di
pensare da semplici cittadini, ma tipico di quei “politici moderni” che stanno facendo crescere nella
gente quel sentimento cosiddetto di “antipolitica” che in fondo in fondo forse tanto antipolitica non
è.
Questi politici incatenati nelle logiche dei partiti, distanti anni luce dal pensiero della gente, hanno
dimostrato di non poter liberamente manifestare il proprio pensiero, ma di essere semplicemente
vincolati al rispetto delle direttive che vengono da altri e di conseguenza al rispetto delle decisioni
di quel “fantomatico” CAL di cui molti ignoravano l’esistenza e di cui gli stessi politici non
sapevano chi ne dovesse e facesse parte, però magari in questi anni ci è costato anche qualche euro!
Dopo essere stati additati come tifosi, qualunquisti e incapaci di comprendere l’importanza del
mantenimento delle 2 Province nella nostra regione, francamente non abbiamo nessun interesse a
vedere come verrà recepito un documento elaborato da un soggetto di nessun valore
rappresentativo, in quanto quello che avevamo chiesto era il pronunciamento dei nostri
rappresentanti locali.
Siamo sicuri che la stragrande maggioranza dei cittadini oggi non comprendono questo “sbattersi”
dei politici nel riordino di un territorio volto a salvare una provincia, o meglio, lo comprendono ma
non lo condividono perché credono che la politica debba fare quei sacrifici che sono stati chiesti ad
oggi solo ai cittadini, comprenderebbero più facilmente che lo stesso impegno venga rivolto alla
salvaguardia del polo siderurgico ternano e ai posti di lavoro che ad oggi garantisce al
comprensorio della “conca”.
Qualcuno di loro dice che i tempi della politica non possono essere dettati dai comitati, ma farebbe
bene a chiedersi perché la gente ci si riunisce, la risposta è semplice, perché la politica non è vicina
alla gente ma a logiche di potere lontane anni luce da essa. Proprio per questo crediamo che la
politica se vuole evitare il suicidio oggi debba essere al servizio dei cittadini ascoltandone le proprie
ragioni, perché grazie ai voti della gente si è pubblici amministratori e non imperatori!

Il Comitato Todi Sta con Perugia


11 ottobre 2012
Sull’insediamento industriale a valle dell’Abbazia di San Faustino

Le comunicazioni del Sindaco Maria Pia Bruscolotti e dell’Imprenditore Gianluigi Angelantoni hanno risposto con l’efficacia della chiarezza alle domande ed alle attese dei Massetani sull’insediamento industriale a valle dell’Abbazia di San Faustino, definendo le metodologie e gli obbiettivi innovativi e confermando sia la volontà di realizzare tutte le infrastrutture territoriali necessarie, in particolare per migliorare l’interazione con l’insediamento frazionale, i collegamenti stradali ed il raccordo intermodale con il vicino scalo della Ferrovia Centrale Umbra, sia di aumentare l’offerta di lavoro stabile alle nuove generazioni ed utilizzare risorse locali “a chilometro zero”: come cittadino Italiano ed Europeo ringrazio per questo i concittadini Maria Pia e Gianluigi per il loro servizio alla Gente Martana ed auspico che questo sia l’inizio di una nuova armonia e sinergia partecipativa.
Renato Domenico Orsini
 

10 ottobre 2012
Todi, il PSI sul depuratore: il centrodestra farebbe meglio a tacere!

