E’ finita quasi in rissa l’udienza odierna in Corte d’Assise di Perugia del processo per la morte di Barbara Cicioni e della creatura che portava in grembo.
Nella sua lunga arringa – circa 10 ore – il difensore di Roberto Spaccino ne ha chiesto oggi pomeriggio l’assoluzione.
In particolare il difensore ha chiesto la sua assoluzione per non avere commesso il fatto per le imputazioni di omicidio volontario e procurato aborto della bimba e assoluzione perchè il fatto non sussiste per l’ accusa di simulazione di furto.
Ieri invece l’ altro difensore, a conclusione della sua arringa di circa quattro ore, aveva chiesto alla corte di assolvere l’ imputato anche dal reato di maltrattamenti in famiglia perchè il fatto non sussiste.
È poi cominciata la replica del pm Antonella Duchini e sono scoccate le scintille.
Il pm ha infatti sostenuto in sintesi che, in base alla ultima arringa dei difensori di Spaccino si potrebbe ritenere che nella conduzione delle indagini sarebbe stato commesso il reato di abuso di potere, facendo arrestare il marito della vittima per costringerlo a dichiararsi colpevole.
Il pm ha invece replicato sostenendo la correttezza del suo operato per cui a suo parere è ravvisabile l’ ipotesi di oltraggio a magistrato in udienza da parte del difensore di Spaccino. In ogni caso quindi dovrebbe essere la magistratura di Firenze, competente a giudicare i magistrati di Perugia, a valutare se siano stati commessi reati da parte del pm o se ci siano invece nelle dichiarazioni dell’ avvocato gli estremi del reato di oltraggio a magistrato in udienza.
Ma le tensioni non sono finite qui. Il pm ha anche chiesto che siano trasmessi al suo ufficio gli atti relativi alle deposizioni di quattro testimoni del processo che avrebbero reso dichiarazioni «palesemente false».
Domani le ultime repliche e poi l’ ingresso della Corte in camera di consiglio per la sentenza.
- Redazione
- 15 Maggio 2009
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