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L'atmosfera della seconda giornata della kermesse è stata scossa dalla notizia della morte di Mike Bongiorno
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La notizia della morte di Mike Bongiorno arriva, come era forse inevitabile in un festival a così alta densità di provenienze televisive, a scuotere anche l’atmosfera della terza giornata del Todi Arte Festival. Prima della replica dello spettacolo Il poeta Straniero ovvero Straniero Ugo, poeta la protagonista femminile Nancy Brilli pronuncia alcune parole in ricordo del presentatore scomparso. L’ufficio stampa di Maurizio Costanzo è stato assediato durante tutta la giornata dai giornalisti che chiedevano al direttore artistico del Todi Arte Festival di aggiungere al coro del commiato a Mike Bongiorno anche la sua voce. Subito dopo lo spettacolo che ha per protagonisti Herlitzka e Nancy Brilli, Costanzo ha parlato in diretta dal Teatro Comunale per Sky Tg 24.

La giornata del Festival è cominciata come anche la precedente alle ore 18 al Chiostro delle Lucrezie con la riproposizione dello spettacolo musicale del duo Voc&Piano, formato da Aurora Pacchi e Antonella Gualandri.
Alle 19 e 30 al Palazzo del Vignola, nella piccola sala purtroppo disertata dal pubblico, si rinnova l’appuntamento con la drammaturgia contemporanea del “Teatro dei Miracoli”. In scena va la pièce Prove di volo per piccoli roditori, scritta e diretta da Francesco Màgali e interpretata da Maurizio Repetto.

Su uno spazio scenico dominato da colori pastello tra l’azzurro e il rosa, ingombrato da scatole di legno che evocano il mobilio di una stanza d’infanzia, Màgali ha immaginato il monologo di Gaetano Scudèri, designer frustrato che compie un viaggio attraverso le proprie paure più radicate, i complessi più irrisolti. Con ironia il protagonista elenca le sue piccole e grandi ossessioni: il terrore del cancro, minaccia oscura che grava su tutti gli uomini; l’avversione per i medici e la solidarietà nei confronti dei topi da laboratorio; il sogno di diventare un architetto di grattacieli naufragato per il trauma di un lontano pomeriggio d’infanzia.

Le scatole di legno che riempiono la scena nascondono oggetti che sono grovigli di memoria: evocano personaggi, e li materializzano sul palco. Scudèri è perseguitato dagli oggetti di design che alimentano un’economia della griffe e del superfluo: oggetti che egli non crea ma copia, costretto a un lavoro di plagiario al ribasso. Sogna di rispondere all’accendigas fallico dell’azienda concorrente con una “passera” con la stessa funzione. La sua utopia di liberazione è la fuga in massa di tutti i topolini bianchi da tutti i laboratori di ricerca.

Le paure e le frustrazioni di Gaetano Scudèri convergono tutte in un solo paralizzante terrore: la paura di volare
. Una paura che il protagonista è costretto ad affrontare quando l’imminenza della morte della madre lo costringe a intraprendere, il più velocemente possibile, un viaggio verso la Sicilia: viaggio materiale che corrisponde al viaggio della memoria verso la terra dell’infanzia che il protagonista ha compiuto nel corso del suo monologo. Stordito dal valium e dalla grappa, Gaetano si perde in un delirio che culmina nel dialogo finale con Dio, che scivola poi nella preghiera e nella bestemmia, fino allo scioglimento finale insieme tragico e risolutivo.

Nonostante le capacità tecniche e la sintonia col testo, la recitazione di Maurizio Repetto non si accende: resta stereotipa, e anche la simulazione dell’isteria nevrotica del personaggio non movimenta l’interpretazione, ma si spegne nella prevedibilità.
Lo spettacolo apre squarci drammatici di un certo rilievo, come i momenti in cui affronta il conflitto non risolto con la madre, la paura della morte, o la visione terrificante della malattia che trasforma un bambino in un mostro, con la complicità di una macabra amplificazione mediatica. Ma il tono generale resta freddo, la conflittualità rimane in superficie e anche il viaggio interiore del protagonista si risolve in un susseguirsi di trovate comiche, divertenti ma incapaci di aprire vere e proprie ferite nello spettatore. I colori pastello dello spettacolo non si incrinano mai, non si incupiscono né si accendono in una luce violenta.  
Dopo la replica in prima serata, andata in scena al Teatro Comunale, dello spettacolo scritto da Costanzo e Vaime, la terza giornata del festival si è conclusa al Teatro del Nido dell’Aquila con l’ormai consueto appuntamento con il cabaret di “S’è fatta notte 09”.

Per la quarta giornata, mercoledì 9 settembre, il programma del Festival prevede alle ore 18 un appuntamento musicale presso il Chiostro delle Lucrezie con il Pasquale Maglione Trio. Alle 19 e 30 nell’ambito della rassegna di drammaturgia contemporanea “Teatro dei Miracoli” va in scena A cena con amici, dal testo di Donald Margulies, per la regia di Paolo Zuccari e l’interpretazione di Antonella Attili, Paolo Giovannucci, Paolo Zuccari e Teresa Saponangelo. Alle 21 e 30 al Teatro Comunale sarà la volta dell’atteso spettacolo di Franca Valeri e Urbano Barberini Oddio mamma!, tradotto e adattato dagli stessi interpreti a partire dal testo di Sam Bobrick e Julie Stein, per la regia di Daniele Falleri.
In seconda serata, alle 23 e 30, al Teatro del Nido dell’Aquila i comici di “S’è fatta notte 09” chiudono il programma della quarta giornata.  

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