E’ fatta, superate le obiezioni degli ambienti universitari, con la promessa di nominare il prof. Abbritti alla carica di Direttore Sanitario aziendale, la Giunta Regionale dell’Umbria ha formalmente nominato- il 26.01.2007 – Walter Orlandi (DS) alla testa dell’azienda ospedaliera di Perugia. Col nuovo direttore, cambia anche tutta la struttura di vertice del Santa Maria della Stella (ex Silvestrini e Policlinico ).
Il direttore sanitario Gigliola Rosignoli(DS) viene promossa e torna a Foligno (USL 3), dove aveva svolto tale funzione col D.G. Macchitella, quale nuovo Direttore Generale al posto di Orlandi.
Anche il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera è pronto a far le valigie. Per il dr. Casciarri era con tutta probabilità stato lasciato vacante il posto presso l’Usl 1 di Città di Castello – Gubbio, diretta dal dott. Vincenzo Panella (PRC) già dirigente medico della Usl 2 e della vecchia Usl della Media Valle del Tevere. Alla dott.ssa Nadia Antonini (DS), fino ad ora a Foligno, era stato riservato il posto di direttore amministrativo presso la Usl 2.
Impazza ora il “toto direttore amministrativo” dell’azienda ospedaliera: c’è chi dice che Orlandi dovrà nominare un ” Margherita ” e chi fa osservare che i socialisti dello SDI sono finora rimasti a bocca asciutta e pur qualcosa dovranno avere fra Perugia e Foligno, ma l’ipotesi al momento più accreditata è quella di un altro ” Rosi boy”, il dr. Valorosi, attualmente responsabile degli acquisti dell’a.o. e, come l’assessore regionale alla sanità, di estrazione alto tiberina.
Anche per Orlandi, l’azienda ospedaliera di Perugia è un luogo conosciuto; da qui aveva mosso i suoi passi come dipendente, prima di approdare all’azienda ospedaliera di Terni ed alla Usl 2. Nell’azienda sanitaria locale aveva saputo conquistarsi la fiducia dei Sindaci che si erano vanamente opposti al suo trasferimento a Foligno. Trasferimento non proprio gradito dall’interessato, che però aveva fatto buon viso a cattivo gioco aspettando calmo gli eventi, contrariamente a quanto mostrato dall’altro ” quasi trombato” dalla Lorenzetti, il dr. Truffarelli che, in virtù delle sue esternazioni contro la ” Governatrice”, si è ritrovato disoccupato, dopo l’esperienza non gradita alla testa della Usl.2 seguita al siluramento come D.G. dell’azienda ospedaliera. Il sacrificato nell’operazione sembra il dr. Emilio Duca, attualmente direttore sanitario della Usl 3 ( Foligno ) con Orlandi, che dovrebbe accontentarsi di un trasferimento, come dipendente, per assumere il ruolo di direttore di presidio. Un passo indietro per Duca, ma forse la prospettiva di una successiva valorizzazione stante la sua giovane età e l’esaurimento del periodo decennale consentito, a legislazione attuale, di esercizio della funzione di Direttore Generale da parte Orlandi.
Se tutto andrà secondo le previsioni, quello che potrebbe sorprendere sarebbe un vertice dell’azienda ospedaliera tutto di estrazione D.S., ma forse ciò sarebbe solo la testimonianza che nel partito della Quercia si fronteggiano più fazioni ognuna in grado di strappare qualcosa, che la Margherita si sente appagata con la nomina estiva del dr. Legato alla direzione della Usl 2 e lo SDI, accontentato con una lunga consulenza alla Usl2 punta ora solo alla presidenza dell’Istituto Zooprofilattico Umbria Marche con il tuderte Carlo Vannini.
Tra i primi impegni di Orlandi, quello di «decongestionare l’ accesso al polo ospedaliero con provvedimenti che favoriscano il decentramento di certi servizi: i 180 prelievi di sangue al giorno – ha osservato Orlandi – potrebbero essere assicurati, ad esempio, dai distretti sanitari». In vista anche un tavolo di confronto con medici e sindacati sulla questione delle liste d’ attesa, per verificare l’ appropriatezza degli esami prescritti. «Mi hanno già descritto come ‘l’ uomo dei taglì – ha evidenziato infine Orlandi – ma il mio principio-guida è che vanno assicurate le migliori prestazioni con le risorse disponibili».
Non sarà male che si trovi anche una soluzione alla cronica carenza di presidi sanitari e medicinali nei reparti. A Monteluce era così, ma lì almeno c’era una farmacia vicina, dove i famigliari dei ricoverati potevano ricorrere.
- CiB
- 27 Gennaio 2007
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