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Il Presidente della Provincia avanza critiche e torna a chiedere il riequilibrio territoriale con Perugia dove, per adesso, Cozzari resta in sella
terni

Le Province sono inquiete. Sembra, pel momento, riassorbito a Perugia il trauma causato dall’abbandono del progetto “partito democratico” da parte del Presidente della Provincia. La mancata adesione di Cozzari al PD, nonostante il “maldipancia” di Castellani non costituisce, per la maggioranza, elemento pregiudiziale alla sua funzione di Presidente. Così i gruppi consiliari hanno confermato la fiducia perché Cozzari, “proposto dall’UNIONE ed eletto dai cittadini che hanno condiviso le linee programmatiche elaborate dalla maggioranza, ha dato piena conferma degli impegni assunto con l’elettorato e con i gruppi che lo sostengono in Consiglio e riaffermato la volontà di guidare la coalizione di centro – sinistra per la piena attuazione del programma di governo accordato”. “Di conseguenza, nonostante l’inusualità del metodo adottato, ribadiamo – dicono i capigruppo – il nostro pieno sostegno a Cozzari che ha riaffermato la sua collocazione nel centro – sinistra e all’azione di governo dell’esecutivo della Provincia di Perugia.” Critica ovviamente la minoranza per la quale “Non esiste una maggioranza politica in Consiglio Provinciale a seguito delle dichiarazioni del Presidente Giulio Cozzari nel corso della seduta di ieri”.
Andrea Cavicchioli, invece insiste.“Confermo le riserve già formalmente espresse rispetto alla riforma endoregionale recentemente approvata dalla Regione “ e torna a proporre il riequilibrio territoriale tra le due Province umbre. Il Presidente della Provincia di Terni sostiene che “in questo contesto assumerebbe oggettivamente un valore rilevante che consentirebbe di ottimizzare l’attività amministrativa, di avere un collegamento più funzionale ed armonico tra territori con caratteristiche ed interessi comuni e favorirebbe l’unità dell’Umbria e la sua proiezione nel Centro Italia per collaborazioni con le regioni limitrofe, in grado di sfruttare al meglio le potenzialità delle varie realtà. Critico Cavicchioli anche sulla nascita degli ATI che si sente forte del fatto che i suoi rilievi furono “condivisi formalmente, oltre che dall’Amministrazione provinciale, anche dalle Associazioni di categoria e dalle Organizzazioni sindacali che, in sede di partecipazione al percorso della riforma endoregionale, avevano espresso in maniera chiara concetti analoghi a quelli qui sostenuti”.

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