Il gruppo consiliare del PSI esprime la piena fiducia nella persona di FRANCESCO MARIA ALVI come Presidente del Consiglio e lo ringrazia per l’onestà, la serietà e la trasparenza di come ha gestito la convocazione di questo Consiglio comunale, rispettando il regolamento esistente, il quale è normativo dell’organizzazione dei lavori consiliari all’articolo 17.
Il punto che stiamo trattando in questa seduta straordinaria, ci pone come obiettivo primario ed inderogabile, di risolvere in tempi brevissimi la realizzazione del nuovo impianto di depurazione cittadino. Il problema ormai decennale che nei precedenti 5 anni l’Amministrazione di centrodestra non è riuscita a risolvere, senza produrre un solo atto per definire la questione; oggi, si affretta e si adopera di inscenare plateali occupazioni della sala del Consiglio, accusando il Sindaco, il Presidente e la Giunta di non dare loro la possibilità di una discussione trasparente nel rispetto del regolamento, che a tutela di tutti stabilisce percorsi ben delineati, creando inutili allarmismi e disservizi che tutti pagheremo.
Avete governato per 5 anni e non siete riusciti a dare a Todi il depuratore di cui aveva bisogno.
Avete governato per 1800 giorni e non siete stati capaci di scegliere un sito dove allocare il depuratore.
Avete governato per 5 lunghissimi anni e vi siete LAVATI LE MANI DEL PROBLEMA.
Ora vi state adoperando per raccogliere firme per rimuovere il vincolo apposto dalla Soprintendenza sul cosiddetto sito di PORCHIANO. Ma perchè non spiegate invece ai cittadini perchè non avete fatto opposizione come Amministrazione comunale entro 30 giorni previsti dalla legge dal momento in cui la Soprintendenza ha imposto il vincolo?
Ne avevate titolo e POSSIBILITA’: la VERITA’ è che non avete voluto opporvi, quindi oggi non siete credibili ed i CITTADINI BEN LO SANNO.
Questa Amministrazione garantirà scelte rapide al fine di non perdere il finanziamento già messo a disposizione dal CIPE di circa 8 milioni e 670 mila euro. Questa Amministrazione in tempi brevi realizzerà il nuovo impianto al fine di scongiurare le sanzioni comunitarie a causa di una situazione di INFRAZIONE rispetto ai nuovi parametri europei per la depurazione delle acque.
La serietà e la correttezza di questa Amministrazione è dimostrata dal fatto che si stanno prima svolgendo le verifiche tecniche sull’IDONEITA’ del sito, e poi si assumerà la decisione della costruzione con il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale e di tutti i CITTADINI, tenendo conto della salvaguardia ambientale e paesaggistica della nostra città, evitando ingenti spese per la realizzazione di opere infrastrutturali di servizio di grave impatto, possibilmente riqualificandone uno di quelli già esistenti.
Differentemente dall’Amministrazione RUGGIANO, che decise di cambiare il sito scelto dalla precedente Amministrazione MARINI per un depuratore comprensoriale a PIAN DEI MORI e che, IMPROVVISAMENTE scelse la frazione di PORCHIANO appaltandola ad UMBRA ACQUE con il risultato che venne aggiudicata una gara per la realizzazione del depuratore senza prima aver effettuato tutte le verifiche tecniche ed ottenuto le relative autorizzazioni con la conseguenza che, iniziati gli scavi, è emersa l’esistenza dei resti di una villa di epoca romana, con il conseguente vincolo di INEDIFICABILITA’ da parte della Soprintendenza.
Successivamente, la precedente Amministrazione di centrodestra scelse il sito di PONTENAIA, progetto a forte rischio di parere negativo in caso di VIA/VAS a causa della presenza di un’AREA SIC e del vincolo paesaggistico del colle di Todi, oltretutto, zona priva di qualsiasi forma di infrastruttura e urbanizzazione.
Condividiamo le scelte della nuova Amministrazione di individuare prima i criteri e poi effettuare le verifiche tecniche per l’individuazione del sito idoneo.
Pertanto, preso atto dell’avvenuta gara per la realizzazione dell’impianto in un’area poi risultata non idonea, si ritiene prioritaria la costruzione di un impianto unico, scegliendo un sito che tenga conto del rispetto del valore ambientale salvaguardando le aree di pregio del territorio comunale.
L’ATI ed Umbra Acque debbono concentrare lo studio per una valutazione tecnica al fine di una scelta definitiva su aree ambientalmente non sensibili.
Il nuovo depuratore dovrà prevedere soluzioni tecniche in linea con i più moderni sistemi di depurazione delle acque reflue, compresa la copertura delle vasche ed un idoneo insediamento ambientale.
Concludiamo respingendo il tentativo strumentale di far diventare una cosa seria quale la depurazione un momento i scontro e divisione di cittadini di uno stesso territorio.
Una seria depurazione è segno di civiltà, di rispetto per il territorio, di rispetto per le generazioni future e per noi stessi.
Un territorio comunale che potesse porsi all’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale perchè dotato del più moderno impianto di depurazione avrebbe a disposizione un formidabile strumento di promozione e sviluppo della città, perchè noi la tutela dell’ambiente intendiamo PRATICARLA e non PREDICARLA.
Giovanni Coletti – Gruppo Consiliare PSI Todi

10 ottobre 2012
Bastaaaaa!

