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Il Senato del Nuovo Messico ha votato per la soppressione della pena capitale per motivazioni puramente economiche
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Dove non potette il Papa, l’Onu e tanti altri, ha potuto il denaro. In uno Stato degli Usa, il New Mexico: deciso, basta esecuzioni, «troppi costi», come riferisce una corrispondenza dall’america di Loretta Bricchi Lee, dell’Avvenire.
Il Senato statale ha approvato – con 24 assensi e 18 voti negativi – l’eliminazione della pena di morte, confermando la volontà della Camera dei deputati che il mese scorso si era espressa a favore della misura.
Ora, però, spetterà al governatore Richardson – ex candidato democratico alle primarie presidenziali ed ex candidato alla nomina a segretario al Commercio della corrente amministrazione – promulgare la legge che mette al bando le esecuzioni e le sostituisce con l’ergastolo o porvi il veto.
Il governatore ha promesso di ascoltare le varie opinioni in materia ed aperto la questione ai cittadini dello Stato che – se dovessero tener fede alla tendenza al declino della pena di morte registrata a livello nazionale nell’ultimo decennio – potrebbero pertanto convincerlo a promulgare il divieto.

A spingere il New Mexico a diventare il secondo Stato americano a mettere al bando la pena capitale – dopo il New Jersey nel 2007 – potrebbe però essere non una questione etica, quanto una economica che vede il costo delle esecuzioni superare di gran lunga quello dell’incarcerazione a vita.
«Una valida ragione in quest’era di austerità e budget minimi», ha infatti ammesso il governatore riferendosi al preventivato risparmio di oltre un milione di dollari che l’abrogazione della pena di morte porterebbe allo Stato che, dopo aver portato davanti al boia un condannato negli ultimi 41 anni, conta ora solo due prigionieri nel braccio della morte. Una motivazione che starebbe spingendo almeno altri sette Stati a prendere in esame l’abrogazione del boia.
Ogni anno, chi è in attesa dell’iniezione letale – il metodo “prescelto” da quasi tutti gli Stati – costa ai contribuenti 90 mila dollari in più di chi si trova in un carcere di massima sicurezza e il periodo di tempo intercorso tra la sentenza e l’esecuzione è salito, nel 2007, a oltre 12 anni e mezzo.

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