Una vera e propria miniera di materiale storico-documentaristico in grado di funzionare da punto di osservazione privilegiato per poter gettare uno sguardo retrospettivo sul mondo dell’agricoltura umbra e italiana fino a tutta la seconda metà dell’Ottocento. Il "tesoro" di dati ed informazioni si trova all’interno dell’archivio scolastico dell’istituto agrario "Ciuffelli" di Todi, dove è stata condotta una prima ricerca dalla quale è scaturita una interessante tesi di laurea, presentata giovedì 10 giugno, nell’ex convento tuderte di Montecristo, ad un’attenta e qualificata platea dall’autore, Luca Galdo.
La tesi ha iniziato a verificare in che modo la Regia Scuola Agraria di Todi, nata fra il 1883 e il 1884 dalla precedente Colonia Agricola già operante da vent’anni, diventò un effettivo fattore di cambiamento in primo luogo dell’agricoltura e, in seguito, anche della struttura socio-economica del mondo rurale.
Fin dai primi sopralluoghi, il professor Manuel Vaquero Pineiro, docente dell’Università di Perugia, ispiratore e relatore della tesi di laurea, si è reso conto di essere in presenza di un patrimonio storico di enorme valore, con centinaia di carte e registri che custodiscono una particolare sezione di memoria collettiva e rappresentano il punto di partenza per qualsiasi lavoro che in maniera sistematica voglia ripercorrere l’evoluzione dell’agricoltura umbra in età contemporanea.
Nel corso del seminario, al quale sono intervenuti anche il preside Paolo Frongia, il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e il direttore dell’Archivio storico tuderte Filippo Orsini – che hanno sottolineato come il "Ciuffelli" rappresenti una prestigiosa istituzione cittadina non soltanto per la intensa azione educativa-formativa – è stata richiamata l’attenzione su tre fondi dell’archivio, che lo collocano ad un livello molto alto, sino a renderlo persino quasi unico.
"Un primo filone – ha spiegato il professor Vaquero Pineiro – è composto dai registri contenenti le delibere dei consigli didattici, una serie ininterrotta che, partendo dal marzo 1884, dà ragguagli sui libri di testo, sulle materia da inserire o togliere, sugli studenti, sul governo del convitto e su un lungo elenco di questioni attinenti l’educazione e la vita quotidiana dei studenti".
Un secondo corposo filone è costituito dai fascicoli contenenti la documentazione inviata dai ragazzi che volevano intraprendere gli studi: da questi faldoni, corredati da certificati, attestati, lettere di raccomandazione e molto altro emerge un variegato ventaglio di particolari sulle condizione socio-economiche delle famiglie, sullo stato di salute dei ragazzi, sul livello di formazione scolastica, insomma un materiale che schedata e organizzato potrebbe costituire una ricchissima banca dati sulla società umbra al indomani della nascita del Regno d’Italia.
"Il terzo blocco di documenti – ha sottolineato il docente universitario – è quello più originale e tale originalità dipende dal fatto che si tratta di una documentazione che dovrebbero possedere solo sei scuole italiane (Alba, Avellino, Cagliari, Catania, Conegliano e Todi, l’unica delle regioni centrali), quelle che nel 1926 furono individuate come sede d’esame per i fattori e gli agenti rurali che volevano ottenere il diploma professionale di periti agrario. Questa circostanza ha fatto sì che presso il "Ciuffelli" siano conservati i fascicoli riguardanti decine di fattori (umbri, toscani, marchigiani), un insieme di testimonianze dal quale emerge un vivace affresco delle campagne umbre degli inizi del XX secolo".
"Carte d’Archivio e Storia dell’Istruzione Agraria a Todi", iniziativa dedicata alla memoria del professor Roberto Nasini, figura simbolo della scuola agraria tuderte – al quale nei giorni scorsi è stato intitolato anche un Hortus Solidale, realizzato per favorire l’integrazione degli studenti svantaggiati – si è conclusa con l’annuncio che la ricerca nell’archivio del "Ciuffelli" continua, con l’obiettivo di presentare, da qui a un anno, uno studio che comprenda tanto l’analisi quanto la raccolta della documentazione più significativa, andando a ricostruire così un tassello della storia del Paese, proprio mentre si celebra il centocinquantesimo dell’Unità nazionale, anniversario che guarda caso quasi coincide con quello della scuola di agricoltura più antica d’Italia.