In questi ultimi anni il mondo del lavoro ha subito danni incredibili a causa della politica. Una lotta di classe contro i lavoratori dipendenti e non solo, portata avanti da tutti i partiti. Una lotta spietata che ha annullato in poco tempo decenni di conquiste sociali ottenute anche con il sangue dalle generazioni precedenti. Il precariato, l’allungamento delle pensioni, i salari reali e le pensioni decurtati a causa dell’inflazione, i diritti negati, gli esodati ecc…sono solo alcuni aspetti. La Camera dei Deputati e il Senato contano centinaia tra avvocati, medici, giornalisti, notai,professionisti, industriali e politici di professione che hanno pensato solo a curare i propri interessi personali e quelli dei loro referenti politici, mentre deputati e senatori che vengono dal mondo del lavoro si contano sulle dita di una mano. I lavoratori hanno delegato la loro rappresentanza a partiti che hanno sempre nelle ultime legislature legiferato contro il mondo del lavoro. Almeno 3 “nuovi” soggetti si affacciano alla ribalta politica nazionale, tra questi, altri 2 miliardari “né di destra, né di sinistra” che sicuramente, predicheranno bene e razzoleranno male, facendo ancora solo i loro interessi personali e dei ricchi come loro, e penalizzando ancora una volta i lavoratori, i pensionati e i precari , per non parlare del  terzo che scimmiotta Berlusconi.  E’ ora di dire basta. I lavoratori e i pensionati sono decine di milioni ed è ora che aprano gli occhi e mandino in parlamento SOLO chi viene dal mondo del lavoro,persone di cui potersi fidare, che conoscono, che non tradiscono chi li ha votati. Lavoratrici e lavoratori che entrino nella “stanza dei bottoni” a fare gli interessi di chi lavoro e non delle caste. Tanto voti espressi, tanti lavoratori portati in parlamento. Ce ne sono tantissimi che hanno cultura, idealità e preparazione superiori a tantissimi deputati e senatori che sono oggi in parlamento. I sindacati, costretti sempre sulle difensive, a battaglie senza risultati che logorano, e questo per non avere più referenti in parlamento, diano una mano a creare una nuova organizzazione politica e sociale, se gli attuali partiti non porteranno centinaia di lavoratori in parlamento già nella prossima legislatura.
Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione curatore del blog cadutisullavoro.blogspot.com

9 ottobre 2012
IMU Fratta Todina – Le precisazioni del vice Sindaco

In merito alla nota del Consigliere Comunale di opposizione Cinzia Moriconi, ritengo doveroso fare alcune considerazioni e precisazioni su ciò che è stato dichiarato dalla stessa , senza voler polemizzare su di un argomento che coinvolge  economicamente  ogni famiglia della nostra comunità.
Nel consiglio Comunale del 29/Settembre/2012  è stato deliberato un leggerissimo aumento delle aliquote IMU  a fronte  di un taglio Governativo  di 15000,00 EUR avvenuto a distanza di tempo dal deliberato  IMU in  approvazione di bilancio e che  ha costretto l’Amministrazione al ritocco di 0,04% prima casa, 0,04% seconda casa e 0.01% abitazioni date in uso gratuito. Spiacente, dover  far notare, al Consigliere Moriconi  che l’aliquota per immobili in concessione gratuita precedentemente non era “gratis” ma del 0,64%.
Nonostante la non piacevole tassazione che nemmeno il gruppo di maggioranza avrebbe  voluto  in un periodo di particolare gravità per l’economia del Paese e per le  reali ripercussioni che ha sulle famiglie del nostro Comune, si è riusciti ad applicare la tassa IMU nella media, più bassa dei Comuni a noi confinanti, si fa notare inoltre  che il “ Sole 24 Ore” riportava in data 17/Settembre/2012  che 80% dei Comuni a rivisto in rialzo  le previsioni di bilancio IMU, che la media rilevata è di 0,44% prima casa ( noi 0,42% ) seconde case 0,95%       (noi  0,90%) .
Ad ogni Consigliere che si impegna va sempre espresso  apprezzamento  ma  ci sono sempre due modi  per  fare opposizione,  votare no a prescindere dai motivi del provvedimento oppure motivare il no con proposte e  soluzioni  alternative.  L’impegno per il primo metodo   è quasi nullo e forse, per tale motivo, su questo argomento, il Consigliere Moriconi né è stata attratta maggiormente e si è limitata a dire che “sarebbe stato opportuno tagliare gli sprechi, la dove presenti” . 
Non essendovi sprechi presenti , logicamente,  il Consigliere non  è stato in grado di fornire l’elenco degli sprechi.
LUIGI CECCOBELLI ( Vice Sindaco Comune di Fratta Todina )

