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Il dibattito alla Provincia di Terni naufragato nel nulla

L’Assemblea di Palazzo Bazzani della provincia di Terni, si è trovata nell’impossibilità di votare, per mancanza del numero legale, una proposta di ordine del giorno avanzata dal Consigliere del PDCI Danilo Buconi.
Numero legale venuto meno per l’abbandono dell’aula da parte dello stesso Consigliere e dei rappresentanti della CdL.
Il Capogruppo dei DS, Roberto Montagnoli, aveva proposto gli emendamenti da apportare al documento: da un lato la cancellazione del comma riferito alla non condivisione sul piano politico, sociale e morale dell’emolumento previsto per i Parlamentari; dall’altro l’aggiunta di altri due punti in cui si prende atto dei contenuti della finanziaria e della discussione in atto tra maggioranza ed opposizione governativa sull’esigenza di una riforma profonda dell’assetto parlamentare italiano, unitamente alla modifica della legge elettorale: elementi che intendono ripristinare un corretto rapporto fra politica, istituzioni e cittadini e ridurre considerevolmente i costi delle istituzioni repubblicane, come la riduzione del 30% delle provvidenze ministeriali prevista nella finanziaria, la riduzione degli esecutivi nei piccoli Comuni e dei Consigli di amministrazione negli Enti pubblici di primo e secondo livello.
Prima di abbandonare l’aula il Consigliere Buconi ha consegnato una nota con cui difende la propria posizione: “Un Parlamento più snello, con funzioni diversificate tra i due rami e con un minore impatto economico sui cittadini contribuenti, dovrebbe rappresentare un passo in avanti di alto profilo per la democrazia e per il rapporto tra eletti ed elettori a cui auspicare a qualsiasi livello istituzionale del nostro Paese. Devo, mio malgrado constatare -scrive Buconi- che così sembra non essere, visto che questo tema viene caldamente osteggiato, in particolare dal Gruppo dei DS in seno al Consiglio provinciale di Terni, e ciò non credo che faccia bene né al confronto democratico né, tanto meno, al bene della comunità provinciale che il Consiglio stesso è chiamato a rappresentare. Nel prendere atto che certi temi sono allo stesso modo temuti a prescindere dagli schieramenti politici, ne desumo -conclude il rappresentante del PDCI- che la sorgente delle possibilità di dimostrare ai cittadini che essi contano sempre meno, rispetto alla politica, è quanto mani lontana dal prosciugarsi”

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