Non solo droghe leggere vengono esportate da Perugia in Centro Italia.
Tre arresti per spaccio di stupefacenti operati nel Lazio confermano che il capoluogo umbro è piazza importante anche per l’esportazione dell’eroina. Restano quindi validi gli interrogativi su che fine facciano i soldi che si accumulano con lo sporco traffico e quanto questi soldi stiano inquinando la vita economica, ma non solo, dell’Umbria
E’ quanto risultato dall’operazione ”Dark and sugar”, condotta dai carabinieri di Ronciglione.
Gli arrestati, tutti residenti a Tarquinia e disoccupati, hanno tra i 24 e i trent’anni e sono spacciatori e tossicodipendenti essi stessi, in cura al Sert.
La mente del gruppo, una ragazza, si riforniva di eroina a Perugia e Roma per poi rivenderla a Tarquinia, Monteromano e Blera.
Acquistavano 10 grammi di eroina per volta, tagliandola e mischiandola con altre sostanze. Il guadagno settimanale era dai 250 euro in su, con un fatturato mensile superiore ai 1000 euro che veniva da una trentina di clienti ciascuno, la cui età media oscillava tra i 16 e i 25 anni. Lo spaccio di eroina avveniva quindi anche nelle scuole, a minorenni.
Anche questa operazione, tuttavia, mette in evidenza la evidente contraddizione tra l’allarme per l’aumento dello spaccio, con le sue conseguenze individuali e sociali, e le contromisure attualmente possibili per legge che, nel caso di droghe così devastanti, ai più appaiono inadeguate
Già nel maggio dello scorso anno due degli attuali fermati erano stati arrestati dopo pedinamenti, servizi notturni e intercettazioni.
I carabinieri li avevano trovati in possesso di 3 grammi di eroina ciascuno, bilancini di precisione, un taglierino e dei contenitori di metadone. Ma i due erano rimasti in carcere per pochi giorni, dopo di ché avevano ricominciato a spacciare, insieme alla ragazza.