8 ottobre 2012
Giudice di Pace, un nuovo o.d.g. per farlo tornare da Spoleto

Ordine del giorno proposto da Massimiliano Gioffrè – Partito Democratico
Premesso che
– con Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 155 è stata soppressa la sezione distaccata del Tribunale di
Perugia a Todi (art. 1) ed è stata accorpata al Tribunale di Spoleto (art.2);
– con Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 156 è stato soppresso l’ufficio del Giudice di Pace di Todi
(art.1, comma 1), attribuendo sue le competenze territoriali all’ufficio del Giudice di Pace di Spoleto (art.
1, comma 2);
Considerato che
– il Consiglio Comunale di Todi si è già espresso all’unanimità con delibere del 30/11/2011 e del
08/08/2012;
– i Sindaci della Media Valle del Tevere, compreso quello di Todi, si sono espressi chiaramente, con note
del 14 giugno 2012 e del 21 giugno 2012, sollecitando il mantenimento dei territori dei Comuni della
Media Valle del Tevere nell’ambito della competenza territoriale del Tribunale di Perugia;
– i Sindaci di Todi e Marsciano hanno sottolineato, con nota del 12/08/2012, come la soluzione Spoleto
sia inaccettabile e che non sarebbero state escluse né forme di protesta, né ricorsi in ogni sede;
– i Sindaci della Media Valle del Tevere, compreso quello di Todi, hanno scritto una lettera congiunta al
Ministro della Giustizia Paola Severino, in data 09/09/2012, ricordandole le motivazioni
dell’insensatezza dell’accorpamento in premessa, già comunicate con note del 14/06/2012, 12/07/2012
e 22/08/2012 a cui non sono seguite risposte, e rimarcando l’inaccettabilità del non accoglimento dei
diritti dei cittadini da essi rappresentati, primo tra tutti quello di essere ascoltati attraverso i propri
Sindaci;
– gli operatori di giustizia della Media Valle del Tevere, in modo unanime, si sono espressi affinché i
territori dei Comuni della Media Valle del Tevere rimangano ricompresi nella competenza territoriale del
Tribunale di Perugia;
– il Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 155 all’art. 8 prevede che, quando sussistono specifiche
ragioni organizzative o funzionali, il Ministro della Giustizia possa disporre che vengano utilizzati a
servizio del tribunale gli immobili delle sezioni distaccate soppresse per un periodo non superiore a sei
anni dalla data di entrata in vigore dello stesso Decreto, attribuendo le spese di gestione e manutenzione
degli immobili a carico del comune ove i medesimi si trovano;
– il Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 156 all’art. 3, comma 2, prevede che gli Enti Locali interessati,
anche consorziati tra loro, possano richiedere il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace, entro
sessanta giorni dall’entrata in vigore dello stesso Decreto, facendosi integralmente carico delle spese di
funzionamento e di erogazione del servizio di giustizia;
Ciò premesso e considerato il Consiglio Comunale
impegna
il Sindaco e la Giunta Comunale affinché:
1. continuino a perseverare nell’azione volta all’ottenimento di un Decreto correttivo che modifichi
l’accorpamento della Sezione distaccata di Todi con il Tribunale di Spoleto, riproponendo il naturale
ambito territoriale con il Tribunale di Perugia, coinvolgendo i propri referenti politici ad ogni livello e
non escludendo né forme di protesta e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, né eventuali iniziative
legali ricorrendo in ogni sede opportuna;
2. promuovano l’istituzione di una commissione permanente tra i Sindaci e gli operatori di giustizia della
Media Valle del Tevere al fine di rendere efficace la propria azione;
3. richiedano, ai sensi del Decreto Legislativo 7 settembre 2012, n. 156 all’art. 3, comma 2, entro i termini
previsti, il mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace di Todi e pongano in essere ogni opportuna
iniziativa per la formazione di un consorzio con gli Enti Locali della Media Valle del Tevere e dei
comuni limitrofi affinché la competenza territoriale dell’Ufficio del Giudice di Pace di Todi sia estesa
anche ad essi.

