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Inaugurazione venerdì alle ore 17:30 con una conferenza presso la Sala del Consiglio Comunale: seguirà una visita guidata alla struttura del XIV secolo oggetto di un complesso intervento di recupero, restauro e riqualificazione funzionale
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Venerdì 26 luglio la città di Todi si riappropria della Torre del Palazzo dei Priori, struttura del XIV secolo rimasta vuota e non accessibile per oltre un secolo. Si tratta di un’opera pubblica che al di là dell’investimento economico – 970 mila euro, di cui 616 mila concessi dal Ministero della Cultura – assume anche un forte valore simbolico, pari, restando ai tempi recenti, al recupero e alla riapertura del ponte Bailey sul Tevere avvenuta nel dicembre del 2023.
Volendo andare più indietro, probabilmente bisogna arrivare all’apertura del Museo-Pinacoteca, dell’Archivio Storico e Biblioteca e ancora prima del Teatro Comunale, tutto risalente agli anni Novanta.

Il cantiere, caratterizzato da difficoltà logistiche di non poco conto, è durato 18 mesi, ma il lavoro di progettazione è iniziato molto prima, così come il percorso per assicurare il finanziamento a copertura dell’operazione. La futura destinazione? Museo dell’Arte Contemporanea della Città, con un contrasto tra antico e moderno che è sempre più nelle corde di Todi, candidata di recente a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, con la Torre pensata come una delle numerose frecce al proprio arco.

«La riapertura della Torre è una delle tante soddisfazioni che mi sta regalando questo terzo mandato da Sindaco di Todi», dichiara Antonino Ruggiano. «È un’opera importante, al pari di tante altre che stiamo portando a termine, ma ha un forte valore anche iconico, della città che rinasce, che si riappropria di propri spazi dalla storia ultrasecolare, che realizza imprese per decenni rivelatasi impossibili per tanto tempo, che sa progettare e guardare con positività al futuro. E la Torre dei Priori rappresenta al meglio tutto questo. Ospiterà infatti il Museo di Arte Contemporanea, un altro sogno nel sogno, al quale con questa Amministrazione abbiamo dato concretezza e che è peraltro soltanto uno dei punti di forza della candidatura a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 che è attualmente in corso di valutazione al Ministero della Cultura. Il 26 luglio sarà una festa di tutta la città, di tutti i tuderti, di tutta l’Umbria, perché anche nel ‘dossier capitale’ ci siamo candidati orgogliosamente a rappresentare l’intera regione».

Il progetto e la direzione lavori sono stati curati dall’architetto Antonio Corradi, tuderte doc, già distintosi in Umbria e in Italia per importanti realizzazioni ma per il quale la Torre ha rappresentato qualcosa di diverso, quasi di personale. In privato confida che dentro la sua testa lo studio è iniziato oltre cinque anni fa, avviando l’analisi di tutte le difficoltà tecniche di quella che si presentava a tutti gli effetti una sfida.
«Il sogno di riaprirla da parte dell’Amministrazione Ruggiano era bellissimo ma la sua traduzione in pratica, rispettando appieno la sua storia non era compito facile», confessa Corradi. «Fin dall’inizio – prosegue – ho sostenuto l’idea che la Torre dovesse essere prima di tutto il museo di se stessa, con tutti i segni lasciati dal tempo, con un intervento che ne esaltasse l’involucro murario antico, attraverso l’uso di materiali contemporanei che non contaminassero la vista del visitatore di fronte ai segni del 1300».

Va detto che dell’utilizzo della Torre, al di là di quello originario, ovvero di sede dei Governatori della città, non è presente molto documentazione negli archivi. E che nessuno tra le persone in vita ne ricordava un utilizzo, o anche la sola possibilità di avervi acceduto. Si conoscono dei lavori di messa in sicurezza del tetto degli anni Sessanta ma per il resto, già nel 1902, un disegno la rappresenta completamente vuota nella sua altezza, con i solai in legno evidentemente già crollati.

Una mostra storico-documentaria, allestita nella ex Sala delle Udienze, al primo piano della Torre, ne racconterà di più a partire dal giorno dell’inaugurazione, con il taglio del nastro preceduto da una conferenza, alle ore 17:30, nella Sala del Consiglio Comunale, tenuta dal dottor Filippo Orsini, direttore dell’Archivio Storico Comunale. Previsto, dopo i saluti istituzionali del Sindaco Ruggiano e dell’assessore ai lavori pubblici Primieri, un intervento dell’architetto Corradi.

«Legno, vetro e ferro sono stati i soli materiali usati per dare nuova vita e fruibilità alla Torre», continua Corradi. «Il pensiero caratterizzante del progetto è stato quello che i nuovi impalcati non toccassero materialmente il perimetro murario antico e che non ostruissero la verticalità e la continuità visiva dello spazio, da cui l’idea dei lucernai centrali che permettono  di apprezzare i giochi di luce con le ventuno finestre che permettono una vista spettacolare sia su piazza del Popolo che su tutto il resto della città e del circondario, richiamando anche la funzione di avvistamento e di difesa che la torre doveva assolvere, mentre le numerose buche pontaie sono state lasciate aperte, insieme agli interrogativi sulla loro funzione più recondita».
Dal 26 luglio 2024, dunque, per Torre dei Priori inizierà una nuova storia.

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