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Nel giorno della festa del Patrono, San Fortunato, la nuova edizione della Guida di Marco e Carlo Grondona pubblicata dalla Ediart
copertina

Bella, completa, accattivante: è la ottava edizione di “Todi storica ed artistica” di Carlo e Marco Grondona, appena giunta fresca di stampa sugli scaffali delle librerie per i tipi della Ediart, casa editrice tuderte apprezzata a livello nazionale per le sue curatissime pubblicazioni storico-artistiche.
Uscita per la prima volta nel 1961, questa “Guida” rappresenta una sorta di “pietra miliare” per la conoscenza della città di Jacopone, al pari – seppure per motivi diversi – soltanto all’ormai datato “Todi e i suoi castelli” di Franco Mancini.
“Todi storica ed artistica”, che fu revisionata di continuo fino al 1978 da Carlo Grondona, di professione medico condotto, ed in anni più recenti dal figlio Carlo (docente di storia della musica all’Università di Pisa), ha raggiunto in questa sua ultima moderna versione la piena maturità in quanto ad equilibrio e perfezione, senza per questo perdere freschezza e originalità.
Le oltre 300 pagine, dotate di un apparato fotografico di quasi 1.000  foto (molte delle quali inedite), restituiscono l’immagine di una città con una concentrazione di ricchezza come poche altre, mentre la presenza di materiale pubblicato per la prima volta è anche un “invito agli studiosi perché approfondiscano temi e contenuti spesso singolari”.
Rivolta forse ai tuderti (ve ne dovrebbe essere una copia per ogni famiglia) prima ancora che ai turisti – per i quali rappresenta (visto anche il prezzo accessibilissimo) il miglior compendio per la visita della città nonché un raffinato souvenir della stessa – la “Guida” genera nello sfogliarla emozione e gratitudine per quanto le diverse civiltà hanno donato nel corso dei secoli a Todi, ma anche qualche malinconico rammarico per alcune carenze di tutela e di valorizzazione che la penna non edulcorata di Marco Grondona non manca, neppure stavolta, di mettere in giusta evidenza.

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