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La notizia appresa attraverso il Tg3 regionale che a breve verrà emanato da parte dell’Auri (Autorità Umbra Rifiuti e Idrico) l’avviso di manifestazione d’interesse per la costruzione del nuovo inceneritore in Umbria a pochi giorni dalla scadenza del mandato del Presidente e del Consiglio direttivo dell’Autorità stessa prevista per il prossimo 10 luglio è una scorrettezza politica e istituzionale verso i nuovi organi che verranno insediati fra poche settimane e che, dopo le elezioni amministrative di giugno, porteranno al formarsi di una maggioranza di sindaci diversa da quella attuale.

A seguito delle recenti consultazioni nei vari comuni dell’Umbria ma, soprattutto, sulla base all’esito del ballottaggio per l’elezione del Sindaco di Perugia che ha visto il successo di Vittoria Ferdinandi, è di fatto mutata la composizione della rappresentanza all’interno dell’Auri che vede ancora (seppure per pochi giorni) come presidente il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, espressione del centrodestra, da sempre favorevole alla realizzazione dell’impianto anche nel proprio territorio.

Sulla base dello Statuto dell’Auri, per eleggere i nuovi amministratori dell’Autorità Umbra Rifiuti e Idrico, oltre al voto favorevole della maggioranza dei comuni (47 su 92), è necessario ottenere anche la maggioranza assoluta della popolazione (445.182). Ma in considerazione dei nuovi assetti usciti recentemente dalle urne con maggioranze ribaltate non solo a Perugia ma anche a Bastia Umbra, Marsciano, Montefalco, ecc. i sindaci di centrodestra dell’Umbria non rappresentano più la maggioranza degli umbri. Ad oggi, infatti, sono i sindaci espressione del centrosinistra che, governando circa 496.000 cittadini, rappresentano la maggioranza della popolazione.

Se venisse avviata la procedura per la costruzione dell’inceneritore, così come previsto nel Piano regionale di gestione integrato dei rifiuti approvato dal Consiglio Regionale il 14 novembre 2023, il sindaco di Todi compirebbe un atto ostile nei confronti della propria città, della Media Valle del Tevere e dell’Umbria intera non tenendo conto della nuova realtà determinatasi all’interno dell’Auri e del fatto che anche gli organi regionali si avviano ormai al rinnovo previsto nel mese di dicembre prossimo.

Come Comitato “Non bruciamo il futuro” con sede nella Media Valle del Tevere da mesi stiamo conducendo una battaglia pubblica al fine di far recedere la Regione dell’Umbria e l’Auri dal proposito di realizzare nella nostra regione un nuovo inceneritore.
A tal proposito sono state organizzate molte iniziative pubbliche che hanno visto una grande presenza di cittadini preoccupati per il proprio futuro e per quello di un territorio che da sempre custodisce una vocazione ambientale da cui è derivato giustamente lo slogan “Cuore verde d’Italia”.

E’ in corso inoltre una raccolta pubblica di firme in tal senso indirizzata proprio alla Regione e all’Auri.
In considerazione di quanto sopra esposto, anche in attesa del rinnovo degli organi istituzionali della Regione, chiediamo all’Auri di sospendere le procedure per la realizzazione del nuovo inceneritore auspicando anche che in futuro venga rivisto il Piano Integrato dei Rifiuti senza prevedere il ritorno alla combustione dei rifiuti.
Auspichiamo inoltre che venga incentivata sempre di più la raccolta differenziata, il riuso, ecc. anche per non vanificare i grandi sforzi organizzativi ed economici effettuati negli ultimi 30 anni da tutti i soggetti interessati, in primis dai comuni.

Chiediamo inoltre che, nell’ambito delle proprie competenze, vengano adottate fin da subito tutte le misure necessarie per un contenimento delle tariffe del servizio integrato dei rifiuti divenute ormai insostenibili per le famiglie e le imprese.
Chiediamo quindi a tutti i sindaci dell’Umbria, ai consiglieri comunali, alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni di categoria e a quanti hanno a cuore il futuro della regione di prendere posizione contro questa decisione dannosa, insensata e arrogante dell’Auri.

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