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Gli istituti di istruzione del Distretto n. 6 protagonisti del progetto "I CARE" finalizzato a rispondere ai "bisogni educativi speciali" degli studenti

Si chiama “I CARE” e sta per “Imparare, Comunicare, Agire in una Rete Educativa”: è il titolo del progetto di ricerca-azione di livello nazionale con protagoniste le scuole del Distretto n. 6, i cui docenti sono stati impegnati nella definizione di protocolli pedagogici per l’inclusione degli studenti.
L’iniziativa, promossa dall’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, ha visto il coinvolgimento di ben sette istituti d’istruzione del territorio: Liceo classico e scientifico “Jacopone”, Itcg “Einaudi” e Istituto Agrario di Todi,  la media “Brunone Moneta” di Marsciano, l’Istituto comprensivo di Massa Martana, la Direzione didattica di Todi, con la media “Cocchi-Aosta” come scuola capofila e la professoressa Lorena Pini come coordinatrice.
Il lavoro, i cui primi risultati sono stati illustrati nei giorni scorsi in un seminario di studio, ha visto la costituzione di gruppi di insegnanti di sostegno e docenti curriculari che si sono divisi in tre sottogruppi: uno per le elementari coordinato da Anna Rita Valeroni, uno per la medie facente capo a Vincenza Lungarotti ed il terzo per le superiori guidato da Luciana Arcangeli. In questo contesto è stato realizzato per la prima volta, coordinato da Cinzia Vergari, anche un “progetto ponte” tra la media “Moneta” di Marsciano e l’Istituto Agrario di Todi.
L’iniziativa, che si è sviluppata nell’arco di due anni e al quale verrà data probabilmente continuità e sviluppo, ha introdotto concetti innovativi, partendo dalla constatazione che, accanto ad alunni disabili “certificati” vi sono anche quelli che presentano vari tipi di “bisogni educativi speciali”, quali sono i disturbi dell’apprendimento, difficoltà psicologiche, comportamentali e relazionali, ma anche lo svantaggio sociale e le differenze linguistiche e culturali.
“Una scuola davvero inclusiva – è stato sottolineato nel corso del seminario, a cui hanno preso parte il professor Giancarlo Onger e la dottoressa Sabrina Boarelli – deve valutare seriamente ed equamente questo crescente complesso di bisogni, per rendersi conto del carico a cui sono sottoposte le classi”. Di fronte a questa valutazione, le scuole locali hanno individuato e progettato risorse per l’inclusione, concetto che supera quello di integrazione, per poter rispondere in modo individualizzato ed efficace ai bisogni educativi speciali, mettendo a punto un nuovo modello di lettura delle difficoltà di funzionamento educativo utilizzabile dagli insegnanti per cogliere in tempo i problemi ed attivare tutte le risorse possibili secondo i principi della “speciale normalità”.

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