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Il capogruppo Stefano Cappelletti esamina in un lungo documento le problematiche sanitarie che saranno oggetto il prossimo 5 marzo della riunione del Consiglio comunale di Todi
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Il capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Todi, Stefano Cappelletti, interviene sulle problematiche sanitarie della media valle del Tevere.
Preliminare il riconoscimento che “Tam Tam ha sempre riservato ampio spazio al dibattito in corso sul nuovo ospedale comprensoriale e sulle sorti della sanità tuderte, con la più grande disponibilità ad ospitare i più svariati (e invero non sempre costruttivi o ben informati) interventi di amministratori pubblici, gruppi consiliari, partiti politici e privati cittadini”.
Secondo Stefano Cappelletti, però, i “comportamenti di alcuni soggetti importanti, i pronunciamenti improvvidi ed i dubbi riportati sulla stampa regionale scritta e on line (pur se a volte espressi con ingenua generosità) non sempre sembrano contribuire al bene della attuale e della nuova struttura”.

Cappelletti, comunque, in un lungo comunicato, puntualizza alcune questioni, iniziando in primo luogo dalla situazione attuale.
L’Ospedale di Todi  – scrive il capogruppo del Pd – attrae molti pazienti perfino dall’area del perugino: ma non potrà continuare a lungo a farlo, se il livello del dibattito non farà un salto di qualità”.
Poi, una chiamata a raccolta del mondo medico locale, a cui si ricorda che non sempre l’erba del vicino è più verde: “Se vogliamo veramente il bene dell’ospedale di Todi, un nuovo patto deve essere sottoscritto tra tutti i professionisti sanitari della città”; un’esortazione seguita dalla denuncia che i pazienti “è doveroso non stornarli verso strutture (o più spesso, verso professionisti) capaci di erogare prestazioni di pari (o molto spesso di inferiore) livello” di quello espresso nell’ospedale tuderte.

Cappelleti parla poi, anche se impropriamente, perchè una tale struttura è giuridicamente inesistente, dell’ospedale unico della Media valle del Tevere (quando più correttamente si può parlare solo di un sistema ospedaliero), affermando che l’assetto attuale “non è confortante, e non appare ancora a lungo sostenibile” … “ non è tale da poter reggere a lungo il confronto con le necessità di una sanità moderna, e sopportare ritardi nella realizzazione della nuova struttura”.
Un’aspetto, questo, che per quasi tutti, salvo qualche nostalgico, sia a Todi che a Marsciano che altrove, è sembra ormai ampiamente assodato.

Nella seconda parte della sua analisi, Cappelletti affronta il problema di ciò che sarà il nuovo ospedale, sottolineando che la consegna della “parte cantieristica avverrà sicuramente nel 2009″ e che “la direzione della Usl ha già bandito le gare per l’acquisizione delle nuove tecnologie”.
Il nuovo Ospedale comprensoriale – scrive il capogruppo del Pd – “secondo gli accordi sottoscritti con la Regione, comprenderà i reparti di Medicina, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia con Punto nascita (per inciso, si tornerà a “nascere” a Todi), Pediatria e Neonatologia, Ortopedia. Tali reparti saranno supportati dai Servizi di Anestesiologia, Radiologia (tradizionale, TC, Risonanza Magnetica), Emodialisi, Laboratorio, Pronto Soccorso e 118. Qui sarà ubicato (e solo qui potrebbe esserlo) l’ospedale di “comunità” o di distretto (RSA) con 20 posti letto, per il trattamento delle degenze fino ai due mesi.
Le attività chirurgiche saranno presenti sotto forma di ricovero ordinario 24/h (in grado quindi di eseguire le urgenze che tradizionalmente già vengono svolte a Todi, sia quelle “esterne”, sia quelle “interne”), e a ciclo breve (Week e Day Surgery), supportate da una terapia intensiva postoperatoria nell’ambito di una generale riorganizzazione delle degenze in aree a diversa intensità assistenziale (alta, media, bassa)”.

“Il trasferimento degli attuali servizi nel nuovo ospedale – prosegue Cappelletti – rischia però di slittare alle calende greche per colpa degli incredibili ritardi e omissioni della Amministrazione comunale di Todi, che ha l’obbligo di progettare, finanziare, e realizzare la viabilità di prossimità, il depuratore e le fognature cui connettere la nuova struttura. Sarebbe gravissimo se l’ospedale nuovo fosse ultimato e il Comune di Todi non avesse ancora fatto la sua parte”.

Un’ulteriore parte del documento del capogruppo del Pd verte sulla sorte dell’attuale ospedale di Todi dopo la sua dismissione.
Secondo Cappelletti “la scelta sulla destinazione del vecchio ospedale spetta all’Amministrazione comunale di Todi, che ha la grave colpa di non aver ancora programmato seriamente alcuna scelta alternativa”.
“L’utilizzazione di una parte della vecchia struttura come Centro di salute (in cui ricondurre per esempio un punto-prelievo per gli esami di laboratorio, la sede della C.R.I. e della guardia medica sostitutiva, la sede dell’AVIS, il poliambulatorio, la fisioterapia,uno studio associato di medici di base, ecc), consentirebbe di venire incontro alle esigenze dei cittadini e contemporaneamente di assicurare la vitalità delle molteplici attività commerciali e produttive che gravitano su Porta Romana.
Una seconda parte dello stabile potrebbe ancora ospitare quegli uffici comunali per cui si pagano onerosi affitti. E probabilmente – prosegue Cappelletti – resterebbe ancora una parte consistente che potrebbe essere alienata. Con quanto ricavato (e con l’accensione di mutui, possibile grazie al risparmio sugli affitti), il Comune potrebbe rapidamente onorare l’impegno economico assunto” per il cofinanziamento del nuovo ospedale.

Il documento termina auspicando fin dal prossimo Consiglio comunale del 5 marzo, “pur con le legittime differenze di impostazione”, un dibattito di più ampio respiro e prospettiva, che recepisca appieno la necessità di far presto, e contribuisca a “ricercare quella finale unanimità di posizioni finali che in passato ha costituito l’unica forza della città di Todi”.

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