Clamoroso successo di “Tosca”, una delle opere più famose di Giacomo Puccini su libretto di G. Giacosa e L. Illica, che il 4 ottobre è andata in scena a Todi.
Il Teatro Comunale ha ospitato l’opera in tournee nei vari comuni umbri, e come accade sempre nella tradizione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto A. Belli, la messa in scena dell’opera ha colpito per la giovinezza degli interpreti, che non sembrano proprio dei debuttanti, dotati di notevoli doti vocali e interpretative.
Sì, perché quando si tratta di un’opera lirica non basta solo una gran bella voce, ma occorre entrare nel personaggio, capire l’intenzione dell’autore e sottolineare anche attraverso i silenzi o le pause, le emozioni che il pubblico ha particolarmente gradito ed applaudito.
Di grande impatto sono state le scenografie dello storico allestimento del Teatro La Scala di Milano di Nicola Benois e la loro bellezza rischiava di oscurare l’ottima prova di tutti i partecipanti, in primis dell’O.T.L.i.S Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto diretta dal M° Carlo Palleschi che ha cantato l’opera nota per nota ed entusiasmato con la sua direzione impeccabile, sottolineando i momenti topici dell’opera fino all’atto conclusivo.
Ma sin dalle prima aria “Recondita Armonia” interpretata dal giovanissimo Giusepe Distefano (chi l’ha detto che i tenori devono essere grossi per avere la voce) si è subito capito che si sarebbe trattato di una rappresentazione da ricordare.
La sua voce ha colpito per estensione e plasticità e sentiremo certamente ancora parlare tanto di lui non solo per la sua giovane età, ma soprattutto per le sue indiscusse doti vocali e interpretative, poiché il ruolo di Mario Cavaradossi sembrava essergli cucito addosso, soprattutto quando nell’ultimo atto ha cantato “E lucevan le stelle”.
Di grande spessore è certamente stata la performance di Anna Maria Carbonera nel ruolo di Tosca.
Ha una carriera già avviata e la sua esperienza fatta sul campo si è sentita maggiormente nel dosaggio della voce in perfetta sintonia con i movimenti dell’orchestra.
Commovente la sua interpretazione in “Vissi d’Arte”, cavallo di battaglia della Callas e della Tebaidi, con una voce che usciva dal profondo del cuore dell’eroina pucciniana, e con una recitazione eccellente nei gesti e negli atteggiamenti, che ha ricordato le grandi dive della musica.
La sua esperienza alla lunga si è fatta sentire soprattutto nel secondo atto dove la drammaticità dei momenti necessitava molto di più della sola bella voce.
La sua esperienza alla lunga si è fatta sentire soprattutto nel secondo atto dove la drammaticità dei momenti necessitava molto di più della sola bella voce.
Una nota di merito va certamente a Daniele Massimi che ha interpretato il Barone Scarpia in modo davvero innovativo ed ha colpito in modo particolare per la sua splendida voce.
Ma “La Tosca dei giovani”, così possiamo certamente battezzarla, ha convinto soprattutto per la forza del gruppo, trascinato dal Coro e dalle Voci Bianche del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e la regia Lucio Gabriele Dolcini che con grande forza comunicativa a saputo sottolineare i momenti più significativi.
Oltre alla folta presenza di tuderti tra il pubblico c’era un gran numero di stranieri e soprattutto di giovanissimi, a testimonianza che l’opera lirica non è mai stata d’elité, perché autori e compositori scrivevano per il popolo.
Da elogiare lo sforzo organizzativo del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto A. Belli, che ogni anno, nonostante le tante difficoltà economiche riesce a portare nei comuni umbri, rappresentazioni di questo genere e a tutti gli enti, pubblici e privati che da sempre sostengono queste iniziative. Ne è valsa davvero la pena!