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Gli indagati potrebbero occultare documenti e continuare a coltivare relazioni allo scopo di acquisire ulteriori notizie sull’attività investigativa
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L’ex segretario del Pd regionale Gianpiero Bocci, l’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca e l’ex direttore amministrativo del nosocomio Maurizio Valorosi, indagati nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi sanitari, devono restare agli arresti domiciliari perchè potrebbero inquinare le prove grazie alla rete di complicità della quale si sono già avvalsi.
Secondo il tribunale del Riesame “il pericolo è elevatissimo e la valutazione sarebbe stata di segno diametralmente opposto, nel senso cioè della sua completa cessazione, solo se gli indagati, ammettendo le proprie responsabilità, avessero fatto piena luce sulla rete di complicità che li ha sostenuti nel corso dell’indagine”.
“Se non sottoposti all’attuale misura cautelare – si legge negli atti – gli indagati possono occultare o distruggere documenti e, in ogni caso, ostacolare l’individuazione degli stessi, anche attraverso incontri con altre persone”.
L’eventuale revoca, secondo i giudici, permetterebbe a Duca, Valorosi e Bocci di muoversi liberamente sul territorio e di continuare a coltivare relazioni con altre persone, soprattutto pubblici ufficiali, allo scopo di acquisire ulteriori notizie sull’attività investigativa per impedire o ostacolare l’acquisizione di ulteriori fonti di prova.

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