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La selezione di Todi tra le cinque finaliste per il titolo d i Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea avviene nel contesto di una regione in cui l’antico e il contemporaneo coesistono da tempo immemore continuando a proiettarsi nel futuro
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Patria di antichi popoli e grandi Santi, artisti e sapienti artigiani, l’Umbria, le sue verdi distese, i suoi borghi silenziosi animati ancora da un ritmo di vita lento, ha ispirato e continua a ispirare la creatività contemporanea a livello internazionale.
Tante le forze in campo che costellano la regione dai grandi centri sino ai più piccoli, costituendo una rete del contemporaneo visionaria e lungimirante che emerge già dal titolo di “Ponte Contemporaneo” nel dossier di sessanta pagine presentato da Todi alla Commissione che venerdì 25 ottobre dovrà scegliere, tra le cinque rimaste in gara, quella vincitrice, che verrà proclamata il 30 ottobre.

Un concetto, quello di ponte, che non soltanto si declina nella collaborazione tra enti dello stesso territorio ma anche che riafferma un’abilità, divenuta attitudine peculiare della regione, di far fiorire eredità più o meno antiche e passate immaginando instancabilmente prossimi futuri.
L’arte contemporanea dunque connette dimensioni temporali e spaziali diverse e, a partire dalle istituzioni museali, ciò è fortemente evidente.

La Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia) ne è primo esempio con un’ampissima collezione che si estende dal Duecento e Trecento fino al Novecento. E non solo. È infatti anche oggetto del progetto, risalente a questa estate, di Costantino D’Orazio – direttore dei Musei Nazionali di Perugia nonché parte del comitato scientifico di Ponte Contemporaneo di Todi – La Sottile Linea d’Umbria: una vera manifestazione di rete del contemporaneo che prevede quattordici interventi di arte contemporanea nei Musei Nazionali umbri, definito da D’Orazio “un invito a guardare il futuro di questa splendida regione.”

Una visione questa che prosegue la preziosa propensione ai linguaggi del nostro tempo già attiva sin dalla metà del XX sec. e raccolta oggi nella Galleria d’Arte Moderna “Giovanni Carandente” (Palazzo Collicola) di Spoleto.
Quest’ultimo, il più vasto e variegato museo di arte moderna e contemporanea dell’Umbria che conserva la collezione dell’omonimo e visionario storico, critico d’arte e ideatore di “Sculture nella città” (1962), evento ritenuto ancora oggi uno degli episodi più salienti della scultura internazionale del XX secolo di cui tuttora è visibile il lascito: passeggiando per le vie di Spoleto, infatti, è ancora possibile incontrare opere monumentali di artisti come Arnaldo Pomodoro o Alexander Calder.

Tuttavia, oltre ai grandi musei, la relazione tra la dimensione storica e contemporanea trova anche declinazioni specifiche come nel caso del Museo Regionale della Ceramica di Deruta – il più antico d’Italia – che espone opere della tradizione ceramista rinascimentale fino a quelle uniche o multiple di artisti del XX sec. operanti in collaborazione con i laboratori derutesi.

“Laboratori del nostro tempo”, invece, sono i numerosi centri di arte contemporanea come il prestigioso CIAC di Foligno che ospita mostre temporanee e dà accesso nell’ex Chiesa della SS. Trinità Annunziata alla Calamita Cosmica di Gino de Dominicis – uno degli artisti più importanti del Novecento; segue poi il CAOS di Terni che, oltre ad organizzare esposizioni temporanee, laboratori didattici e creativi, raccoglie anche il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice, Archeologico Claudia Giontella, il Teatro Sergio Secci e spazi per residenze e produzioni artistiche, luoghi di ricerca come biblioteca e sala video.

L’elemento divulgativo ed educativo da un lato e quello creativo dall’altro, oltre a sottolineare una grande e costante apertura al futuro, caratterizza fortemente anche le prestigiose Fondazioni che costellano l’Umbria.
Tra queste, quelle dei grandi artisti Alberto Burri – Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burria Città di Castello e di Beverly Pepper – Fondazione Progetti Beverly Pepper a Todi (quest’ultima, già nel coordinamento del progetto della candidatura, organizza biennalmente il Festival delle Arti invitando artisti di caratura internazionale ad installare le proprie opere nella città tuderte per la progressiva costituzione di un itinerario pubblico dell’arte contemporanea nella vita quotidiana di tutti); segue poi Civitella Ranieri Foundation di Umbertide che indice ogni anno programmi di residenza artistica per artisti visivi, scrittori e compositori internazionali durante i quali sono anche accompagnati in uscite di visita ai luoghi dell’arte umbra.

Sulla stessa linea opera la Mahler and Lewitt Studios di Spoleto che incoraggia giovani leve a dialogare con l’eredità storico-artistica della città e del territorio regionale, un territorio che accoglie anche grandi collezioni private in aggiornamento continuo grazie ad una costante attività di commissioni e nuove acquisizioni come quella di Angela e Massimo Lauro (il Giardino dei Lauri) a Città della Pieve – contesto noto vieppiùper il visionario progetto artistico architettonico della Scarzuola di Tomaso Buzzi.

Tutto quanto nominato, basterebbe per riconoscere l’Umbria come patria del contemporaneo e tuttavia, è da segnalare che buona parte del suo itinerario si svolge anche fuori dagli spazi museali o architettonici. La regione gode infatti di tre grandi parchi scultura (Campo del Sole – Tuoro sul Trasimeno; Parco delle Sculture di Brufa– Brufa; il Parco di Beverly Pepper – Todi) nonché di installazioni o progetti di Land Art di altrettanti noti nomi come quello di Michelangelo Pistoletto che nel 2010 disegnò il suo Terzo Paradiso in scala paesaggistica proprio nel Sacro Bosco di San Francesco ad Assisi.

L’arte contemporanea in Umbria è dunque di casa, è un percorso, un cammino, un ponte che unisce dentro e fuori, che accoglie e lascia che il pensiero si apra a ciò che ancora è da immaginare.

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