6 ottobre 2012
Le strade di Pantalla

Il Comitato civico Aria Nuova per Todi continua a battere i pugni, presentate in consiglio comunale una mozione relativa alla realizzazione di un’adeguata segnaletica e cartellonistica stradale nel tratto di accesso all’ospedale comprensoriale della Media Valle del Tevere) ed un’interrogazione facente riferimento alla petizione popolare presentata nel mese di luglio 2012 da alcuni cittadini residenti nella frazione di Pantalla zona Voc. Castello e Voc. Borghetto.Come descritto nella petizione citata in oggetto i cittadini richiedevano la necessità di installare colonnine autovelox in prossimità della scuola e dell’ufficio postale vista la pericolosità causata dalla sistematica violazione dei limiti di velocità degli automobilisti in transito. Continuiamo a ricevere da tempo continue richieste, da parte dei residenti nella frazione di Pantalla in voc. Sant’Amanzio e voc. Caselle e da parte anche di altri nostri concittadini, riguardo la pericolosità, la mancata segnaletica e l’inadeguata cartellonistica nella strada di accesso all’ospedale comprensoriale della Media Valle del Tevere sito in Pantalla. Problema molto sentito dalla cittadinanza vista la pericolosità del tratto stradale, pericolosità accentuata dal traffico generato dalla vicina zona industriale che soprattutto nei periodi estivi, data anche la presenza delle attività agroalimentari, crea continue difficoltà alla circolazione dato il costante passaggio di autoarticolati.Il nostro comitato civico, che si impegna in maniera continua e determinata per contribuire a risolvere i problemi dei cittadini tuderti, e in questo caso anche i disagi dei cittadini dei Comuni limitrofi che utilizzano l’ospedale comprensoriale, pone al Sindaco e all’Assessore competente tale importante problematica. Il comitato civico chiede pertanto agli organismi sopra indicati di effettuare immediatamente un sopralluogo con il personale tecnico per verificare le problematiche sopra citate e un impegno serio ed immediato per la realizzazione di un’adeguata segnaletica orizzontale (strisce pedonali più visibili possibile) e verticale (segnalatori di transito, cartelli che evidenzino i pericoli) vista  l’elevata pericolosità del tratto di Strada Provinciale che dall’uscita della superstrada E45 raggiunge l’ospedale. Si deve considerare inoltre come tratto stradale più pericoloso quello del bivio che lascia la provinciale per svoltare verso la strada soprannominata ‘strada di Buda’, tratto dove si verificano a volte tamponamenti e incidenti a causa della presenza di due incroci e di esercizi commerciali. Non risulterebbe di certo dannoso per di più installare lungo il percorso che porta all’ospedale ed in prossimità del bivio che dalla provinciale porta alla strada comunale denominata ‘strada di Buda’ una cartellonistica appropriata e valida che illustri in modo chiaro il percorso per raggiungere l’ospedale, visto che ora ci sono dei cartelli indicatori poco visibili e le persone che devono recarsi presso la struttura ospedaliera sono costrette a chiedere informazioni ai passanti. Con la speranza di poter soddisfare le istanze proposte da numerosi concittadini, chiedo che tale mozione sia messa ai voti per il prossimo Consiglio Comunale. Nel caso queste nostre richieste non vengano accolte nel breve periodo, ci vedremo costretti, con l’aiuto dei tanti cittadini interessati, ad avviare azioni decise ed importanti, come ad esempio una raccolta di firme per una petizione popolare. Per quanto concerne invece la petizione popolare presentata nel periodo luglio 2012 per l’installazione delle colonnine autovelox, a due mesi da esse sindaco ed altri organi competenti non si sono degnati di risposta perciò gli stessi cittadini di Pantalla si sono rivolti al comitato per porre in risalto tale questione. Quindi chiediamo al sindaco Rossini ed al Comandante dei Vigili Urbani di effettuare immediatamente un sopralluogo nelle zone di interesse relative ai pressi dell’Ufficio Postale e della scuola elementare e media voc. Borghetto. Nel caso in cui non ci sia una pronta risposta da parte dell’Amministrazione Comunale, vista l’importanza dell’argomento e la pericolosità del citato tratto stradale, ci riserviamo  di presentare specifica istanza agli organi competenti affinché vengano individuate eventuali responsabilità ed evitati in futuro incidenti con conseguenti probabili danni alle persone.
Aria Nuova per Todi

6 ottobre 2012
Richiesta di convocazione di Consiglio Comunale, sul giudice di pace, per approvare un odg


ODG:
Sulla premessa che
Il processo di rivisitazione della geografia degli uffici giudiziari italiani si concluderà a Todi, fatte salve modifiche all’emanato decreto legislativo delegato del 7 Settembre 2012 n° 155, con la chiusura della sezione distaccata del Tribunale di Perugia e lo spostamento della competenza nel circondario del Tribunale di Spoleto.
L’art. 1 del Decreto Legislativo n. 156 del 7 Settembre 2012, relativo alla revisione delle Circoscrizioni Giudiziarie  ha previsto la soppressione di tutti gli Uffici del Giudice di Pace di cui all’allegata tabella A), tra i quali anche quello del Comune di Todi.
L’articolo 3 del citato Decreto Legislativo prevede, al comma secondo che “… entro sessanta giorni dalla pubblicazione di cui al comma 1 gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possono richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, con competenza sui rispettivi territori, di cui e’ proposta la soppressione, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sara’ messo a disposizione dagli enti medesimi …”
Verificato che
nel caso di mantenimento dell’Ufficio rimarrebbe così a carico dell’Amministrazione Giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la formazione del relativo personale amministrativo;
Considerato che
la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Todi,  creerebbe gravissimi danni ai cittadini, ai professionisti e all’economia tuderte,  allargando tale disagi ai comuni della media valle del Tevere.
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA L’AMMINISTRAZIONE
A porre in atto, in tempi rapidissimi tutte le iniziative necessarie al mantenimento dell’Ufficio. In particolare impegna il Sindaco a prendere immediatamente contatto con i Sindaci dei Comuni della Media Valle del Tevere  al fine di predisporre atti e risorse per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace nei modi e nei tempi previsti dalla legge.
I consiglieri comunali:Claudio Ranchicchio – Capogruppo PDL, Antonino Ruggiano – Capogruppo RUGGIANO SINDACO

