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Intervista al presidente della sezione di Confindustria
confindustria

Confindustria Perugia ha costituito cinque anni fa una sezione Media Valle del Tevere. Quella del comprensorio Deruta-Marsciano-Todi-Massa Martana è la più giovane fra le cinque “ramificazioni” istituite dall’associazione in ambito provinciale (Alta Valle del Tevere, Spoleto-Valnerina, Foligno, Gubbio-Gualdo) per poter seguire più da vicino le specifiche problematiche delle singole aree, rapportarsi con le istituzioni locali e raccogliere istanze, proposte e suggerimenti. Guidata nel primo quadriennio da Gianluigi Angelantoni, dell’omonimo gruppo industriale massateno, alla presidenza della sezione è stato chiamato da pochi mesi l’imprenditore tuderte Andrea Coletti, quarant’anni, amministratore delegato di Lennok e Ima, aziende di primo piano nel settore dei serramenti.
Superata la fase fondativa, caratterizzata da azioni tese a dare una fisionomia ed un’organizzazione alla vita della stessa, si inizia ora a guardare avanti, forti di una base costituita da un’ottantina di aziende, distribuite in maniera omogenea su tutto il comprensorio e in rappresentanza dei principali comparti produttivi locali. “L’obiettivo per il prossimo biennio – spiega Andrea Coletti – dovrà essere quello di far crescere ancora le attività della sezione in termini di qualità della proposta, numero di aziende associate ed iniziative realizzate”.
Quali sono gli elementi distintivi del comprensorio? “La Media Valle del Tevere è caratterizzata dalla presenza lungo il suo asse di sviluppo di più centri produttivi dal peso specifico similare e da un’ampia diversificazione delle attività, da quelle legate ai settori più tradizionali a quelle più tecnologicamente avanzate. L’assenza di un fulcro unico o comunque preponderante sugli altri e di denominatori comuni immediatamente individuabili rischia di rendere più difficoltoso il lavoro dell’associazione ma, se vogliamo, ancora più importante”.
Come è organizzata la sezione? “Il funzionamento poggia su un consiglio direttivo che costituisce l’organo di indirizzo e che risulta composto da ventisette imprenditori, in rappresentanza di tutte le diverse realtà, sia cittadine che produttive: una scelta questa che si richiama alla volontà di ricercare  la massima partecipazione”.
Quali sono i programmi? “Proseguire l’attività impostata continuando nell’opera di rafforzamento della visibilità della sezione e promuovendo in primo luogo dei nuovi incontri con i sindaci e le istituzioni del territorio per confrontarci con loro sulle politiche da attivare, sulle strategie da porre in atto e sulla pianificazione dello sviluppo locale”.
Rapporto privilegiato con le Amministrazioni, quindi? “Non solo. Penso, ad esempio, alla necessità di raccordarsi meglio con il mondo della scuola e della formazione professionale per finalizzare la preparazione dei giovani ai fabbisogni delle imprese locali. Penso anche ad una più stretta collaborazione con le altre organizzazioni di categoria, sia del mondo del commercio che dell’artigianato e dell’agricoltura, per concordare insieme delle azioni finalizzate a fare sistema”.
Qual è il clima che si  respira nell’ambiente? “C’è un sentimento certamente positivo, pur tra molte difficoltà; è comunque difficile generalizzare, stante la grande varietà dei settori e dei mercati di riferimento, che vanno da quelli regionali o interregionali, a quelli mondiali”.
Dal punto di vista industriale come è vista la Media Valle del Tevere all’interno dell’Umbria? “Va detto che sotto la guida del presidente Colaiacovo l’associazione si è aperta molto con i territori ed il nostro gode di una buona considerazione, sia per numero di aziende che per il rilievo delle stesse, anche in termini di dinamicità e di capacità di innovazione”.
Dove c’è da far sentire la voce? “Ritengo che sia importante richiamare l’attenzione sulle infrastrutture e, in particolare, su un’adeguata manutenzione della E45, perchè la situazione di abbandono che abbiamo avuto per mesi non è quello che ci si può aspettare in un Paese civile. Eppoi, anche se può apparire abusato, bisogna che le aziende siano meno oberate di oneri e di burocrazia, legacci che limitano lo sviluppo, la crescita, l’occupazione e, nell’insieme, la ricchezza di una comunità”.
          

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