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Da dieci anni in Umbria c'è la maggiorazione dello 0,2% dell'addizionale regionale all'imposta sui redditi delle persone fisiche per i redditi complessivi superiori al primo scaglione
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In Umbria
il Consiglio Regionale  ha approvato la conferma  dell’addizionale regionale Irpef  dello 0,2% (17 sì, 7 no e 2 astensioni) con il voto contrario del Pdl e l’astensione di Udc e Lega.
Il relatore di maggioranza Luca Barberini (Pd), ha spiegato che “per l’anno di imposta 2012 viene confermata la maggiorazione dello 0,2 per cento dell’addizionale regionale all’imposta sui redditi delle persone fisiche per i redditi complessivi superiori al primo scaglione di reddito (0-15mila euro).

Contrario nel metodo e nel merito il relatore di minoranza, Andrea Lignani Marchesani (Pdl): “Con questa addizionale, istituita nel 2002 come tassa di scopo, noi andiamo a incidere sulle tasche dei cittadini umbri per una non meglio precisata inclusione sociale. All’epoca fu fatto questo e oggi credo vada nella stessa direzione, perché non ci è mai stato detto chiaramente se questi fondi vengono utilizzati differentemente. Dal punto di vista delle aliquote regionali c’è già un automatico adeguamento, che vale per tutti, passando appunto dallo 0,9 all’1,123 per
cento, questo significherebbe andare all’1,443
.
Un aggravio che si sommerà al resto della manovra finanziaria e alle imposte di tipo federalista. Quindi se prima era irrituale la procedura e questo era sufficiente per votare contro, anche nel merito noi votiamo completamente contro una misura che va a colpire iniquamente il ceto medio della nostra regione”.

Ed anche il capogruppo leghista Gianluca Cirignoni ha mosso delle critiche: “voteremo contro questo atto e segnaliamo che è ora di finirla di mettere le mani in tasca ai cittadini anche in Umbria e sarebbe bene, invece, procedere, come ad esempio è stato fatto in Piemonte dal governatore Cota della Lega Nord, il quale grazie alla centralizzazione degli acquisti nella sanità per quanto riguarda i farmaci ha ottenuto un risparmio secco di 75 milioni di euro, procederanno poi, tra l’altro, a centralizzare gli acquisti anche per i presidi sanitari.
In Umbria parimenti era stata istituita una agenzia per centralizzare gli acquisti in sanità, che però ha fatto una misera fine e non ha consentito di fare quei risparmi che ci avrebbero potuto evitare di continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini anziché razionalizzare un sistema che ha bisogno di essere centralizzato e razionalizzato”.

Nella replica l’assessore Gianluca Rossi ha osservato che “questa maggiorazione di fatto è assolutamente indipendente da quello che è contenuto nel decreto emanato dalla presidenza del Consiglio dei ministri domenica 4 dicembre, che tra l’altro, per essere attuato, dovrà essere convertito in legge dal Parlamento e che incide sulla parte fissa dell’aliquota Irpef, appunto passando dallo 0,9 all’1,23 per cento.
Voglio rimarcare che questa è una maggiorazione invariata in Umbria da dieci anni come sono abbondantemente invariate tutte le forme di pressione fiscale di competenza della Regione e della Giunta regionale”.

 
 

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