6 ottobre 2012
Col senno di poi

Si sapeva già che sarebbe successo! Da anni, ogni quattro giorni, le Forze dell’Ordine dovevano intervenire per le brutali violenze a cui il povero ragazzo, barbaramente massacrato a Pietrafitta, era sottoposto dal "patrigno padrone" che lo ha assassinato. Anni in cui nessuno si è assunto la responsabilità di prendere la decisione- che appare ovvia nel contesto dei fatti che emergono – di liberare questo giovane ed il fratello dalla grinfie dell’orco. I figli – che in un primo tempo erano stati allontanati dal patrigno – perché sono stati rimessi in famiglia? Perché – dopo che il ragazzo ha trovato la forza di denunciare il proprio "aguzzino"- i servizi sociali ed il Tribunale dei Minori hanno deciso di farlo tornare in famiglia? Non era chiaro – vista la gravità degli episodi di violenza a cui Ovidio era sottoposto – che il "recupero del rapporto" con il patrigno era solo una pura utopia? Solo ora il Tribunale dei Minori aveva deciso per l’allontanamento immediato del ragazzo dal suo carnefice ed il trasferimento in una casa famiglia di Castel del Piano. Chi ha consentito che tornasse a casa insieme al patrigno senza essere accompagnato né dalle Forze dell’Ordine, né da assistenti sociali? A quanti casi come questo dovremo assistere prima che si intervenga per modificare la legge in modo che tratti gli autori delle violenze in famiglia come degli assassini e, prima che lo diventino, tolga loro immediatamente la patria potestà, allontani e metta al sicuro le vittime di violenza? Oggi piangiamo per questa giovane vittima e chiediamo giustizia. Chi ha sbagliato, chi ha omesso di intervenire, chi non ha adottato tempestivamente tutte le misure di tutela necessarie e che avrebbero evitato il compiersi di questa tragedia, deve essere chiamato a risponderne. Così come dovrà essere punito con una pena esemplare il "mostro" autore del massacro; senza attenuanti, senza giustificazioni buoniste, senza appigli "psicologici". In questo non ci conforta, anzi ci lascia sconcertati e perplessi, il fatto che il Capo della Procura avanzi l’ipotesi del "delitto d’impeto". E’ corretto parlare di delitto d’impeto per una tragedia maturata lungo un interminabile e reiterato susseguirsi di violenze? O non sarebbe più corretto parlare di "atto finale" di una lunga ed ininterrotta premeditazione?
Carla Spagnoli

5 ottobre 2012
Primieri: si indaghi su quei divieti di sosta lungo Viale Montecristo

Il sottoscritto Avv. Moreno Primieri, in qualità di consigliere comunale, PREMESSO che venerdì della scorsa settimana sono stati affissi lungo il Viale di Montecristo antistante la scuola dell’Istituto Agrario dei divieti di sosta da parte dei Vigili Urbani del Comune;che l’affissione riguarda cartelli con la scritta divieto di sosta collocati sul troco degli alberi che fiancheggiano il viale; che l’affisione dei cartelli è avvenuta in maniera precaria e sconveniente con del nastro adesivo sul fusto di piante presenti in loco da data immemorabile e la cui salute potrebbe riasentire del metodo aggressivo usato per la collocazione; che la previsione del divieto di sosta sull’area, in assenza di una regolamentazione della zona, sta comportando notevoli disagi agli utenti che si recano presso l’Istituto a prendere gli studenti; che già in mattinata sono state elevete multe a cittadini che hanno sostato in loco; che, se il provvedimento fosse stato preso in violazione di norme o regolamenti, arrecando un ingiusto danno agli utenti, potrebbe configurare l’ipotesi dell’abuso d’ufficio da parte di chi lo ha apposto o fatto apporre; che le tecniche usate per l’affissione ed il tipo di cartelli bianchi affissi, senza l’indicazione dell’ufficio comunale che vi ha provveduto o dato ordine di provvedere, arrecano un grave danno all’immagine del Comune di Todi, che l’amministrazione sarà chiamata a tutelare in nome di tutta la comunità;
tutto ciò premesso, interroga il Sindaco per sapere
1) se è a conoscenza che lungo il Viale di Montecristo è stato disposto il divieto di sosta;
2) se vi è stata apposita ordinanza da parte del Sindaco per sottoporre l’area a divieto di sosta o determinazioni da parte del Comando dei Vigili Urbani;
3) se, in via immediata, intende provevdere con ordine di rimozione degli orribili cartelli sulle piante che deturpano l’ambiente;
4) in ogni caso, se intende prendere provvedimenti per risolvere l’incresciosa vicenda che vede tanti cittadini negati del diritto di sostare per prelevare gli studenti che escono dalle lezioni;
5) se intende procedere con i necessari provvedimenti all’accertamento del danno all’immagine del Comune di Todi. Si richiede risposta scritta e orale.
Avv. Moreno Primieri – consigliere comunale

