Grande partecipazione di giornalisti martedì mattina a Roma, presso la sala conferenze della libreria Fandango, nel cuore della capitale, per la presentazione del Progetto Asylon, iniziativa che vede protagonisti la Caritas Umbria e l’Istituto Agrario di Todi, affiancati da realtà quali l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e "Libera", l’associazione di nomi e numeri contro le mafie.
Ad illustrare alla stampa nazionale il progetto nato dalla felice collaborazione tra questi quattro soggetti sono stati Marcello Rinaldi, Preside dell’Istituto Agrario e delegato regionale Caritas Umbria, Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, e Laura Boldrini, portavoce dell’UNHCR.
Asylon è il nome del vino bianco, un Grechetto di Todi DOC, prodotto dalle uve provenienti dai vigneti dell’azienda della scuola di agricoltura tuderte (e già in vendita in tutta Italia nella rete di botteghe affiliate a Libera), il cui ricavato servirà a sostenere progetti di formazione per rifugiati politici ospitati presso il Centro di Accoglienza di Todi, dove è attiva una importante esperienza in tal senso fin dal 2011.
I percorsi formativi saranno realizzati dallo stesso Istituto Agrario di Todi e potranno riferirsi sia a corsi di qualificazione professionale, sia a percorsi di studio quinquennali per l’ottenimento del diploma.
“Siamo convinti che sia un progetto di democrazia, perchè la democrazia si fonda su due doni” – ha detto Don Luigi Ciotti – “la dignità umana e la giustizia: senza la responsabilità di tutti la democrazia non può stare in piedi; questa iniziativa ha messo insieme importanti realtà del territorio, la più antica scuola di agricoltura d’Italia, il Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, Libera e la Caritas: da navigatori solitari difficilmente si sarebbe riusciti a portare questo importante contributo di cambiamento al Paese”.
Don Luigi Ciotti si è mostrato tanto convinto sostenitore di Asylon che ha promesso di visitare in gennaio l’Istituto Agrario di Todi e l’annessa azienda agraria, ritenendo l’esperienza del "Ciuffelli" una eccellenza nazionale da far conoscere e valorizzare.
Si è detta molto soddisfatta dell’iniziativa Laura Boldrini, portavoce dell’UNHCR: “Il progetto è nato dall’esigenza di integrare sul territorio rifugiati che, attraverso la formazione, possano diventare una risorsa utile al territorio stesso: l’aver messo insieme la scuola, l’azienda agraria, la Caritas e Libera, con il nostro patrocinio, ha fatto di questa iniziativa un ottimo progetto pilota che può dare risposte concrete: non si fa carità ma si creano le basi per un progetto che dia un valore alla collettività”.
“Non è un caso che questo progetto parta dall’agricoltura” – ha aggiunto Laura Boldrini – “visto che è uno dei terreni, purtroppo, di maggior sfruttamento degli immigrati: con questo percorso formativo possiamo restituire dignità al lavoro che queste persone andranno a fare”.
Marcello Rinaldi ha spiegato alla folta platea di giornalisti ed operatori tv che "il senso di questo progetto, per Caritas Umbria, è quello del miglioramento della qualità delle relazioni e dell’inclusione di questi ragazzi rifugiati, dando strumenti che possano servire a valorizzare la propria dignità stando dentro, e non a margine, della società”.