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A Terni lo vedono come alternativa al termovalorizzatore, ma da Orvieto lamentano il rischio di una diminuzione di lavoro nel loro impianto di compostaggio
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Il biodigestore torna ad essere elemento di discordia in Umbria, ma stavolta perchè tutti lo vogliono.
Da un lato, infatti la sinistra di  Prc ha accolto con interesse, la formazione di una joint venture tra ASM e TerniGreen per la realizzazione di un biodigestore di trasformazione dei rifiuti organici in biogas.
Inoltre il PRC invita l’ASM e il Comune di Terni ad attivarsi  per il trattamento della frazione secca dei rifiuti con la creazione di un impianto di trattamento sul modello di Vedelago, congiuntamente alla nascita e sviluppo di un polo industriale del riciclo e del riuso.
Le soluzioni predette sono viste come alternativa all’attuale ipotesi in campo: termovalorizzazione ed uso massiccio della discarica di Orvieto, come oggi presente nel piano ATI4 e nel Piano Regionale dei Rifiuti.

Ma proprio da Orvieto vengono mugugni, perchè la realizzazione del biodigestore a Terni farebbe mancare lavoro al centro di compostaggio delle Crete di Orvieto ed accentuerebbe la marginalità decisionale a cui sembra di conseguenza condannata l’area orvietana.
Si parla di un nuovo tentativo di saccheggio del sistema orvietano dei rifiuti e si minaccia anche di non accogliere più i rifiuti ternani ed anche quelli perugini.

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