Al centro delle indagini del Ros ci sono stati alcuni imprenditori ritenuti espressione di famiglie mafiose attive sia in Toscana sia nella realizzazione di opere residenziali e turistiche in provincia di Palermo.
L’operazione antimafia, coordinata dalla Dda di Palermo, ha portato a 19 arresti – tre domiciliari – e alla notifica di un divieto di dimora. Le accuse sono: false fatturazioni per ottenere finanziamenti pubblici, ma anche maxitruffe per un miliardo di dollari a banche estere. «L’inchiesta – ha spiegato il procuratore di Palermo Francesco Messineo – ha svelato la curiosa alleanza tra due fazioni di Cosa Nostra, quella facente capo al boss deceduto Tano Badalamenti, e quella dell’area delle Madonie, fedeli ai boss corleonesi, da anni nemiche».
L’indagine, comincia in Toscana. Nel mirino dei carabinieri del Ros finisce un imprenditore siciliano, Gaspare Ofria, da anni residente nella regione. Ma proprio questo nome consente di scoprire che i tentacoli mafiosi sono arrivati in Umbria e da lì hanno spiccato un balzo addirittura “spaziale”.
Secondo gli inquirenti, l’uomo, che aveva stretti contatti con le famiglie mafiose delle Madonie, avrebbe emesso una serie di false fatturazioni che avrebbero fatto lievitare le spese per la realizzazione di un agriturismo a Polizzi Generosa e, di conseguenza avrebbero fatto aumentare in finanziamenti ottenuti, per i lavori da parte della Regione. Ofria avrebbe avuto anche stretti rapporti col figlio del boss Badalamenti, Leonardo, arrestato in Brasile. Intercettando le conversazioni tra i due i carabinieri hanno scoperto tre tentativi di truffe milionarie ai danni di banche estere.
Poi la ristrutturazione di unantico convento sulle rive del lago Trasimeno, a pochi chilometri da Perugia, fu apprezzata anche dal celebre regista di Guerre Stellari George Lukas che poi lo acquistò dal mafioso.
Il convento, di proprietà di Ofria e della moglie, era finito per la bellezza della sua ristrutturazione sulle pagine della rivista di architettura A.D.
L’operazione antimafia, coordinata dalla Dda di Palermo, ha portato a 19 arresti – tre domiciliari – e alla notifica di un divieto di dimora. Le accuse sono: false fatturazioni per ottenere finanziamenti pubblici, ma anche maxitruffe per un miliardo di dollari a banche estere. «L’inchiesta – ha spiegato il procuratore di Palermo Francesco Messineo – ha svelato la curiosa alleanza tra due fazioni di Cosa Nostra, quella facente capo al boss deceduto Tano Badalamenti, e quella dell’area delle Madonie, fedeli ai boss corleonesi, da anni nemiche».
L’indagine, comincia in Toscana. Nel mirino dei carabinieri del Ros finisce un imprenditore siciliano, Gaspare Ofria, da anni residente nella regione. Ma proprio questo nome consente di scoprire che i tentacoli mafiosi sono arrivati in Umbria e da lì hanno spiccato un balzo addirittura “spaziale”.
Secondo gli inquirenti, l’uomo, che aveva stretti contatti con le famiglie mafiose delle Madonie, avrebbe emesso una serie di false fatturazioni che avrebbero fatto lievitare le spese per la realizzazione di un agriturismo a Polizzi Generosa e, di conseguenza avrebbero fatto aumentare in finanziamenti ottenuti, per i lavori da parte della Regione. Ofria avrebbe avuto anche stretti rapporti col figlio del boss Badalamenti, Leonardo, arrestato in Brasile. Intercettando le conversazioni tra i due i carabinieri hanno scoperto tre tentativi di truffe milionarie ai danni di banche estere.
Poi la ristrutturazione di unantico convento sulle rive del lago Trasimeno, a pochi chilometri da Perugia, fu apprezzata anche dal celebre regista di Guerre Stellari George Lukas che poi lo acquistò dal mafioso.
Il convento, di proprietà di Ofria e della moglie, era finito per la bellezza della sua ristrutturazione sulle pagine della rivista di architettura A.D.
