Le risorse finanziarie così acquisite dalla società massetana consentiranno, secondo quanto dichiaratoci dai responsabili dell’impresa, anche di meglio supportare l’investimento del nuovo stabilimento di San Faustino a Massa Martana, che avrà così una capacità produttiva quasi doppia rispetto a quanto inizialmente previsto e per di più molto più automatizzata.
Il gruppo Angelantoni Industrie che detiene la quota di maggioranza ed il pieno controllo della società, nella persona dell’amministratore delegato Gianluigi Angelantoni fa sapere che il business del termodinamico a concentrazione sarà caratterizzato nei prossimi anni da una crescita a doppia cifra e che forte sarà l’impegno da parte di tutto il management affinché il piano industriale delineato venga realizzato in tutti i suoi aspetti e nel pieno rispetto delle tempistiche.
Il fatto che l’Algeria abbia fatto una scelta di puntare sul nucleare (considerato da un rapporto del 2009 del MIT – Massachusetts Insitute of Technology – non più competitivo dal punto di vista economico) non inficia per nulla il progetto Desertec visto l’interesse e l’impegno di tutti i Paesi Nord Africani e Medio Orientali.
Come ad esempio il Marocco, che ha cancellato l’ordine per l’unica centrale nucleare prevista, puntando su alcune centrali solari termodinamiche per un totale di 2 GW operative entro il 2019.
I clienti dell’industria massetana stanno aumentando, peraltro, anche in altre zone dell’Africa del Nord.
L’Enea, infatti, coordinerà in Egitto lo sviluppo di un impianto pilota dimostrativo Solare Termodinamico, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Commissione Europea con circa 12,5 milioni di euro.
La realizzazione dell’impianto prevede la partecipazione proprio della Archimede Solar Energy, insieme ad altre industrie nazionali ed egiziane.
Il progetto sarà avviato nel 2011 e avrà una durata di quattro anni.
La tecnologia sarà quella, ovviamente, del Solare Termodinamico Enea, giù utilizzata nell’impianto Archimede, recentemente inaugurato dall’Enel a Priolo Gargallo (Sr).
Anche qui, come nel progetto Desertec, i tubi ricevitori solari a sali fusi prodotti da ARCHIMEDE SOLAR ENERGY avranno un ruolo unico e fondamentale.
Quanto al progetto Desertec si deve registrare comunque che l’interesse dei gruppi industriali è immutato ed anche recentemente v’è stato l’ingresso di 5 nuovi soci, fra cui Enel Green Power, che si aggiungono alle 12 imprese fondatrici fra cui spiccano Siemens, ABB, Deutsche Bank etc.
In aggiunta al progetto Desertec ed a dimostrazione che le cose stanno prendendo una piega concreta, è partito anche il progetto Transgreen, voluto dai francesi, che studierà il collegamento via cavo fra Nord Africa ed Europa. A Transgreen aderisce, oltre alle solite Siemens ed ABB, anche l’italiana Prysmian (ex Pirelli Cavi).
Collegamento che è parte anch’essa essenziale al raggiungimento dell’obiettivo di Desertec Industrial Initiative di fornire, nel 2050, almeno il 15% dell’energia elettrica necessaria ai Paesi europei.