I ministri dell’agricoltura dell’Ue non hanno trovato un accordo sull’autorizzazione alla produzione di una patata transgenica. Undici Paesi, compresa l’Italia, hanno votato contro, dieci a favore e gli altri si sono astenuti. La palla torna quindi alla Commissione europea che potrà decidere di dare il via libera senza alcuna possibilità di veto da parte del Consiglio.
E così, anche se il parlamento italiano dovesse assumere una decisione più rispettosa dei timori della maggior parte della popolazione, permarrà alto il rischio di ingerire “ogm” prodotti all’estero e sfuggiti, date le esperienze recenti, ai controlli. Nonostante le assicurazione, infatti, non c’è alcuna garanzia che la patata transgenica non venga immessa, da commercianti senza scrupoli o industrie di trasformazione, nella catena alimentare o “rientri dalla finestra” danneggiando la salute.
La patata transgenica “emphlora” é «sicura» ha detto Barbara Helfferich, portavoce del commissario Ue all’ambiente, Stavros Dimas. «La patata ha un uso industriale e non ha niente a che fare con la catena alimentare», ha aggiunto la portavoce precisando che servirà in particolare all’industria cartaria.
A quanti facevano notare che una direttiva comunitaria già dal 2004 vieta coltivazioni commerciali di quei tipi di prodotti transgenici resistenti agli antibiotici, Helfferich ha ribattuto che l’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha dato il suo via libera. «Quello dell’Efsa – ha aggiunto – è un parere scientificamente solido». Contro il via libera alla super-patata, prodotta dalla tedesca Basf, si sono già espressi gli ambientalisti che accusano l’Efsa di aver sottovalutato i rischi già messi in evidenza anche dall’Emea, l’agenzia europea per i medicinali.
- Redazione
- 17 Luglio 2007
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