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Assistiamo all’ennesimo esempio di una mentalità, ormai consolidata purtroppo, che cerca sempre di colpire i più deboli. La locazione per uso turistico era uno strumento creato, pur con mille imperfezioni, per permettere a comuni cittadini che ne avessero bisogno di arrotondare le proprie entrate senza obbligarli ad adempimenti o costi che avrebbero del tutto vanificato i vantaggi sociali di questo intervento.

Un’amministrazione lungimirante, proteggerebbe queste iniziative come strumento prezioso per combattere l’impoverimento e far ripartire l’economia. Perché invece ci si accanisce sulle pagliuzze mentre multinazionali (anche della locazione) evadono milioni sfruttando le travi delle ambiguità normative che favoriscono le piattaforme digitali?

È chiaro che le persone colte ad usare impropriamente questo strumento vanno sanzionate. Inoltre  le attività di accoglienza professionali vanno salvaguardate da quella che potrebbe essere una concorrenza sleale, ma sono convinto che i problemi reali nel settore sono due: il primo è certamente la crisi economica sistemica che da venticinque anni porta le persone ad avere sempre meno da spendere; il secondo è che a fronte della contrazione economica abbiamo degli obblighi normativi spesso molto gravosi che costringono a tenere i prezzi alti, in un vero e proprio circolo vizioso.

Se ci decideremo ad agire su questi che sono i veri problemi degli esercizi dell’accoglienza, possiamo sperare di far ripartire il settore e con esso l’economia. Se invece ci illudiamo che prendersela con la madre single che arrotonda affittando una stanza risolva questo problema, favoriremo una volta di più la guerra tra poveri e non ne usciremo mai.

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