Dichiarazioni aggiuntive:

Evidenzio la gravità del provvedimento che potrebbe configurare anche abuso di potere da parte di chi lo ha apposto o fatto apporre in violazione di norme e regolamenti e arrecando un ingiusto danno agli utenti. Sui cartelli non c’è traccia dell’ufficio che lo ha predisposto anche se sono stati visti dei vigili urbani procedere alle operazioni. Inoltre, proprio oggi risultano essere state elevate delle multe. Infine, se risultasse che vi hanno proceduto incaricati del Comune, risulta chiaro il danno di immagine causato al Comune con tali tecniche di affissione. Danno che l’Amministrazione dovrebbe tutelare in nome di tutta la collettività.
Avv. Moreno Primieri

4 ottobre 2012
Mobilitarsi contro i ladri

Grande e giustificata preoccupazione ha suscitato nella popolazione marscianese il recente intensificarsi di furti in numerose abitazioni ed in particolare per quello che si è verificato nel capoluogo, con l’intrusione notturna in più appartamenti dello stesso condominio mentre gli abitanti erano intenti a riposare.
Quello che soprattutto si teme non è solamente il furto di denaro o di altri valori – che di per sé comunque crea angoscia ed inquietudine –  ma che si possano verificare violenze contro le persone, in particolare bambini ed anziani, evento che ricorre troppo spesso nella cronaca nera regionale e nazionale.
Le forze dell’ordine fanno già tanto, quanto a prevenzione e repressione, seppur con i limitati mezzi e risorse di cui dispongono attualmente ma i cittadini, in questo particolare contesto, si attendono molto di più.
I Socialisti ritengono pertanto che sia fondamentale che i vari Corpi con funzione di controllo e di vigilanza nel territorio (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale, Corpo Forestale, Polizia Municipale) operino in modo adeguatamente coordinato al fine di un utilizzo ottimale di tutte le risorse disponibili.
In questo senso un ruolo importante ed incisivo può svolgerlo l’Amm.ne Comunale ed il Sindaco in particolare che sicuramente vorrà attivarsi in tal senso, sapendo di avere con tutta probabilità il pieno sostegno delle forze politiche e di tutta l’opinione pubblica marscianese.
E’ auspicabile inoltre che – da parte sia delle amministrazioni pubbliche che dei privati – si mettano in campo quegli strumenti tecnologici e scientifici che possono coadiuvare le Forze dell’Ordine sia nell’attività di prevenzione che di repressione e che, inoltre,venga ripreso e portato avanti con un nuovo maggiore impulso il progetto per la nuova caserma dei CC., premessa indispensabile per il rafforzamento del contingente della locale Stazione dei Carabinieri e per una maggiore e più adeguata operatività nel territorio.
E’ possibile che, al riguardo, le attuali critiche condizioni dell’attività edilizia possano consentire soluzioni economicamente di maggiore fattibilità e favorirne una più rapida realizzazione.
I Socialisti di Marsciano auspicano anche che, per quanto consentito dai vincoli normativi ed economici, l’Amm.ne Com.le possa quanto prima integrare l’organico fortemente sottodimensionato della Polizia Municipale e che la Polizia Provinciale, già presente con un suo presidio nel nostro Capoluogo, possa opportunamente collaborare per un più efficace controllo del territorio ed una concreta prevenzione.
Per ultimo, ma non meno importante, un richiamo al senso di responsabilità di tutti cittadini perché possano dare il massimo contributo nella collaborazione con le forze dell’ordine ed adoperarsi anch’essi perché la sicurezza dei nostri paesi e borghi possa tornare ad essere un valore di assoluta normalità. 
Partito Socialista Italiano Sezione di Marsciano

4 ottobre 2012
Furti nelle case a Marsciano

Sto pensando che Marsciano sta diventando uno schifo. Si stanno verificando due o tre furti per notte, senza parlare di quelli perpetrati di giorno, ma nessuno sembra allarmarsi. Dobbiamo forse aspettare che ci scappi il morto? Nessuno è più al sicuro nella propria casa. Cosa stanno facendo le autorità? Dobbiamo forse munirci tutti di inferriate e di allarmi e chiuderci in casa come carcerati? Mi sembra assurdo che un paese non eccessivamente grande come il nostro, dove fino a pochi anni orsono si potevano lasciare le chiavi sulla porta, sia diventato terra di conquista per questi balordi che si arrogano il diritto di violare indisturbati le nostre case, appropriandosi di tutto ciò che possono arraffare. Oltre al danno economico, questi signori ci strappano i ricordi di tutta una vita, causano paura nei nostri figli, che non si sentono più al sicuro neanche dentro la propria casa. C’ è qualcuno che prende una qualsiasi iniziativa per porre fine a questo scempio?
Colomba Giannoni

3 ottobre 2012
IMU o cara!

