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Intervista al presidente della Società del teatro, Edoardo Brenci, sull’incerto futuro di un gioiello culturale e turistico, che è messo in serio pericolo dalle restrizioni per il Coronavirus
Brenci teatro poltrone vuote

Il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, famoso per essere il “teatro più piccolo del mondo”, è senza dubbio il maggiore attrattore culturale e turistico di Monte Castello.
In questa intervista ad Edoardo Brenci, presidente della Società del teatro che gestisce la struttura da 25 anni, vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni, le gravi problematiche gestionali conseguenti all’emergenza coronavirus.

Presidente Brenci, il Coronavirus ha comportato un blocco delle attività, incluse quelle teatrali e, nel caso specifico, delle attività collaterali. Cosa ha comportato tutto questo per il “teatro più piccolo del mondo?
“L’attuale situazione comporta un impegno straordinario che ha richiesto di valutare giuste azioni in termini di sostenibilità socio-economica sulla gestione e in termini di attenzione minuta alla riorganizzazione in sicurezza per l’apertura visite. Queste però non possono essere effettuate con la consueta qualità del servizio, da sempre apprezzato dai visitatori, principale peculiarità perseguita e che contraddistingue la nostra Accoglienza. Gli eventi privati e la stagione teatrale subiscono uno stop per la limitazione degli spettatori ammessi e per scelta degli organizzatori di rinviare”.

Con il termine del lockdown e con una speranza di ripartenza del turismo, quali sono le azioni che lei pensa di poter riuscire ad intraprendere, pur con le limitazioni di sicurezza attualmente imposte?
“Posso solo constatare diseconomie che il Protocollo sicurezza ci impone. Non si potranno più accogliere gruppi dai pullman, il che ci penalizza di molto, ma solo un massimo di 8 persone distanziate in platea. Inoltre non avvalersi dei soci volontari e del Servizio Civile comporta la riduzione delle giornate di apertura con una drastica perdita. Non vediamo una soluzione risolutiva alle carenze economiche che riscontriamo, perché la scarsità delle entrate nel periodo di chiusura e nel futuro prossimo, mettono a serio rischio la sopravvivenza stessa della nostra attività. Abbiamo risorse finanziarie accantonate da oculate gestioni precedenti, ma che non ci permetteranno lunga vita! Quest’anno perderemo l’80% delle entrate e l’unica risorsa è il 5xmille. Quindi una situazione catastrofica”.

Quante sono le persone che lavorano in modo stabile e stagionalmente all’attività del teatro?
“Due persone dipendenti con contratto par-time 50% che si dedicano al servizio visite, alla gestione ordinaria e soggette anche alla cassa integrazione”.

La situazione non è sicuramente di facile gestione. Che tipo di aiuto è arrivato, o arriverà, dalle istituzioni, in primo luogo Comune e Regione, per sostenere il principale attrattore culturale di Monte Castello di Vibio?
“Per il Terzo Settore, in cui si annovera la nostra Associazione, al momento non sono stati individuati aiuti specifici e se ci si avvale della cassa integrazione è per il fatto che siamo un’associazione di promozione sociale con partita iva. Di queste difficoltà abbiamo portato a conoscenza sia il Comune che la Regione Umbria”.

Vuole lanciare un appello per cercare di sensibilizzare le istituzioni locali e regionali, affinché non venga messo in pericolo un patrimonio di tutta la regione e dell’intero Paese?
“È questa Associazione che ha fatto del Teatro della Concordia un attrattore turistico, sì per la sua tipicità, ma molto per la dedizione con cui tutti i soci si sono dedicati in 25 anni ed ora è un’Eccellenza internazionale, cosa che non è stato per gli altri Teatri storici restaurati dalla regione Umbria negli anni ’80.
L’appello è quello di convocarci e non ignorare il grido d’allarme che sto lanciando. Il Teatro della Concordia non sarebbe così apprezzato dal turismo culturale internazionale, se non si fosse lavorato con passione a preservare i valori universali, patrimonio dell’umanità, che questa pandemia ci deve far riscoprire importanti e basilari”.

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