Apprendiamo della nomina del Sindaco Antonino Ruggiano a componente del Consiglio di Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci dell’AUSL Umbria 1, organo “esecutivo” attraverso cui svolge le proprie funzioni la suddetta conferenza, strumento di rappresentanza dei Comuni per l’espressione delle esigenze sanitarie del territorio con funzioni di indirizzo e controllo sull’attività socio-sanitaria e di partecipazione alla programmazione. Cioè quelle funzioni che più volte abbiamo chiesto che il Sindaco di Todi esercitasse e che lui ha sempre dichiarato non gli competessero. Infatti in questi anni si è ben guardato dal rappresentare le istanze che venivano da cittadini, comitati, sindacati, partiti e rappresentanti istituzionali nelle sedi opportune, compresa la Conferenza dei Sindaci dell’AUSL Umbria 1.
Viene in mente la famosa metafora della volpe a guardia del pollaio. Metafora avvalorata ancor più dal fatto che il prossimo tema che verrà sottoposto all’attenzione del Consiglio dei Sindaci riguarderà proprio la situazione degli ospedali territoriali e dei distretti sanitari, argomento che incide sulla carne viva delle persone e su cui il primo cittadino tuderte si è reso protagonista, dall’insorgere della pandemia, di un complice gioco di sponda con la Giunta Regionale presieduta da Donatella Tesei che ha letteralmente portato al massacro la sanità territoriale ed il presidio ospedaliero della Media Valle del Tevere.
È incredibile come in questi anni Ruggiano, fedele scudiero di Tesei e Coletto (ci ricordiamo la campagna elettorale di poco meno di due anni fa in cui Ruggiano andava promettendo due posti letto di terapia intensiva a Pantalla insieme all’ineffabile assessore veneto?), pur dicendosi un non professionista della politica, abbia accumulato incarichi su incarichi senza mai dedicarsi al bene comune della cittadinanza tuderte, lavorando scientemente in modo maldestro, anzi, in importanti organi amministrativi come l’AURI, a detrimento della propria comunità, lesa sotto due aspetti fondamentali: la salute e l’ambiente.
La vita è bella; l’ennesima “poltrona” da occupare senza pensare alla propria comunità ancora di più.