In occasione dell’ultimo Consiglio Comunale, il Sindaco e l’Amministrazione comunale di Fratta Todina hanno deliberato un nuovo aumento dell’Imu, portando l’aliquota sulla prima casa al 4,2 per mille, quella per le abitazioni concesse in uso gratuito ai figli al 6,5 per mille e per le seconde case e tutte le restanti tipologie di immobili al 9 per mille. Tralasciando volutamente di polemizzare sull’aumento dell’aliquota riguardante la prima casa, dato che sostenevo che sarebbe stato equo applicare l’aliquota al 4 per mille e che quella prevista dalla maggioranza al 3,8 per mille fosse una proposta più demagogica di quanto potesse essere realmente incisiva sulle finanze delle famiglie in virtù delle detrazioni applicabili; ora l’Amministrazione non solo sconfessa il proprio orientamento iniziale, ma va addirittura oltre, portando l’aliquota oltre la soglia ordinaria. Inaccettabile, inoltre, prevedere un’aliquota al 6,5 per mille per gli immobili concessi in uso gratuito ai figli e in precedenza esentati da tassazione: come se si dovesse pagare un affitto allo Stato e al Comune  per la proprietà dell’immobile e per di più con aliquota superiore a quella prevista per le prime case. Doppiamente colpevole la decisione dell’Amministrazione Comunale di non introdurre una distinzione tra seconde case e immobili strumentali, prevedendo indistintamente l’applicazione dell’aliquota al 9 per mille, quasi ai massimi livelli consentiti dalla normativa in materia. E’ un’aberrazione logica considerare gli immobili strumentali destinati allo svolgimento di attività professionali, artigianali, commerciali e d’impresa equiparati a beni di lusso, quando in realtà sono indispensabili per lo svolgimento del proprio lavoro. Questo provvedimento denota una scarsissima attenzione, da parte dell’Amministrazione comunale, alle categorie produttive, configurandosi come un colpo mortale inferto a settori economici già fortemente in crisi. Rispetto a quanto dovuto con l’Ici, con l’Imu al 9 per mille si registrerà un aumento del 108% per i negozi, del 106% per gli studi professionali e gli uffici, dell’80 % per i laboratori artigianali e del 54% per i capannoni industriali, senza considerare il deliberato aumento dell’Irpef allo 0,5 % e di tutte le tariffe di acqua, luce, gas e nettezza urbana. Sarebbe stato opportuno che l’Amministrazione si fosse adoperata per tagliare gli sprechi, laddove presenti, e per recuperare risorse proponendo un modello serio di crescita del territorio, piuttosto che accanirsi sulle imprese e sui cittadini contribuenti.
Cinzia Moriconi- consigliere comunale Fratta Todina

2 ottobre 2012
Conoscenza scarsa (o nulla) delle problematiche del sisma

In merito alla posizione espressa dal Consigliere della Provincia di Perugia Giampiero Panfili (Pdl) sull’accisa regionale per la ricostruzione (Il Consigliere ha chiesto, con un Ordine del giorno, la cancellazione dell’addizionale regionale sulla benzina destinata alla ricostruzione – n.d.r.), invitiamo ad evitare strumentalizzazioni e inesattezze. Ricordiamo che l’accisa regionale riguarda solo la benzina e non gli altri carburanti (diesel, gpl, metano) e che la sua imposizione è derivata da un obbligo di legge introdotto dal Governo Berlusconi e dal Ministro Tremonti. Da essi è stata infatti istituita tale “tassa sulla disgrazia” come unico modo (di fatto) di cofinanziare, da parte delle Regioni, le spese per le calamità naturali che fino ad allora erano a carico dello Stato.
Lo stanziamento di 35 milioni di euro, recentemente approvato dal Governo, copre una parte considerevole del fabbisogno per le prime abitazioni e le imprese, ma non tutto.
L’accisa, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Umbria, può garantire anche nel 2013 un gettito adeguato a riconoscere pienamente il diritto alla ricostruzione secondo le priorità già definite che sono, appunto, le prime case, le attività produttive e le scuole.
Confidiamo, quindi, nell’atteggiamento responsabile di tutte le forze politiche, sociali ed economiche della regione e sul fatto che si evitino prese di posizione avventate e basate su una conoscenza scarsa (o nulla) delle problematiche del sisma che ha visto il territorio di Marsciano come epicentro.
Auspico, quindi, che il Consiglio Provinciale sappia valutare la questione nella sua reale portata e non si assuma la responsabilità di una decisione che, se l’ordine del giorno venisse accolto, rappresenterebbe, oltretutto, un gesto irrispettoso verso altre istituzioni, Comuni coinvolti e Consiglio Regionale, che devono ancora discutere la questione.
Alfio Todini, Sindaco di Marsciano

 

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