Mentre a Todi si discute del dove realizzare un depuratore delle acque fognarie, sul lago di Bolsena emerge il vero problema a cui si dovrebbe pensare per il dopo: quante risorse occorreranno e se ci sono per assicurare una corretta gestione dell’impianto nei prossimi anni.
Nelle cittadine del Lago di Bolsena emerge una preoccupazione costante e condivisa, spesso un rammarico, per i rischi che il delicato ecosistema lacuale sta correndo e per i ritardi di una reale presa di coscienza e di un’efficace conseguente azione da parte delle istituzioni pubbliche.
In particolare in questa stagione estiva 2013, sono state innumerevoli le segnalazioni di guasti al sistema di raccolta e depurazione degli scarichi civili del Cobalb, di conseguenti sversamenti di liquami nel lago e di osservazioni ed esperienze dirette che documentano un peggioramento evidente della qualità complessiva delle acque, che non sfugge a chi da anni ama frequentare quello che una volta era il “lago contadino”, “il lago da bere”.
La constatazione che ormai chi conosce il lago non può che trarre è che il sistema di depurazione del Cobalb è al collasso.
Realizzato con fondi FIO a cavallo degli anni ’80 e ’90, il collettore fognario circumlacuale che raccoglie gli scarichi civili dei Comuni del Lago e li depura nell’impianto di Marta è stato forse l’unico vero intervento infrastrutturale realizzato sul territorio, che ha avuto un’importanza fondamentale per la tutela e la valorizzazione turistica ed economica dell’area.
Nelle cittadine del Lago di Bolsena emerge una preoccupazione costante e condivisa, spesso un rammarico, per i rischi che il delicato ecosistema lacuale sta correndo e per i ritardi di una reale presa di coscienza e di un’efficace conseguente azione da parte delle istituzioni pubbliche.
In particolare in questa stagione estiva 2013, sono state innumerevoli le segnalazioni di guasti al sistema di raccolta e depurazione degli scarichi civili del Cobalb, di conseguenti sversamenti di liquami nel lago e di osservazioni ed esperienze dirette che documentano un peggioramento evidente della qualità complessiva delle acque, che non sfugge a chi da anni ama frequentare quello che una volta era il “lago contadino”, “il lago da bere”.
La constatazione che ormai chi conosce il lago non può che trarre è che il sistema di depurazione del Cobalb è al collasso.
Realizzato con fondi FIO a cavallo degli anni ’80 e ’90, il collettore fognario circumlacuale che raccoglie gli scarichi civili dei Comuni del Lago e li depura nell’impianto di Marta è stato forse l’unico vero intervento infrastrutturale realizzato sul territorio, che ha avuto un’importanza fondamentale per la tutela e la valorizzazione turistica ed economica dell’area.
Oggi – in assenza delle risorse necessarie a garantire la regolare manutenzione delle stazioni di pompaggio, del collettore e del depuratore – l’impianto si trova in condizioni di vera e propria fatiscenza e il suo malfunzionamento, che determina frequenti sversamenti nel lago, accelera il degrado della qualità delle acque di un bacino che soffre anche di altre criticità (eccesso di apporti nutrienti dovuti all’agricoltura, una gestione improvvisata del suo bilancio idrico).