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Dopo la richiesta del pubblico ministero di una condanna all'ergastolo, per Roberto Spaccino è arrivato il "conto" delle parti civili
barbaracicioni

Non solo la condanna all’ergastolo, chiesta dal pubblico ministero Antonella Duchini, ma anche un risarcimento complessivo di quasi 6 milioni di euro richiesti dalle parti civili.
E’ il "conto" che pende sulla testa di Roberto Spaccino, l’uomo di Compignano di Marsciano accusato dell’omicidio della moglie Barbara Cicioni, processato anche oggi davanti alla Corte d’Assise di Perugia.
Dopo la richiesta delle parti civili l’udienza è stata rinviata a giovedì prossimo per le arringhe dei difensori, cui seguirà poi l’emissione della sentenza, prevista per tra venerdì e sabato della prossima settimana.
Nel dettaglio, l’avvocato Valeriano Tascini ha chiesto 5 milioni di euro di risarcimento per i due figli della coppia, di 6 e 10 anni, ora affidati a degli zii materni. Il legale ha inoltre quantificato in 650 mila euro il danno per la madre di Barbara e altrettanti sono stati chiesti dall’avvocato Francesco Falcinelli che rappresenta il padre della Cicioni.
Una provvisionale complessiva di 150 mila euro è stata invece la richiesta dell’avvocato Francesco Gatti, parte civile per la sorella del padre della vittima e per il marito. Un euro di risarcimento ciascuno, infine, sono stati chiesti dagli avvocati Maria Cristina Ciace e Teresa Manente che rappresentano le associazioni Telefono rosa e Otto marzo.
Tutte le parti civili si sono sono associate alla ricostruzione del pm che ieri ha chiesto per Spaccino la condanna all’ergastolo.

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