Condividi su facebook
Condividi su twitter
Ricerca e tecnologia all'insegna dell'eccellenza
angelantoni-group

Il suo nome è HVT400MC ed è il risultato della più alta tecnologia made in Umbria. Si tratta dell’ultimo simulatore spaziale interamente progettato e realizzato dall’Angelantoni Industrie di Massa Martana per conto della Indian Satellite Research Organization (Isro). L’impianto è stato inaugurato in febbraio nel corso della missione ufficiale del Governo italiano guidata dal presidente del Consiglio Romano Prodi.
Il simulatore, per realizzare il quale sono stati necessari due anni di lavoro, consiste in una struttura d’acciaio inossidabile che racchiude una camera per i test a forma cilindrica, di sette metri di diametro e dieci di lunghezza, che può ospitare l’ intero satellite da testare. È dotato di quattro pompe criogeniche che generano il vuoto ed anche temperature di oltre 250 gradi sotto zero. L’impianto comprende 15 circuiti indipendenti capaci di riprodurre le condizioni che si hanno intorno al satellite nello spazio, a cominciare dalle temperature, che vanno da meno 180 gradi a più 180. Il raffreddamento è assicurato dall’azoto liquido, stoccato, per 500 mila litri totali, in quattro serbatoi alti ciascuno 22 metri. Questo tipo di simulatori rappresentano ormai il più valido banco di prova per testare la resistenza e l’efficienza dei satelliti e delle loro singole componenti. Il gruppo industriale massetano (noto anche per aver realizzato l’impianto che ospita Oetzi, la mummia di Similaun, e per essere azienda leader dei crash test automobilistici in Europa) ha progettato il primo simulatore spaziale nel 1988 e da allora è tra i primi tre produttori mondiali di questi impianti. Finora ne ha forniti una trentina in Italia e nel mondo, molti dei quali in Cina.
Angelantoni, nata oltre settant’anni fa, è una realtà produttiva articolata in  sedici aziende (con 700 dipendenti totali, insediamenti in tutt’Europa, in Africa e Asia, un fatturato consolidato di 122 milioni nel 2006 ed un margine operativo di circa 13) che si muovono sullo scenario internazionale come altrettanti avamposti di un’ impresa impegnata in vari settori, a cominciare dai test scientifici e industriali fino a quello del freddo (tra i «clienti» pure i Ris dei carabinieri, per la conservazione di reperti biologici ed organici) e delle apparecchiature biomedicali. «Investiamo in ricerca ed innovazione il 10% del fatturato», ha evidenziato l’amministratore delegato del gruppo, Gianluigi Angelantoni, nel corso  della cerimonia di presentazione del simulatore svoltasi in Regione. E’ seguito l’annuncio che l’insediamento cinese facente capo alla società massetana passerà dalla struttura dei 3.000 metri quadrati attuali ai 6.000, aggiungendo ai test ambientali la produzione di apparecchi biomedicali per 18 mila ospedali del Paese. «Le nostre non sono delocalizzazioni ma è l’ occupazione, dall’interno, di spazi di mercati», ha tenuto a precisare Angelantoni, annunciando che il gruppo sta lavorando anche per una  multinazionale di telefoni cellulari ad un progetto per proteggere, con ossido di silicio, gli apparecchi da graffi e riflessi.
In occasione della conferenza stampa tenuta a Palazzo Donini, la presidente della Regione ha preso a pretesto il caso di Angelantoni per ribadire il suo punto di vista sulla politica economica.  «L’esperienza dell’azienda di Massa Martana dimostra che l’Umbria può imporsi nel mondo», ha ribadito la Lorenzetti, secondo la quale, in vista della nuova programmazione comunitaria e nazionale, «il solco da seguire è quello delle imprese leader nelle eccellenze che, tra l’altro, fanno da traino per lo sviluppo dell’indotto». Aspetto, questo, sottolineato anche dal presidente di Confindustria Perugia, Carlo Colaiacovo («ogni impresa si sviluppo in sinergia con un più ampio tessuto di aziende», ha detto), e ribadito ancora dallo stesso Gianluigi Angelantoni: «Non serve un distretto merceologico o territoriale per assecondare la crescita – ha osservato – ma un distretto funzionale». Per l’imprenditore massetano «in Umbria, come dimostrato dalle 12 aziende premiate da Confindustria nazionale per la loro elevata qualità, ci sono imprese che possono benissimo fare da traino per un più ampio contesto produttivo, in una sorta di piccoli ‘cluster’ che servono anche ad aggredire meglio i mercati internazionali».
In proposito Angelantoni ha pure ricordato che l’azienda nacque per volontà del padre, secondo il quale bisognava portare le aziende là dove c’era cultura, intelligenza e mano d’opera. L’impresa è cresciuta e si è sviluppata su questo suo sogno che oggi è una grande realtà. “Di ciò siamo davvero orgogliosi – ha concluso l’amministratore delegato – perché in un territorio quando un’azienda leader in un settore cresce, trascina con se tutte le altre facendo sì che l’intero territorio sia capace di essere competitivo e sviluppato”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter